Il concetto di azzardo morale ha vissuto il suo momento di massimo splendore dopo il crollo di Lehman Brothers. Nei mesi successivi, quelli della grande depressione globale, termini come leverage, esposizione e rischio di controparte entrarono brevemente nel lessico quotidiano dei media e delle opinioni pubbliche. Ovviamente, in modalità emergenziale. Cioè, totalmente inutile. Esattamente quanto avvenuto negli anni di Mani pulite, quando fattispecie penali come il falso in bilancio o la concussione farcivano e nobilitavano a caso conversazioni da bar.



Cosa unisce i due momenti, sideralmente distanti? La voglia di gogna. All’epoca si voleva appendere a testa giù un’intera classe politica, brandendo immaginarie toghe purificatrici. Più recentemente, sul rogo dovevano finire finanza e banchieri. Indiscriminatamente. Troppo difficile e faticoso cercare di capire, condannare gli abusi ma senza gettare via il bambino con l’acqua sporca: più semplice e auto-assolutorio fare di tutta l’erba un fascio, accendere una bella pira della vendetta e attendere sadisticamente di udire le urla del condannato di turno. E adesso?



Guardate questi due grafici, apparentemente astrusi e comprensibili solo da addetti ai lavori. La faccio breve: ci dicono che la speculazione sui titoli azionari è tornata in azione in grande stile, dopo gli scossoni di settembre legati al Nasdaq e alla strana operazione da balena dei mercati compiuta da SoftBank sulle opzioni.

E proprio di opzioni ci parlano i due grafici: le si compra a due mani, come un assetato porta l’acqua alla bocca in un’oasi nel deserto. E il secondo grafico deve far paura. O riflettere, scegliete voi. Perché quella parabola ascendente è garantita dall’operatività su quegli strumenti finanziari da parte dei cosiddetti small traders. Piccoli investitori. Di fatto, il corrispettivo attuale di gente che magari nel 1992 tifava per Mani pulite e nel 2008 voleva ergere le ghigliottine a Wall Street. E oggi? Cos’è successo? Il mercato è forse divenuto ontologicamente equo e filantropico di colpo? Si è forse scoperto che la speculazione sugli indici fa bene alla pelle o previene il Covid? No, semplicemente occorre prendere atto dell’ipocrisia generalizzata che muove i comportamenti della cosiddetta e mitologica gente comune. O, volendo oltraggiare qualche secolo di lotte per l’emancipazione, il popolo.



Perché questo pistolotto? Semplice. Perché fino a quando a volersi rovinare sono singoli cittadini, fatti loro. L’unico discrimine che avanzo quasi a moratoria da ogni futuro piagnisteo è il fatto che, in caso le cose vadano male con il trading on-line, non si chieda allo Stato o chi per esso di risarcire, vendicare, difendere. Hai voluto fare Gordon Gekko e ora anneghi nei debiti? Problema tuo. Il quale diventa però anche mio e vostro, quando come oggi l’azzardo morale non lo compiono comuni cittadini o banchieri e gestori di fondi, bensì i governi. Prendiamo l’eurozona, ad esempio. Immagino che avrete letto qualcosa rispetto alla visita del premier spagnolo, Pedro Sánchez a Giuseppe Conte di tre giorni fa. Interrogato sul perché Madrid dica no al Mes, il capo del governo iberico non ha fatto ricorso all’ipocrisia: “Perché il nostro debito lo sta comprando la Bce”. Chiaro e semplice.

Di più, quando gli è stato fatto notare come alcuni rumors vorrebbero addirittura il suo Paese pronto a rinunciare alla parte non a fondo perduto del Recovery Fund, Pedro Sanchez ha di fatto confermato. Ora, al netto che ognuno pensa per sé, come pensate che possano essere state accolte parole simili da un cittadino/contribuente tedesco od olandese, ad esempio? Ma andiamo oltre. Perché Pedro Sánchez non ha fatto altro che anticipare, spoilerare quanto sottotraccia sta sviluppandosi nel corpaccione dell’Europa: una scissione de facto, tanto silenziosa quanto sempre più inevitabile.

Ed ecco che giovedì in sede di plenaria all’Europarlamento, l’intero pacchetto di riforme cui fa capo anche il Recovery fund è stato affondato da una serie di veti incrociati fra i gruppi. Kaputt. Per carità, nulla che formalmente metta in discussione quanto concordato a fine giugno al Consiglio europeo ma attenzione: l’Europa non sta più millantando unità su quel piano di intervento. Anzi, di voto in voto, sta affondandolo. Depotenziandolo. O, peggio, dimostrandone l’inconsistenza alla prova dei fatti. Come vi dico da settimane, si sta facendo conto su denaro che non c’è. L’ho detto e lo ripeto: quando un piano che nasce sulla carta come di contrasto a un’emergenza viene denominato Next Generation, significa che qualcosa non funziona. Ovvero, l’Europa ha messo sì sul tavolo una valangata di miliardi, ma per la ripartenza, non per il sostegno immediato alla resilienza. Per quello ci sono solo tre strumenti: i fondi Bei, quelli Sure e il Mes. Punto. Il Recovery fund è altro. E basare su di esso, come fanno molti Governi europei fra cui quello italiano, la sostenibilità di piani di scostamento monstre dei conti pubblici, equivale a un azzardo morale. Enorme. In tutto e per tutto pari a quello di Lehman.

Anzi, peggio. Perché in quel caso, i clienti e le controparti rimasti scottati erano comunque attori consapevoli di un gioco pericoloso che presuppone rischi al fine di trarre profitto. Qui ci sono i destini di intere nazioni in ballo, mentre i premier alla Pedro Sánchez fanno gli spavaldi sul filo del trapezista, improvvisando passi di danza. Ipotecare il nulla, ecco la strategia in atto in Spagna, Portogallo, Italia e Grecia. E tutto a copertura di deviazioni di bilancio che potrebbero portare a percorsi di insostenibilità strutturale pressoché di prezzatura immediata, quando la Bce smetterà di acquistare. Quantomeno, a questi livelli. Poi, altro che stigma e Troika: sarà ristrutturazione del debito.

Già, i Btp che mai come oggi stanno godendo di una stampa così asservita e compiacente da sembrare un house organ o una newsletter potrebbero di colpo divenire nuovamente oggetto di attenzione dei mitologici mercati: vi siete chiesti come mai, a fronte di situazioni legate al Covid che stanno precipitando alla velocità della luce, i bond sovrani di Italia e Spagna continuino a inanellare prestazioni da recordman alle aste e sul secondario? Gli investitori si sono votati al masochismo o forse sanno qualcosa che noi non sappiamo? Oppure è soltanto il più classico dei front-load all’azzardo morale, in questo caso della Bce, facilmente soggetto a una drammatica mutazione che ne sveli il reale profilo da pump’n’dump?

Certo, l’Eurotower è potente e, formalmente, in grado di stampare e comprare all’infinito. Ma in pratica, potrà davvero? Rifletteteci. Perché lo stesso Recovery fund con la sua dote di miliardi a pioggia e a costo zero era ritenuto una sorta di tavola della legge laica, eppure nelle ultime settimane sono le stesse autorità che lo hanno creato a rinnegarlo nei fatti, ultimo caso il voto all’Europarlamento di giovedì.

Abbiamo fatto i conti per bene insieme all’oste oppure attendiamo che qualcuno, ancora una volta, passi a regolare per noi? Stavolta, il conto è salato. E l’azzardo davvero di quelli mortali, più che morale.