È incredibile: l’Europa ha appena reso palese il commissariamento dell’Italia e nessuno dice niente. Forse perché non si può dire. Perché quando opponi ottuse pregiudiziali ideologiche al Mes e continui a sbandierare ai quattro venti le virtù taumaturgiche delle emissioni seriali di sovranissimi Btp, poi appare complicato dover ammettere candidamente che quanto decidi in sede di governo e con l’ormai rituale apposizione della fiducia in sede di ratifica parlamentare non conti già più nulla. E che la tua supposta sovranità è in effetti tale, ma nel senso di rimedio farmaceutico destinato a parti poco nobili del corpo. E la questione è talmente seria da vedere schierati sul fronte della dissimulazione proprio tutti: maggioranza, opposizione e stampa. Tutti.
Bruttissimi segno, al pari del parlare da soli allo specchio. Per tutti, la questione della tirata di orecchi della Bce al Governo sulla questione del cashback natalizio è stata soltanto una presa d’atto procedurale. Di più, a detta di lorsignori l’Eurotower avrebbe bacchettato Roma perché non avrebbe avvertito la Banca centrale dell’iniziativa, a sua volta lesiva del carattere paritetico che si deve garantire ai pagamenti in contanti. In parole povere, vogliono farci credere che a Francoforte si siano arrabbiati perché la pagliacciata del cashback funziona solo attraverso pagamenti elettronici. Ditemi che almeno voi non ci credete? Ditemi che, dopo aver discusso con i parenti dell’argomento (al telefono, ovviamente, altrimenti si creano assembramenti contrari al Dpcm), non vi precipitate sotto il camino a mettere latte e biscotti per Babbo Natale?
Odo già in lontananza il più intelligente del mucchio opporre la sua seguente, geniale intuizione: è stata la stessa Bce a motivare in quel modo il suo richiamo. Ma vah? Strano. In effetti mi sarei aspettato che da Francoforte inviassero una bella lettera al Tesoro, stile agosto 2011, con scritto quanto segue: Preso atto del fatto che siate ancora in vita solo grazie ai nostri acquisti, questa missiva rappresenta un mezzuccio per ricordarvelo e il primo di una serie di rimproveri seriali che dovrete accettare e ingoiare. Silenti. Perché comandiamo noi. Cordialmente, la vostra affezionatissima Bce. Davvero pensate che alla Banca centrale si siano offesi, perché a Roma discriminano i pagamenti in contanti? O, come recita in realtà la nota ufficiale, perché il provvedimento è sproporzionato negli ammontare e, appunto, perché l’Italia non ha preventivamente consultato la Bce al riguardo?
Mettiamo in fila qualche fatto e qualche cifra. Primo, la letterina reca la data del 14 dicembre 2020 e, cosa più interessante, la firma in calce del membro del board Yves Mersch. Il quale avrebbe vergato e siglato quella rampogna nel corso di quello che era il suo ultimo giorno di servizio, prima di andarsene e lasciare il posto all’olandese Frank Elderson. Insomma, invece di salutare il personale, fare un brindisi con i colleghi in ossequio alle norme sul distanziamento, sgomberare l’ufficio e riportare il badge, Yves Mersch nell’ultimo giorno di lavoro avrebbe deciso di compiere l’estremo atto di ostilità verso l’Italia. Sarà. Guarda caso, l’esistenza della missiva salta fuori il 18 dicembre quattro giorni dopo. E cos’è accaduto in quella data? Questo, ovvero la nomina ufficiale di Frank Elderson, proprio il neo sostituto di Yves Mersch in seno al Consiglio direttivo, a vice-presidente del Supervisory Board. Insomma, a guardiano dell’ortodossia è stato messo il falco dei falchi.
Cosa vi avevo detto riguardo alle conseguenze dell’arrivo del nostro simpatico amico olandese nella stanza dei bottoni, in tempi non sospetti? E poi, per favore: a vostro modo di vedere, la Bce con i guai che si ritrova fra contrasto alla pandemia attraverso il Pepp e acrobazie attendiste rispetto alla valutazione record dell’euro su un dollaro in caduta libera – tanto da aver appena visto il dollar index scendere sotto quota 90 per la prima volta dall’aprile 2018 -, ha il tempo di preoccuparsi del presunto profilo esorbitante del cashback come misura di supporto all’economia? La stessa Bce che sta comprando anche l’aria, pur di tenere a galla la baracca? E, soprattutto, la stessa Italia che finora ha già collezionato 100 miliardi di scostamento al bilancio, attivato i fondi Sure e lesinato senza dignità anticipi delle tranche su quelli del Recovery Fund?
A fronte dello stato patrimoniale della Bce, appena giunto al sobrio livello di 6,949 triliardi di euro, di cui 26,5 miliardi di aumento solo nell’ultima settimana e pari al 68% del Pil europeo post-Covid, il problema che ha assillato in maniera ossessiva le ultime ore di lavoro di Yves Mersch sarebbe stato quindi il cashback lanciato dal Governo italiano, misura oltretutto una tantum per le spese natalizie e per un controvalore totale di 1,75 miliardi di euro?
