L’economia europea sta collassando. I recenti dati del Pil nei vari Paesi europei non hanno fatto altro che confermare le tristi previsioni di un’economia che, nonostante importanti stimoli, è ferma al palo. E nella stessa direzione si sono aggiunti i dati dell’inflazione, accolti quasi con toni trionfalistici, poiché mostrano un rialzo dei prezzi sempre più contenuto.
Allora tutto bene? In un contesto di crescita, sarebbe perfetto, ma in un contesto come l’attuale, segnato da una crisi che dura ormai dal 2008 e dalla quale non ci siamo mai ripresi, il crollo dell’inflazione (poiché di crollo si tratta, dai valori di appena sei mesi fa) racconta in tempo reale del crollo dell’economia reale, racconta del crollo dei consumi e della vendita di beni e servizi. E il dato dell’inflazione mese su mese è arrivata a valori negativi.
In questi anni hanno speso male in sanità (spese troppo incentrate sui vaccini e non sulle infrastrutture e sul personale), sprecato una marea di soldi in spese militari per sostenere una guerra che si poteva solo perdere (tutti i Paesi europei da tempo non hanno più una filiera industriale militare, capace di sostenere una produzione a ritmi alti per molto tempo) e infine imposto sanzioni autolesioniste. Insomma, quando hanno speso i soldi sono finiti all’estero (vaccini e spese militari) e hanno fatto di tutto per portare alla rovina l’economia reale. E ci sono riusciti. E hanno intenzione di continuare.
Vi ricordate quando avevamo un presidente del Consiglio che era stato anche Presidente della Bce? Sì, proprio quello che disse “se non ti vaccini, ti ammali e muori, oppure contagi e fai morire”; lo stesso che disse “ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Cosa preferiamo, la pace o il condizionatore acceso?”; lo stesso che disse “le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. La Russia fatica a fabbricare da sola gli armamenti di cui ha bisogno perché trova difficile acquistare il materiale necessario a produrle”. Lo stesso Mario Draghi che il 20 settembre dell’anno scorso all’Onu dichiarava che “il Fondo monetario internazionale prevede che l’economia russa si contragga quest’anno e il prossimo di circa il 10% in totale, a fronte di una crescita intorno al 5% ipotizzata prima della guerra”.
Queste ultime affermazioni sono smentite dai recenti dati: inflazione al 7-8%, segno di una economia vivace; Pil del terzo trimestre al +5%, in totale inversione rispetto alle previsioni del Fmi. Insomma, stando ai dati, un fallimento clamoroso.
Ho voluto ricordare queste affermazioni passate per dare la cifra del personaggio e per dare un paragone efficace sull’attuale Governo il quale, su queste linee di politica, non ha cambiato di una virgola, tenendo a precisare fin dall’inizio che avrebbe proseguito sulla linea del predecessore. Del resto, l’attuale ministro dell’Economia Giorgetti è da sempre un sostenitore di Draghi, quindi una volta arrivato al ministero non c’era da aspettarsi nulla di differente.
L’inflazione sale poco? Ok, vuol dire che i prezzi sono saliti di poco rispetto a valori già terribilmente alti per famiglie e imprese segnate duramente dalle scelte scellerate con i lockdown e poi dalle sanzioni.
E gli altri Paesi europei non se la passano certo meglio: la Francia ha un rapporto deficit su Pil enorme, in Germania il Governo Scholz è in grave crisi per via della messa a punto del budget dopo la sentenza della Corte Costituzionale da cui è nato un buco da 60 miliardi.
Ora tutti spingono per far entrare l’Ucraina nell’Ue, cioè per farci accollare i costi di ricostruzione di un Paese finanziariamente fallito e che non sarà mai in grado di riprendersi, visto che dalla parte russa (i territori ucraini ormai occupati dall’esercito russo) sono rimaste le regioni con le maggiori risorse naturali. Chissà, l’adesione dell’Ucraina all’Ue potrebbe essere il canto del cigno della stessa Ue.
Notizia dell’ultima ora. Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia) propone di introdurre “un nuovo componente” in bolletta, cioè le bollette saranno più salate; il motivo è che occorre coprire un buco finanziario dovuto al Governo Draghi, che decise un acquisto straordinario di gas quando il prezzo era altissimo. Pian piano tutti capiscono e capiranno quanti danni ha fatto.
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