Non traete conseguenze affrettate da questo inizio di articolo differente dal solito. Abbiate la pazienza di seguire il filo. E vedrete che non è poi così campato per aria. E, soprattutto, ritroverete tanti piccoli dettagli che, come sempre, la realtà getta al vento con coriandoli, confidando nel loro disporsi alla rinfusa per confonderci. Bene, cosa non va in questo post su Facebook della sezione economia de La Repubblica?



Nulla. Perfetto. La sintesi del metaverso applicato alla finanza. E uno spoiler di cosa ci attende, ora che l’intelligenza artificiale comincia ad affacciarsi in maniera più incisiva al mondo dell’informazione. Questo post rappresenta la somma ipocrisia che regge il sistema. E con cui – unica ragione che lo rende interessante – addetti ai lavori da un lato e opinione pubblica dall’altro, d’ora in poi dovranno attrezzarsi per convivere. Guerra, insomma. Fra titolo e occhiello, distonia totale. Ci sarà meno Stato in Mps e i conti dell’istituto senese sembrano destinati a favorire questo benvenuto sviluppo della querelle. Ma alzando lo sguardo, si scopre che non esiste nulla di concreto al riguardo. Né tempi, né modi. Insomma, un po’ come dire che il sottoscritto Mauro Bottarelli è stufo del conto in rosso e di essere pagato 30 euro ad articolo. Quindi, vi annuncia l’intenzione di creare i presupposti per un boom salariale e un exploit professionale. E finalmente, godere per qualche giorno di una vita meno costellata di rogne. Come farò? Non lo so. Né riguardo i tempi, né riguardo i modi. Nell’attesa, mi finanziereste? Eppure, il titolo Mps tre giorni fa ha segnato quasi +6%. Sul nulla. Ma comunicato meravigliosamente.



E se a spingere Rocca Salimbeni fosse stato il contemporaneo annuncio del Tesoro dell’ennesima emissione di Btp retail con modalità batteria di pentole 18/10 e bici con freno Shimano compresi nel prezzo? Insomma, l’aspettativa di un ridimensionamento del peso di Pantalone nella vita di Mps passa dall’eliminazione dell’intermediazione impositiva: lo Stato che ha finanziato Siena con soldi pubblici lascia il posto al privato cittadino che dovrebbe comprare Btp alleggerendo così il carico di rischio legato al doom loop da detenzioni bancario-assicurativa del debito pubblico. E magari, nel frattempo, compra anche qualche azione. Tutto basato sul nulla. E a confermarlo è il post de La Repubblica, addirittura disarmante nella sua dadaista onestà, quasi Ionesco che incontra il Cabaret Voltaire.



D’ora in poi, il rischio è questo. Notizie inesistenti. Ma non false. Semplicemente artefatte. Nessuno può muovere mezzo appunto riguardo turbativa di mercato o false comunicazioni, perché nulla di tutto questo si sostanzia. Ma proprio nel giorno in cui, dal nulla, il Mef fa filtrare come intenda scendere dal suo 64% di detenzione azionaria e in cui i conti del gruppo giocano algebricamente a favore di un’entropia comunicativa, ecco che Mps sale del 6%. Sullo sfondo, l’annuncio del “Btp Valore” con il suo ennesimo premio fedeltà stile Esselunga. Il giorno seguente, solo poche ore da quell’annuncio potenzialmente spartiacque, ovviamente l’entusiasmo strutturale era già finito. Pronta la scusa, però: prese di beneficio. D’altronde, questi sono tempi di Bce in azione: il timing è tutto.

Banche e assicurazioni sono pronte a questa nuova sfida, stante il rischio di una sindrome Usa pronta a varcare l’Oceano e a scatenare la guerra per accaparrarsi le briciole di fiducia residue di correntisti e prestatori di istanza domestica del debito?

Passiamo oltre ma restiamo in tema. Cosa c’è, invece, che non va in quest’altro post?

Nulla. Altrimenti, il prestigioso Wall Street Journal certamente non lo avrebbe pubblicato per pubblicizzare un articolo dedicato alla febbre per le startups legate all’intelligenza artificiale. Quale potrebbe essere il sottotitolo perfetto? Ecco come nasce una bolla. Ma il nodo della questione sta altrove. Non solo nel bersaglio della campagna IA in atto, bensì nella sua strategia per raggiungerlo. Poniamoci una domanda: a fronte di un fenomeno realmente epocale come questo, quando nella storia si era registrata una negativizzazione ex ante del tema come quella in atto?

L’Intelligenza artificiale, quantomeno nell’ultimo mese, ha fatto realmente notizia solo per due episodi: la decisione di IBM di congelare 7.800 assunzioni umane, poiché sostituibili in tempi brevissimi proprio da algoritmi e l’annuncio del papà dell’IA, Geoffrey Hinton. Il quale, dopo essersi – giustamente e legittimamente – riempito le tasche studiando reti neurali per Google, ora lascia il colosso per dedicarsi al ruolo di profeta che mette in guardia dai gravi pericoli insiti nella sua creatura. Eppure, il Wall Street Journal certifica che i capitali stanno già fluendo come torrenti impazziti verso le startups del settore. E sottolinea come la febbre sia già talmente alta da rendere totalmente superflua persino l’esistenza di un business plan. Insomma, IA come nuovo e ben più potente ESG. Un richiamo per le allodole irresistibile.

Cosa ci attende, quindi? Ciò che paradossalmente non ti aspetti. L’orizzonte di apparente criminalizzazione mediatica e social dell’IA, infatti, è particolarmente focalizzato sul ruolo de-umanizzante della stessa nei più vari ambiti lavorativi. Tradotto, disoccupazione di massa alle porte. E ulteriore dumping salariale per chi il lavoro riesce a mantenerlo, poiché sotto costante scacco di sostituzione da parte di algoritmi. E questo ultimo grafico fa riferimento a uno studio di Goldman Sachs, dal quale si evince come siano potenzialmente già oggi oltre 300 milioni i posti di lavoro denominati highly paid, non-menial a rischio in Usa ed Europa per l’avvento dell’IA.

Prepariamoci quindi al nuovo capitolo del populismo strumentale al potere: i neo-luddisti. Ovvero, la versione occupazionale dei no-vax. Quantomeno nell’accezione che la stampa mainstream già si prepara ad affibbiare loro, dopo averli debitamente coccolati nell’attuale fase di millenaristica trattazione del tema. E come si combatte un fenomeno come quello? Chiaramente facendo invadere i media da “esperti del settore” che ne decantino le magnifiche sorti e progressive. Soprattutto in campo medico. La versione algoritmica dei tele-virologi. A quel punto, i flussi verso le startups saranno ancora più alluvionali e aprioristici rispetto alla reale credibilità dei vari progetti. E chi di dovere lancerà ETF, fondi e indici ad hoc. I neo-luddisti? Materiale da cyber-security. Settore complementare in cui investire, quindi. Attenti, perché sta già accadendo. Ora. Sotto i vostri occhi.

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