Come mai tanta agitazione sul mercato? Alla fine, stiamo facendoci prendere dal panico per questo: l’ultima volta che lo Standard&Poor’s 500 era calato più di due punti percentuali in singola seduta è stato 512 giorni fa.
Avete letto bene. Forse fa paura il VIX in area 18, dopo interi trimestri spiaggiato come un tricheco fra 12 e 13, a testimoniare che nessuno doveva essere così pazzo da sfidare le Banche centrali?
Vi basta così poco, apologeti del rally del secolo e Majakovsky del soft landing? O forse quel baffetto infinitesimale fa paura perché opera come la crepa invisibile sul vetro dell’automobile, pronta a tramutarsi in faglia di Sant’Andrea al primo freddo?
Date un’occhiata a questi due grafici, piuttosto, i quali ci mostrano perché c’è tanta tensione. Anche se ancora non si può proprio dire apertamente.
La domanda infatti è di quelle da non fare. Nemmeno sottovoce. Ovvero: quale crisi sistemica di liquidità sembra in modalità tsunami che fa ritirare la battigia, almeno stando alla fear gauge nella parte inferiore del grafico, ovvero proprio l’indice della volatilità in risalita?
Gli assets della Fed parlano. Pur essendo inanimati. E in gran parte creati dal nulla. Sono come dei soufflé a lievitazione permanente. Si gonfiano e si sgonfiano. Casualmente, sempre in corrispondenza di rogne del mercato. Parlano, quindi. E ci dicono che il tempo per montare le tende di un nuovo Qe o di facilities emergenziali in stile crisi Repo o Btfp sta scadendo. La sabbia nella clessidra scarseggia. E scende veloce. Per quanto certi crash informatici operino meravigliosamente da sostegno a nuovi rally AI.
Ora date un’occhiata al secondo grafico. Cosa dite, il fatto che l’hidden volume azionario a Wall Street abbia vagamente deviato dalla sua media storica di 11% e veleggi sopra quota 20% del totale di negoziazione. può avere a che fare con il trend mostrato dall’immagine precedente? Magari si è un pochino esagerato con il cavallo di Troia di Gamestop, tanto per manovrare nell’ombra ben altre securities?
Il 20% di azioni che scambia al buio dei volumi, ci dice che serve discrezione. La versione finanziaria dei Servizi vari sulle ricevute delle carte di credito degli hotel. E attenzione a quest’ultimo grafico, il quale ci mostra come mercoledì il mercato repo canadese, storicamente anticipatore di seri guai immobiliari negli Usa, abbia smesso di tossire come il canarino nella miniera. E abbia cominciato a urlare, stile Macha Méril in Profondo rosso.
Perché 16 miliardi di iniezione di liquidità in un’unica soluzione parlano chiaramente la lingua di almeno una banca canadese che sta attraversando giornate complesse. Eufemisticamente parlando, ovvio. La foglia d’acero diventerà la foglia di fico per permettere l’ennesimo, irresponsabile Giubileo quasi globale dell’azzardo morale? Magari sì. Tanto ormai sono tutti pazzi per Kamala. Quando si renderanno conto, temo che purtroppo sarà tardi. Ma non date retta alle Cassandre. Oddio, alcune ci azzeccano. Ma basta tenerle basse.
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