Send in the clowns, che entrino i pagliacci. Non trovo frase più azzeccata per descrivere l’ultimo stress test messo in campo negli Usa, in attesa di capire di che morte morire. Perché quando a lanciarsi nel collaudato numero del sono stato frainteso, quasi avessimo a che fare con un Danilo Toninelli qualsiasi, è la numero uno del Tesoro ed ex numero uno della Fed, Janet Yellen, significa che il fondo è in fase di raschiatura. Già, perché martedì a inferire il colpo di grazia a un mercato già in subbuglio per la sempre meno minimizzabile dinamica dei prezzi, ci ha pensato proprio lei, parlando a una conferenza organizzata dal settimanale The Atlantic. Poche parole. Ma equivalenti a una raffica di mitra: «I tassi dovrebbero salire un po’ per evitare che l’economia si surriscaldi». Boom.
Ma ecco che, a stretto giro di posta, la titolare del conto corrente degli Usa decide di tornare sui propri passi, tanto per tranquillizzare i cani di Pavlov dopo averli messi alla prova: «Non ritengo che il pacchetto Biden stia facendo surriscaldare l’economia… e lasciatemi essere chiara, le mie parole non vanno intese come una predizione o la raccomandazione di qualcosa». Quindi, per cosa andrebbero prese? Parole in libertà? Elucubrazioni in un attimo di noia? Delirio da psicofarmaci o alcool? Da quando il capo del Treasury si può permettere visioni personali a un evento pubblico, a Borse aperte e sperare che queste vengano prezzate come tali dagli investitori?
Ancora una volta, la convinzione generale dei manovratori è che il 90% del mondo abbia l’anello al naso. E, temo, abbiano ragione. Tutto scorre, nel frattempo. Joe Biden è tornato a parlare di vaccini dopo oltre due settimane di strano silenzio sull’argomento, esattamente da quando il capo della Fed di St. Louis, James Bullard, avanzò le sue di parole in libertà: «Con l’85% di americani vaccinati, la Fed dovrebbe cominciare a discutere di taper degli acquisti». E cos’ha detto il Presidente? «Entro giugno, il 70% degli americani sarà vaccinato». Un bel cuscinetto di sicurezza del 15%, visto che il 15-16 giugno si terrà il prossimo Fomc della Federal Reserve. E grazie all’uscita di Janet Yellen, il buon Jerome Powell avrà il suo bel da fare nel dosare a sua volta le parole. A meno che, nel frattempo, qualcosa non cambi l’ambientazione circostante, la stessa che ha armato le corde vocali di James Bullard e Janet Yellen, parlando di taper e tassi da rialzare.
E cosa può accadere? Guardate questo grafico, il quale appare la dimostrazione plastica di come una sciagura generale possa rivelarsi la fortuna di una vita per qualcun altro. Compara il numero di vittime per Covid negli Usa (linea rossa) con il trend azionario del titolo della Service Corp. International (linea verde), azienda leader nel settore delle pompe funebri.
Triste. Macabro. Ma, ahimè, quantomeno ancora basato su dei fondamentali: il titolo sale perché sale la richiesta del bene offerto dall’azienda. Bare e inumazioni. Ora guardate quest’altro grafico, il quale ci mostra il trend di contagi, ospedalizzazioni e decessi per Covid negli Stati Uniti: game over?
Formalmente, parrebbe di sì. E la Service Corp. International parrebbe destinata a sua volta al ruolo di agnello sacrificale degli short sellers. Eppure, martedì – mentre Janet Yellen terremotava del tutto un mercato già scosso dallo spettro inflazionistico – la medesima ditta andava in controtendenza, segnando un quasi +5% in apertura di contrattazioni. Il motivo? Oltre a un miglioramento degli utili quasi senza precedenti, il management annunciava al mercato l’innalzamento dell’outlook per l’intero 2021. Eppure, gente come quella dovrebbe vivere incollata ai tg, in attesa dei bollettini medici. Se la situazione è quella prospettata dal secondo grafico e confermata dalle parole del Presidente, certo di un 70% di immunizzati entro giugno, perché azzardare un innalzamento della guidance per quest’anno?
Direte voi, nulla che si basi su dati scientifici. Magari stanno solo bluffando con il mercato, cercando così di massimizzare il loro periodo d’oro, proprio perché in realtà quest’ultimo sta arrivando agli sgoccioli. Vero, ci mancherebbe. Ma sarebbe ancora più grave. Perché confermerebbe un trend di dissimulazione generalizzata che proprio nel giorno dell’upgrade della Service Corp. International ha visto gran cerimoniere di questa pratica dell’inganno nientemeno che la segretaria al Tesoro. Quale differenza ci sarebbe, infatti, tra il rimangiarsi le parole a tempo di record di Janet Yellen e un eventuale aumento doloso delle previsioni della ditta di pompe funebri? Nessuno. Il problema vero sta nel lato oscuro della questione: e se entrambi avessero invece prospettato la verità, salvo fare marcia indietro come nel caso della numero uno del Treasury?
Janet Yellen ha semplicemente fotografato l’America attuale, utilizzando quel termine: overheating. Lo confermano decine di metriche. Lo conferma il prezzo del legname da costruzioni e anche il mais, basta guardare i prezzi dei futures. Lo conferma il numero di aziende che stanno ritoccando al rialzo i prezzi di beni di larghissimo consumo, fra cui Kimberly-Clark, Clorox, Procter & Gamble, Hormel, JM Smucker, General Mills, Skippy e Hershey. Tutte certificate nell’ultimo report ad hoc di Bank of America. Essendo un ex numero uno della Fed, Janet Yellen sa di cosa parla. Lo sa molto bene. E sa anche che quando un segretario al Tesoro tocca pubblicamente certi argomenti, è ovvio che stia lanciando una raccomandazione. A meno che non stia parlando per ottenere l’effetto inverso, a meno che – appunto – tutto quanto non sia ormai ridotto a uno spettacolo di clown. A quel punto, varrebbe tutto. Persino l’azzardo della Service Corp. International rispetto alle prospettive dei conti per il resto del 2021. Ma temo che, al netto del profilo istituzionale ufficiale, l’azienda di pompe funebri sia stata l’unica credibile nelle sue dichiarazioni nella giornata di martedì.
Non a caso, ieri mattina le Borse europee festeggiavano la marcia indietro di Miss Treasury. E la ruota del luna park poteva continuare a girare. In attesa di giugno. E vale per tutto, la dissimulazione e la cortina fumogena sono ormai ubique e globali. Ad esempio, sapete sempre martedì quale fosse il rendimento del nostro Btp decennale? Lo 0,89%. Esattamente il doppio di quando Mario Draghi si insediò a palazzo Chigi. Ve ne siete accorti? La stampa ne parla, più o meno allarmata? Eppure, formalmente, sempre a giugno la Bce dovrebbe cominciare a discutere di normalizzazione della politica monetaria. Rifletteteci. Perché la commedia sta entrando nel vivo. E, soprattutto, una lezione ce l’ha già impartita: Janet Yellen, nella versione originaria del suo pensiero, ha detto unicamente un’ovvietà di buonsenso economico. E il mercato non l’ha sopportata.
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