Per favore, evitiamo di precipitare nel ridicolo assoluto. Quella letterina è stata un messaggio. Di fatto, il biglietto da visita del già potentissimo Frank Elderson all’Italia, in vista di quelli che saranno mesi di preparazione al programma speciale che l’Europa sta preparando per il nostro Paese come misura compensativa per il diluvio di Btp comprati finora e per quelli che comprerà nel 2021, drenando di default oltre i due quinti di tutte le emissioni del Tesoro. E congelando di fatto il nostro rischio sullo spread. Cosa vi avevo detto, però, rispetto all’inesistenza di pasti gratis? Et voilà. Perché signori, appare intuitivamente difficile pensare a una Bce che scriva in via ufficiale all’Italia “in difesa” dei diritti violati del contante. Non stiamo forse parlando della stessa Bce che ha eliminato, già nel 2016, le banconote da 500 euro con la scusa della lotta all’evasione e al riciclaggio del crimine organizzato, proprio tramite il disincentivo al cash e lo stimolo verso un maggior ricorso ai pagamenti elettronici e tracciabili? E non stiamo forse parlando della medesima Banca centrale che ha adottato tassi negativi sui depositi, misura decisamente poco simpatetica verso i contanti? E, soprattutto, la Bce in questione non è lo stesso soggetto che recentemente e con grande dispendio di energie comunicative ha lanciato il progetto di euro digitale? Sarebbe questa la Vce che si scomoda a scrivere all’Italia per contestare una misura che vale un centesimo dello scostamento già messo in campo rispetto al bilancio, facendo arrivare la nostra ratio debito/Pil prospettica oltre il 160% entro fine 2020?
Scusate, parliamo di questa Bce? La smettiamo, per favore, di prenderci e farci prendere in giro? Scusate, se la Bce è così attenta al profilo del contante, perché la Banca centrale austriaca ha appena lanciato essa stessa una campagna in difesa delle banconote e in aperta contestazione proprio con l’atteggiamento da caccia alle streghe dell’Eurotower verso quella forma di pagamento, definita da Vienna “qualcosa più di una tipologia di transazione, bensì una parte della vita quotidiana, un mezzo che garantisce identità e aiuta a mantenere i bilanci e le finanze personali sotto controllo”? Delle due, l’una: chi sta raccontando balle? Gli austriaci, forti del 79% delle transazioni totali ancora compiute in contanti e di una media di 121 euro cash presenti nel portafoglio dei cittadini oppure l’accoppiata Italia/Bce, chiaramente – in questo caso – con finalità opposte?
Signori, la rampogna di Francoforte è stata solo un segnale, è stato il primo richiamo della voce del padrone, è stata una prova finale di obbedienza, dopo mesi e mesi di acquisti di Btp in deroga ai criteri di capital key e limite per emittente che qualche genio riteneva “senza condizionalità”. E – appunto – dopo mesi e mesi di contemporanea battaglia ideologica contro il Mes, fino all’ultimo, paradossale teatrino di quasi crisi di governo sul voto parlamentare alle mozioni sulla riforma del Fondo salva-Stati, arrivate per il rotto della cuffia e dopo l’ennesimo compromesso al ribasso, quando Giuseppe Conte era quasi sulla scaletta dell’aereo che doveva portarlo al Consiglio europeo per la ratifica. Pensano di essere dei fenomeni, quelli che bazzicano (ancora per poco) dalle parti di piazza Colonna. Pensano di poter fare ciò che vogliono, tanto la Bce ci copre le spalle.
E infatti, la prima stoccata contro Roma – totalmente pretestuosa e priva di ogni senso pratico – non è arrivata dalla Commissione Ue, mossa che avrebbe rinfocolato gli spiriti anti-europei interni, bensì proprio dalla Bce, il cavaliere bianco del nostro spread. A cui nessuno, infatti, si è permesso di dire nemmeno bah. Muti, tutti. Dicendo no al Mes e puntando tutto sulle emissioni senza fine del Tesoro, volevate evitare il commissariamento, la troika, le truppe di occupazione economica tedesche? Eccovi serviti. Come vi dico da tempo, dipendere totalmente dagli acquisti obbligazionari di Francoforte per evitare la ristrutturazione del debito rappresenta una forma di sottomissione e commissariamento soltanto un po’ più dolce di quella che si presenta ufficialmente con il profilo austero di funzionari in grisaglia e pieni di faldoni che entrano al ministero delle Finanze. Ma il principio è lo stesso. E come abbiamo appena constatato di persona, anche il risultato pratico.
Prove tecniche di Governo eterodiretto cominciate, ora il conto alla rovescia può partire ufficialmente. Magari, volesse il cielo, sarà la volta che insieme all’alibi della sovranità finiranno anche clientele, sprechi e mangiatoie varie. È brutto dirlo, lo so. Ma è così, parlano i fatti degli ultimi anni, almeno dalla crisi Lehman in poi. Oppure proseguiamo pure a credere che per la Bce il vero e unico problema sia stato il miliardo e 750 milioni stanziati per il cashback, atto talmente serio, grave ed esiziale da richiedere a un membro del board di scrivere una lettera di lamentela ufficiale. Durante il suo ultimo giorno di lavoro.