È stato già scritto, e il vecchio cronista conferma: Forza Italia è il primo partito al femminile della storia della Repubblica, e forse d’Europa, maschietti al palo, donne al comando, e ora anche – prevedibilmente – in guerra tra loro. La fotografia di Forza Italia è tutta qui: quello che in Finlandia è un punto di forza – le donne al potere – nell’Italia forzista e un po’ maschilista produce solo una rissa quotidiana e permanente.
Le protagoniste sono quattro donne: le due capigruppo Gelmini e Bernini, la potentissima senatrice Licia Ronzulli, e – last but non least – Mara Carfagna. La protagonista assoluta è lei, Mara, un tempo definita “la ministra più bella del mondo” (copyright Financial Times), oggi vicepresidente della Camera, leader del fronte anti-sovranista, coccolata a sinistra e ricercata a destra, paradossalmente anche dallo stesso Salvini a cui pure lei si contrappone.
“Mara è la leader del momento, lo sa e centellina le mosse” spiega Paolo Romani, ex ministro azzurro transitato alla corte di Toti e oggi tratto d’unione tra il governatore ligure e la bella Mara.
Cosa vuol fare esattamente la Carfagna? Nessuno lo sa, forse neppure lei. Chi la conosce bene la descrive come ipertattica, e infatti domani presenta la sua “Voce Libera” ma si guarda bene dall’uscire da Forza Italia.
Snobba le offerte che fioccano da tutte le parti politiche: Renzi le aveva offerto la presidenza del partito, e – contrariamente a quanto si diceva – sua prima sponsor era la Boschi, con cui Mara si è fatta ritrarre in un’occasione bipartisan.
Toti ha offerto a Mara addirittura la guida di Cambiamo!, ma l’ex ministro ha risposto picche. Stessa sorte è toccata ai due gemelli democristiani Cesa e Rotondi: avevano offerto alla Carfagna la segreteria della nuova Dc, sono andati in bianco pure loro e si sono rapidamente dileguati dall’operazione.
Gasparri ha rilanciato la candidatura della Carfagna alla presidenza della Campania, in questo caso non gli è giunta neppure una risposta.
“Se rifiuta tutte le offerte, è solo perché sa perfettamente cosa vuole” spiegano nel suo inner circle tutto salernitano.
Ma cosa vorrà la bella Mara? Lo sa solo lei, o forse lo sanno anche le altre tre big di FI, Gelmini, Bernini e Ronzulli, strette in un patto di acciaio per sbarrare alla vicepresidente della Camera l’accesso ad Arcore.