Dove sono? Che fine hanno fatto? Ci siete ancora? Per qualche giorno hanno occupato gli spazi dei principali quotidiani nazionali a seguito della loro insurrezione popolare nei confronti del “sistema”. Ma ora, a distanza di poco meno di due mesi, non si sente parlare di loro; del loro operato, della loro vendetta a danno della finanza più speculativa: quella dei tanto temuti fondi hedge. Nessun rumore, nessun sospiro, nessun boato. Silenzio. Un silenzio prima di una nuova incursione? Ma questa incursione era poi vera? Non è dato sapere.
Ci stiamo riferendo al recente drappello di day trader armati di coraggio e forza rivoluzionaria che – come si è detto e narrato – hanno voluto scuotere la finanza attraverso un sovversivo atto di giustizia (la loro). Il mezzo utilizzato è stato il titolo azionario statunitense GameStop che, apparentemente prossimo a un potenziale fallimento, ha rivisto invece la luce con il ritornato interesse dei compratori. Tutto in pochissimi giorni: dieci giorni lavorativi, dieci giorni di frenetiche contrattazioni, dieci giorni di cronaca finanziaria talvolta improvvisata nei contenuti perché ignorante di casistiche simili.
Lo scorso gennaio il titolo in questione ha vissuto una vera e propria esplosione dei prezzi. Il primo boato: dai 65 dollari per azione – quale chiusura della terza (completa) ottava mensile – fino ad arrivare a un massimo di 483 dollari nei successivi quattro giorni. La seconda deflagrazione: dal picco registrato avviene il crollo che riporta i prezzi ai livelli iniziali, anzi, inferiori a quelli dell’inizio del conflitto (area 55 dollari) per poi scemare fino ai 40 dollari. Quest’ultima fase nel più completo silenzio. Un silenzio assordante rispetto agli innumerevoli e rumorosi approfondimenti, focus, report a mezzo stampa in tutti i formati: carta, radio, internet, webinar, podcast, e quant’altro.
Il comune denominatore (o detonatore) a sostegno di questa prova di forza era sempre lo stesso: un gruppo organizzato (verosimilmente al pari di una milizia) di day trader mediante la loro forza ha cercato di soverchiare il potere della finanza più temuta, la più pericolosa, la più ostile: quella dei fondi speculativi, quella dei signori che dettano le regole del gioco, quella che – teoricamente – vince sempre. Una vittoria a prescindere dall’esito: guadagnare sempre sia al ribasso che al rialzo. Ma questa volta – a detta dei molti commentatori – sembra che sia andato storto qualcosa e, all’opposto, nella vicenda GameStop le perdite dovrebbero essere impetuose per le casse dei molti squali finanziari.
Chi scrive nutre forti dubbi e molte perplessità. Una su tutte: vogliamo credere che la forza di una comunità di day trader possa contrastare la potenza di fuoco dell’èlite (come talvolta viene considerata) finanziaria mondiale? È ipotizzabile che la “ristretta” cerchia degli speculatori più spregiudicati (sempre a detta di molti) hedge fund manager non fosse a conoscenza di una rivolta prossima all’eversione? E ancora. Le intere strutture di analisi e analisti annessi – solo a titolo di esempio quali risk manager, trader, broker – non abbiano avuto alcuna immediata reazione a protezione delle loro precedenti strategie? Al pari dei seguenti interrogativi ce ne sarebbe ancora molti altri, ma volutamente evitiamo. A tutti i quesiti potremmo – umoristicamente – fornire una risposta: ma … su via!
Stiamo parlando di una partita impari: “fondi speculativi vs day traders”. È oggettivamente impossibile immaginare un confronto tra loro. Troppe le differenze. Troppi i soldi in palio. Sono troppi i moltissimi “troppo”. No. Questa tesi non è sostenibile. Lo ribadiamo: questo argomentare è solo il nostro punto di vista su quanto accaduto. C’è comunque il classico “però”. Avete avuto notizie sulle successive dinamiche del titolo finora osservato? Rispondiamo noi: si è letto poco, ascoltato ancor meno, visto nulla.
Il titolo GameStop – sul finire di febbraio – aveva raggiunto una quotazione pari a 45 dollari circa. Meno di quarantottore fa ha raggiunto un massimo giornaliero poco inferiore i 350 dollari: il tutto in una decina di giorni. Dietro tutto questo chi c’è? Chi è stato? Dove sono i precedenti “Robin Hood finanziari”? Ci siete ancora? È forse svanito il plausibile motto “Day trader di tutto il mondo unitevi”?
In tutto questo ardire utopico e sregolato c’è solo un unico fattore che ci inquieta davvero: l’investitore e/o risparmiatore che possedeva oppure ha investito sul titolo GameStop che cosa ne avrà ricavato? Qualora avesse registrato forti perdite, questi neonati “no-global anti sistema finanziario” sono intenzionati a chiedere scusa? A rimborsare del mal tolto? A palesare il loro aiuto?
Ancora una volta riproponiamo i nostri quesiti iniziali: Dove sono? Che fine hanno fatto? Ci siete ancora? Fate un cenno. Noi vi aspettiamo.
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