La scorsa settimana ho partecipato alla prima presentazione del mio nuovo libro “Eurodelirio”, nel quale evidenzio i malfunzionamenti della moneta unica e metto in risalto i deliri di chi ancora la difende, oltre a indicare i vantaggi di un’uscita dall’euro e una possibile modalità per uscirne. Il tema dell’uscita dall’euro sembra oggi fuori moda e sono particolarmente contento di aver pubblicato un libro sul tema ora prima di tutto perché non scrivo per seguire una moda e poi perché in realtà proprio quello che sta accadendo mostra l’importanza e l’attualità della sovranità monetaria.
Infatti, che cos’è la richiesta russa di pagare il gas in rubli, se non un atto di sovranità monetaria? Di fatto il Governo russo, tramite la sovranità monetaria, sta difendendo i propri interessi; con la rinuncia alla sovranità monetaria noi abbiamo rinunciato al potere di difendere i nostri e così la nostra economia e lo Stato stesso è succube di fronte agli interessi (finanziari e politici) altrui.
Quello che la maggioranza della gente non capisce è che il potere di stampare moneta dev’essere usato per difendere gli interessi della popolazione, tra cui al primo posto dev’essere il lavoro. Quindi occorre che lo Stato abbia tutti i mezzi finanziari per fare le cose necessarie e quelle utili al benessere e alla crescita del Paese. Per esempio, il fatto che per vent’anni abbia tagliato sulla sanità chiudendo circa 200 ospedali e poi in una situazione di emergenza sanitaria non ne abbia riaperto uno mentre spendeva fiumi di denaro per milioni di dosi di vaccini (che ora stanno per scadere e dovranno essere buttate) è allucinante, non corrisponde agli interessi della popolazione, ma a qualche interesse finanziario. E che dire dei costi per la fornitura di armi all’Ucraina, mentre non ci sono i soldi promessi per le famiglie italiane che generosamente hanno iniziato a ospitare i profughi provenienti dall’Ucraina? Non ci sono anche qui interessi finanziari?
Quindi non basta recuperare la sovranità monetaria, non servirebbe a nulla avere la sovranità monetaria per fare le stesse cose che fa, per esempio, la Bce. Il problema è tutta l’architettura monetaria e finanziaria, incentrata sulla “stabilità dei prezzi”, cioè sulla lotta all’inflazione e non sulla difesa dell’occupazione (e quindi lotta contro la disoccupazione, tranne per la Fed, che almeno sulla carta dovrebbe difendere tutte e due). Su questo punto specifico il comportamento delle Banche centrali e delle istituzioni collegate è in totale contraddizione con la Dottrina sociale della Chiesa, che afferma esplicitamente la maggiore rilevanza del lavoro tra i fattori della produzione (di beni e servizi) con particolare riferimento rispetto al capitale (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, n. 276).
Notato questo (che sembra non interessare nessuno, nemmeno gli economisti cattolici), la cosa grave è che tale architettura monetaria e finanziaria è totalmente inutile (per i problemi dell’economia reale) e impotente di fronte ai problemi che si possono verificare.
Non sono più il solo a dirlo (da qualche anno), ora lo ha affermato anche il Governatore della Bank of England, Andrew Bailey, in una recente intervista, nella quale ha affermato che l’inflazione sui beni alimentari è una preoccupazione tra le principali per la banca centrale, avvertendo che la crescita dei prezzi e la maggiore disoccupazione porterà alla povertà milioni di famiglie.
Di fronte alla specifica domanda se si sentisse “helpless” (inutile) nel fare qualcosa riguardo l’inflazione, ha risposto con un laconico “Yes”.
Io modestamente lo dico da anni, ma non mi sento un genio per averlo detto, poiché bastava guardare la realtà e quello che ha fatto in questi anni la Bce. Si era data come obiettivo una inflazione prossima al 2% e lo ha fatto stampando fiumi di denaro, superando largamente le quantità che la stessa aveva fissato. Nonostante tutti gli sforzi, l’inflazione è rimasta ben lontana dal 2%, sempre vicina allo zero. Un fallimento. Poi inizia la crisi, nonostante gli sforzi la crisi si approfondisce e ora pandemia e crisi ucraina hanno fatto esplodere l’inflazione e la Bce (come la Fed) non riesce a fare nulla. Un fallimento totale, condito dalle menzogne diffuse negli ultimi due anni, dicendo che l’inflazione è transitoria per giustificare la loro inattività.
Poi il governatore della Fed Powell si è mosso e ha già alzato per due volte i tassi di interesse, accusato in patria di essersi mosso in ritardo. La Bce invece non si è mossa proprio, si vocifera che alzerà i tassi a luglio. Il risultato? Vediamo il grafico del cambio euro/dollaro
Il cambio è crollato da 1,22 di inizio 2021 agli attuali 1,05 e già si parla di un cambio EURUSD alla pari. Questo vuol dire che investitori in dollari compreranno le aziende italiane con uno sconto di circa il 20%.
Un qualsiasi top manager, dopo aver fallito tutti gli obiettivi, verrebbe licenziato in tronco dalla proprietà. Noi invece l’abbiamo promosso presidente del Consiglio. E cosa sta succedendo? Come ha osservato Gustavo Piga in un’intervista pubblicata su queste pagine, “Governo italiano e Commissione europea sono in perfetta sintonia su quale deve essere la politica fiscale per il nostro Paese in tempi in cui le cose peggiorano, oltretutto a causa di fattori esogeni: bisogna stringere le viti e usare gli strumenti di tortura così da far urlare ancora di più il prigioniero… qui non c’è solo un problema di incompetenza, ma anche la volontà di non spendere le risorse per non rischiare di non centrare gli obiettivi sul deficit/Pil. Il Governo ha deciso di essere assolutamente indifferente alla questione fondamentale degli investimenti pubblici e della spesa in un momento strutturalmente e congiunturalmente drammatico per il Paese”.
Stanno distruggendo il Paese e sanno benissimo quello che stanno facendo: eseguono un piano altrui. Ma rimango ottimista: non hanno previsto che siamo italiani. Il diavolo non fa i coperchi.
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