A che punto siamo con l’ingresso di Lufthansa in ITA? Molti se lo staranno domandando. Il 18 gennaio scorso, Lufthansa aveva firmato un documento con il quale indicava al Mef il termine di 6 settimane, attraverso una trattativa in esclusiva, per arrivare alla firma definitiva di un accordo per la cessione di almeno il 30% del capitale azionario di ITA Airways, la compagnia statale italiana detenuta al 100% dal Tesoro.
Il termine, scaduto ormai il 4 marzo scorso, per tanti è passato inosservato, ma non a tutti, infatti, chi sta seguendo con attenzione il dossier ITA/Lufthansa si è accorto che al momento ci potrebbe essere un cortocircuito nei vari fili che stanno conducendo i due vettori allo sposalizio.
I messaggi che arrivano dalle varie fonti indicano un forte raffreddamento di Lufthansa nei confronti dell’acquisizione della partecipazione in ITA Airways e che la trattativa sarebbe ferma ormai da più di 10 giorni.
Secondo la mia analisi, e sentite le varie fonti ci sarebbero almeno tre problemi individuati da Lufthansa che impedirebbero di chiudere l’operazione ITA.
1) Le vertenze con gli ex-Alitalia.
2) Il prezzo di acquisto e la way out.
3) Il piano Industriale.
Le vertenze con gli ex-Alitalia
Le vertenze con gli ex-Alitalia per Lufthansa sarebbero un problema non da poco. Si vocifera che Lufthansa abbia chiesto al Tesoro di mettere sul piatto almeno 150-200 milioni di euro l’anno per almeno 3-4 anni da versare nelle casse di ITA nell’eventualità che i magistrati italiani dovessero propendere per la continuità aziendale. Questa situazione, però, non è una delle più spinose in quanto il Mef avrebbe già dato disponibilità a trattare sulla cifra richiesta dai tedeschi.
Il prezzo di acquisto e la way out
Lufthansa inoltre avrebbe chiesto al Mef una sorta di patto di riacquisto delle azioni allo stesso prezzo di quelle che saranno pagate dai tedeschi, più una penale che si aggirerebbe attorno ai 100 milioni di euro, qualora le eventuali ingerenze del Governo italiano rendessero ITA Airways ingovernabile e quindi non dovesse macinare utili entro i prossimi 3-4 anni. Ma anche su questo punto c’è stata la disponibilità a trovare una soluzione condivisa in quanto il codice civile consente che vengano emesse azioni privilegiate a fronte di aumenti di capitale riservato, consentendo anche la stipulazione di patti para-sociali e termini di way out.
Il piano industriale
Questo sarebbe il vero nocciolo del problema. ITA e gli advisor tedeschi avrebbero redatto per vettore italiano due distinti business plan che rispecchiano le visioni strategiche da perseguire nei prossimi 5 anni di vita. Le due visioni sarebbero molto distanti. Lufthansa punterebbe a una compagnia che dovrebbe crescere per gradi, ma con una flotta di massimo un centinaio di aeroplani entro il 2028 a cui aggiungere tutto il network Air Dolomiti con circa 25-30 aeroplani, mentre il piano del vettore italiano vedrebbe entro il 2028 una flotta di almeno 150 aeroplani tutti in flotta ITA. Ma non sarebbero solo queste le problematiche che avrebbero diviso Lufthansa e ITA nei due rispettivi piani industriali. Sul tavolo della discordia ci sarebbero anche le questioni relative all’utilizzo dell’aeroporto di Milano Malpensa (molto caro al Ministro Giancarlo Giorgetti), da non utilizzare solo come hub cargo così come vorrebbe Lufthansa, ma anche come traffico passeggeri.
Nei giorni scorsi Harry Hohmeister responsabile del dipartimento Mercati Globali e Network e componente del Cda del Gruppo Lufthansa è volato a Roma per cercare di mettere un punto fermo sul piano industriale. Fonti vicine a Lufthansa riferiscono che lo stesso Hohmeister sarebbe uscito dal palazzo di vetro di ITA Airways a Fiumicino molto deluso da quanto visto e sentito. Voci di corridoio, infatti, riferiscono che nel vettore italiano ci sarebbe molto malumore tra i dipendenti di alto rango e più di qualche dirigente del top management, che non vedrebbe di buon occhio l’ingresso di Lufthansa in ITA Airways, avrebbe espresso la propria contrarietà al matrimonio italo-tedesco, in quanto più di qualcuno avrebbe ricevuto notizia di un possibile allontanamento nel caso in cui Lufthansa dovesse arrivare al timone di ITA.
Non solo, si vocifera che i sindacati venuti a conoscenza del piano di Lufthansa, si sarebbero già messi sul piede di guerra e avrebbero intenzione, nei prossimi giorni, di chiedere al Governo di interrompere immediatamente la trattativa con Lufthansa e di andare alla ricerca di un altro partner industriale motivando la richiesta con il fatto che non sarebbe nell’interesse della compagnia italiana avere un partner così limitante nelle operazioni di sviluppo del vettore.
La situazione sarebbe precipitata al momento in cui Lufthansa avrebbe disertato la presentazione del piano industriale ai sindacati, che avrebbero interpretato questo segno come una mancanza di volersi confrontare con le parti sociali.
Ma le grane da risolvere non sarebbero solo queste. La scadenza del Cda di ITA Airways è imminente: infatti, con l’approvazione del bilancio al 31/12/2022, tutti i membri del Cda decadranno in attesa delle nuove nomine da parte del Governo.
Voci di corridoio indicano che all’interno del Cda di Italia Trasporto Aereo S.p.a. attualmente ci sarebbe una vera e propria spaccatura che potrebbe far propendere il Governo per decidere su nuove nomine. I consiglieri Gabriella Alemanno e Ugo Arrigo di nomina presidenza del Consiglio dei ministri, infatti, non avrebbero condiviso alcune scelte del Ceo Fabio Lazzerini, prova ne sia la questione sull’aumento dei salari dove la Alemanno e Arrigo si erano fortemente opposti al piano di aumenti presentato a febbraio dall’Amministratore delegato. Mentre il Presidente Antonino Turicchi che avrebbe dovuto mettere un po’ di ordine nella compagnia, forse anche un po’ complice l’inesperienza nel settore del trasporto aereo, si sarebbe “appiattito” per cosi dire, sulle posizioni di Lazzerini, e lasciando alla consigliera ed ex manager di EasyJet, Frances Ouseley, di nomina Mef, il compito ingrato di fare da parafulmine e ago della bilancia.
Ma c’è più di qualcuno che nei giorni scorsi mi ha sussurrato nell’orecchio che ci potrebbe essere lo zampino di qualche buonanima, che ha fatto in modo o che vorrebbe fare in modo, di far saltare il banco con Lufthansa.
E pensate che sia finita qui?
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