E se il cigno nero che le Banche centrali sono finora riuscite a mantenere lontano dallo stagno, fosse geopolitico? E se il famoso default russo annunciato per settimane a causa delle sanzioni, subisse un morphing e divenisse attacco speculativo in grande stile giustificato dal rischio di caos e guerra civile innescato dall’insubordinazione armata del Wagner Group? E peggio ancora, se Vladimir Putin davvero vedesse a rischio non l’esito dell’operazione in Ucraina, ma la sicurezza dello Stato e del suo sistema di potere, cosa potrebbe fare?



Domande lecite, stando alle notizie che arrivano da Rostov. E alla luce del grafico: perché 10 giorni di correlazione positiva fra Spx e Vix rappresentano un massimo record. Tradotto? Quanto sta accadendo a livello di dinamiche di mercato non ha precedenti. L’indice della volatilità in perfetto re-couple con i rialzi di mercato e anche con i sui ribassi suona l’allarme. Something’s gotta give, qualcosa deve essere ceduto. E qualcuno deve cederlo.



Ma qui si sta scherzando con la guerra civile. Un dèjà vu per la Russia che già ha conosciuto i colpi di mortaio sui palazzi in era Eltsin. Perché mentre il mondo pensava ad altro, il Vix Index ha conosciuto 5 giorni di tracollo. Raggiungendo alla chiusura di ieri sera 13,4. Ai minimi da due anni. Ma, soprattutto, alle soglie – quantomeno nel pattern – dell’ingresso in single digit. Ma c’è di peggio. Se infatti il Vix guarda all’oggi, lo Skew guarda al domani attraverso le opzioni out-of-the money. Ci si copre dai tail-risks, i rischi di coda. Quelli a medio-lungo termine. Quelli sistemici. Quelli da evento di credito. Quelli che fanno male, insomma. Davvero. E il trend assunto dallo Skew Index a partire dal 16 giugno mostra una poco tranquillizzante correlazione con il 2020. Per l’esattezza con il dicembre 2019. Quando la crisi repo ancora era da risolvere e già il Covid cominciava a seminare panico in Cina e gettava i semi del contagio globale in Italia.



E cosa ci dice l’andamento storico? Che dinamiche simili di preparazione al peggio da parte della smart money anticipano un market event di grandi dimensioni entro 2-12 settimane. Un arco temporale che, potenzialmente, calza a pennello con un’escalation drammatica della situazione interna russa. Con tutte le conseguenze che questa può innescare, dall’impazzimento del mercato energetico e delle commodities agli addentellati geopolitici fra Nato e Cina. Un crollo così ripido e netto dello Skew parla, pur nella sua lingua per addetti ai lavori. E non può certo limitarsi a sussurrare parole di preoccupazione per la crisi bancaria regionale Usa ancora da risolvere. Quella è robetta buona per i magheggi emergenziali della Fed. E lo stesso vale per il Vix Index ai minimi dal gennaio 2020. Qui i presupposti sono per un Lehman moment.

Maybe a good time to hedge, è giunto il tempo di coprirsi davvero dal redde rationem, il quale – meglio sottolinearlo da subito – sarà strumentale a un drastico, immediato e provvidenziale taglio dei tassi Fed? Il secondo grafico postato nei commenti sembra dire di sì, guarda caso riportando ancora una volta in auge il parallelo fra la situazione attuale e quella delle fasi esplosive della pandemia attraverso la performance di un titolo-flagship di ogni bolla da unicorno autoalimentante come Nvidia.

Ulteriore fattore di rischio? Come fa notare nel suo ultimo report il trading desk di Goldman Sachs, la volatilità rischia di non gradire un mercato con tutti all-in proprio mentre inizia la finestra di blackout per i buybacks.. Ma tranquilli, questa volta è differente. Sarà. Ma in contesto simile, giochereste a scacchi con la bomba a tempo del Mes e dell’eventuale reazione del mercato a un rinvio della ratifica il 30 giugno prossimo?

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