Trattandosi dell’Ucraina, ovviamente lo scandalo è solo presunto. E come tale, è stato trattato dai media. Un rapido accenno e poi sparito. La notizia è l’invio dei tanks Abrams e Leopard verso Kiev. E, soprattutto, l’idiozia ad alto tasso di diffusione social dell’orologio dell’Apocalisse che segna solo 90 secondi a mezzanotte. Peccato che di presunto nello scandalo corruttivo che ha terremotato le istituzioni ucraine non ci sia nulla.



Fra dimissioni e atti d’imperio dell’esecutivo per evitare un effetto domino devastante per la reputazione ucraina, Volodymir Zelensky ha di fatto certificato la condotta vergognosa di suoi ministri, alti funzionari e governatori. D’altronde, c’è poco da stupirsi. Se infatti nel 2021 il Paese europeo con la peggior posizione nella classifica di Transparency International era la Russia con 136 su 180, l’Ucraina era seconda con 122 su 180. Ebbene, noi stiamo garantendo a quel regime corrotto almeno 1 miliardo di euro, fra sostegni e forniture. Il tutto mentre nelle zone terremotate non sanno come fronteggiare la neve, vivendo ancora in baracche. Così, tanto per dare un’idea di sovranismo e prima gli italiani.



Ma la cosa grave sta nel totale disinteresse dei media nel raccontare dettagliatamente le accuse in base alle quali sono rotolate le teste a Kiev. Teste pesanti, ad esempio quella del vice-ministro della Difesa, Vyacheslav Shapovalov, il quale avrebbe fatto la cresta nientemeno che sulle razioni delle truppe. Ad esempio, non più tardi della scorsa settimana, il ministero in questione avrebbe acquistato un lotto di uova a 17 grivnia l’una, salvo scordare che a Kiev un uovo costi 7 grivnia. La denuncia in tal senso è stata ampiamente documentata dall’Associated Press, agenzia di stampa difficilmente tacciabile di simpatie filo-russe.



E che dire poi del numero due dell’amministrazione ucraina, Kyrylo Timoshenko, il quale è stato silurato perché con i soldi che arrivano dall’Occidente si garantiva uno stile di vita tutt’altro che bellico: guidava infatti una Porsche Taycan con la quale raggiungeva diverse residenze fuori Kiev per il weekend, immobili i cui affitti settimanali variano fra i 10.000 e i 25.000 dollari. Il tutto, mentre la popolazione muore di freddo, vive nei rifugi e fatica a trovare generi alimentari.

E che dire Vasyl Lozynski, vice-ministro alle Infrastrutture, il quale non solo avrebbe preso mazzette legate all’acquisto di generatori, ma, cosa ben più grave, fino a ieri era parte integrante del team che sovrintendeva la gestione degli aiuti occidentali. Insomma, la volpe a guardia del pollaio. E che dire Oleksiy Simonenko, il quale nel suo ruolo di Procuratore generale poche settimane fa avrebbe svernato nell’assolata e più mite Spagna, scorrazzando su un’auto di lusso appartenente a un businessman ucraino. E stiamo parlando solo dei casi più eclatanti. Talmente eclatanti da aver fatto drizzare i capelli alla stampa internazionale. In Italia, invece, no.

D’altronde, stante la situazione economica, c’è da capire il Governo: quanto durerebbe, se gli italiani si rendessero conto che a fronte di soli 400 milioni stanziati per gli enti locali in Finanziaria, affinché eroghino i servizi necessari ai cittadini, stiamo garantendo quasi il triplo per un regime palesemente corrotto e prono alla distrazione e malversazione di fondi? Probabilmente non finirebbe bene. Ma c’è di peggio. Molto di peggio. Perché al netto dell’inquietante presenza di Volodymir Zelensky al Festival di Sanremo, di fatto prova provata della totale sottomissione Rai alle scelte dei vari Governi in alternanza, ecco che negli Usa ha fatto molto discutere la presenza del Presidente ucraino, ovviamente in videocollegamento e con mimetica di ordinanza, a un meeting della Camera di Commercio di Boca Raton, in Florida. E cosa avrebbe fatto storcere il naso? Il fatto che, dopo aver ringraziato per il loro sostegno al suo Paese bei nomi della finanza come Blackrock, JP Morgan e Goldman Sachs, il Presidente ucraino avrebbe definito una grande opportunità di business per le corporations Usa l’invio di mezzi corazzati Abrams. Parole che non solo suonano insultanti dopo il contemporaneo terremoto corruttivo in atto proprio a Kiev ma che divengono rivelatrici di un progetto di lungo termine, se lette attraverso la lente dell’accordo già siglato fra Ucraina e Blackrock per la ricostruzione post-bellica del Paese.

Insomma, la guerra deve durare non solo perché il warfare garantisce moltiplicatore del Pil contro la recessione in arrivo, ma anche perché è attività miliardaria e di lungo periodo. Casualmente, il Pentagono ha appena comunicato come la produzione di munizioni negli Usa sia aumentata di sei volte, sia per venire incontro alle necessità di export che di rifornimento interno. E, sempre casualmente, da qualche tempo negli Usa si registra stranamente una sparatoria di massa al giorno. Occorrerà forse dotare le forze di polizia di maggiore equipaggiamento a livello nazionale? E il business delle carceri private, appetito come non mai dai medesimi soggetti in fila per sostenere e ricostruire l’Ucraina, vivrà finalmente il suo boom? Ma se ancora aveste dubbi su quanto sta accadendo, leggete qui. Ovviamente, qualche genio accademico o giornalistico avanzerà il dubbio che l’Università di San Gallo e l’International Institute for Management Development di Losanna siano centrali della disinformazione russa, vere e proprie fabbriche di fake news del Cremlino in terra elvetica. Ma lo studio di 16 pagine pubblicato a fine anno non lascia molto spazio all’interpretazione. Meno del 9% delle 1.400 aziende europee e del G7 che prima della guerra avevano sussidiarie in Russia hanno realmente abbandonato l’attività economica e produttiva in quel Paese. Per tutte le altre, business ad usual. Alla faccia delle sanzioni e del suicidio energetico in atto.

Volete rendervi conto che stiamo solo finanziando un regime fantoccio degli interessi Usa, corrotto fino al midollo e che è il primo a disinteressarsi delle sofferenze del suo popolo? Qualcuno avrà il coraggio di chiedere al ministro delle Difesa chiarezza su contratti, appalti, cifre, ammontare e finalità del nostro interscambio bellico miliardario con Kiev? O forse la Commissione d’inchiesta sul Covid servirà a coprire tutto, facendoci credere che le mazzette sulle mascherine siano il peggio che un Governo possa vedersi attribuito? La guerra è un business straordinario, lo sappiamo tutti. Da sempre. Ma a questo punto, mettiamo allora da parte l’ipocrisia. E, quantomeno, schieriamoci dalla parte di chi ci ha sempre garantito energia a costi stracciati. Tanto del destino di donne, vecchi e bambini non frega nulla a nessuno. Zelensky e Governo ucraino in testa. Come dimostra la cronaca, ancorché debitamente nascosta. Nemmeno fosse la testa di uno struzzo.

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