Con le parole di Carsten Sphor a margine dell’approvazione della trimestrale di Lufthansa e l’annuncio alla platea dell’assemblea degli azionisti che ITA è un progetto strategico per il gruppo tedesco si chiude definitivamente la questione privatizzazione data ormai per conclusa da tutti gli attori coinvolti nel dossier. La firma dell’accordo è attesa entro la metà di maggio e dovrebbe concludersi al momento in cui l’Ue darà il proprio benestare all’operazione. Ma Lufthansa dovrà fare presto o tardi i conti con i numeri di ITA che al momento sarebbero molto contrastanti.
Fabio Lazzerini, attuale Ad di ITA Airways, che è alle prese in questi ultimi giorni con una querelle sul contratto di True Italian Experience, in una recente intervista ha dichiarato che attualmente la flotta di ITA sarebbe composta da 74 aeromobili. Questa dichiarazione non sarebbe del tutto corretta, perché dal registro ufficiale della compagnia (Aircraft Registration Mark List), e cioè quel documento che viene inviato all’Enac con la comunicazione degli aeromobili che compongono la flotta ad aprile di quest’anno, ITA ne avrebbe 69. In aiuto ci vengono due siti web di settore, ITAFLEET e Flightradar24, che ci dicono che la flotta di iTA di sarebbe composta da 6 Airbus A350, 8 Airbus A330, 51 Airbus 320 Family (319+320) e 4 Airbus A220. E quindi non 74 aerei come invece dichiarato da Lazzerini, il quale nell’intervista ha aggiunto che entro il 2023 la flotta di ITA salirà a 94 aerei.
Anche su quest’ultima dichiarazione di Lazzerini non possiamo che essere in disaccordo. Infatti, non si comprende come ITA possa riuscire durante l’arco di quest’anno a inserire in flotta ulteriori 25 aeromobili dato che per poterli inserire nel Coa è necessario espletare una procedura cosiddetta di phase-in (e che forse Lazzerini nonostante il ruolo di Accountable Manager non conosce perfettamente) e che richiede una collaborazione oltre che di Atitech per l’allestimento degli interni, anche di Enac che dovrebbe approvare l’ingresso di questi aeroplani al ritmo di almeno tre al mese. Una situazione attualmente ingestibile per le risorse umane disponibili in Enac che al massimo potrebbe riuscire a metterne in flotta non più di 6 (diciamo massimo 8) nell’arco di quest’anno.
Ma non è tutto: al momento dei 69 disponibili, ITA potrebbe contare solo su 58 aeromobili effettivi. Infatti, ce ne sarebbero ben 11 di cui 4 Airbus A319, 4 Airbus A320, e 3 Airbus A330, non operativi. Se pensiamo che ITA l’anno scorso ha fatturato con questi 58 aerei 1,2 miliardi di euro, il mancato utilizzo di questi aeroplani potrebbe determinare un mancato incasso di circa 160 milioni l’anno senza contare i costi fissi legati agli aeroplani che vanno comunque corrisposti.
Ultimamente, però, ci siamo abbastanza abituati alle dichiarazioni poco precise sui numeri di ITA da parte dell’Amministratore delegato.
Infatti, anche nella questione di Tie, che vede Lazzerini al centro di un audit interno, così come riportato dal settimanale L’Espresso, lo stesso Lazzerini in una nota inviata al Direttore della testata dichiara testualmente che: “È invece mia la paternità di aver posto fine al contratto con TIE. Senza voler sminuire la rilevanza dell’articolo pubblicato su “Il Domani” il 26 gennaio 2023, desidero far notare che la procedura di recesso dal contratto con TIE è stata da me avviata il 22 dicembre 2022″.
Da fonti riservate invece sappiamo che Lazzerini non avrebbe affatto posto fine al contratto con Tie, ma avrebbe invece cercato di trovare una soluzione interna per portare avanti il contratto, che però al momento sarebbe stato definitivamente chiuso solo grazie a una presa di posizione del Cda nella seduta del 21 aprile scorso. Anzi, proprio alcuni membri del Cda avrebbero chiesto con forza che venisse avviata un’indagine esterna per verificare oltre alla questione di Tie altre situazioni poco chiare che sarebbero emerse dopo la pubblicazione dell’articolo de L’Espresso.
Anche il Presidente di ITA Antonino Turicchi, che alcuni rumors danno per certo a Cassa depositi e prestiti, fino a quel momento aveva “coperto” Lazzerini nelle decisioni importanti, ma avrebbe ormai scaricato il manager che sta combattendo una battaglia interna tutta sua per cercare di rimanere ben saldo sulla poltrona di Direttore generale, dato che al momento dovrebbe essere quasi scontata la sua non conferma come Consigliere di amministrazione.
E qui dobbiamo riportare un’altra dichiarazione di Lazzerini, che sempre nella nota inviata al direttore de L’Espresso a seguito dell’articolo a firma di Daniele Martini che per primo ha portato alla luce l’intricata vicenda, afferma testualmente: “Nella riunione del 21 aprile scorso il consiglio di amministrazione di ITA Airways ha deliberato all’unanimità (compreso, quindi, il mio voto) di effettuare approfondimenti e ulteriori chiarimenti attraverso un audit esterno che meglio chiarisca i punti controversi delle verifiche effettuate”.
Anche qui la ricostruzione offerta da Lazzerini non quadra con quanto sarebbe effettivamente accaduto, in quanto L’Espresso riporta da fonti riservate che all’interno del Cda Lazzerini avrebbe fatto di tutto per evitare la chiusura del contratto con Tie, salvo poi allinearsi alla maggioranza del Cda che aveva teste minacciato di far intervenire la Corte dei Conti.
Lazzerini nella nota mette poi in discussione l’audit portato avanti da Elisa Tarantola (il mastino in gonnella dell’anticorruzione che ha valutato il contratto di ITA con Tie), dice di non aver firmato lui il contratto con Tie (in realtà lo avrebbero firmato congiuntamente Lazzerini e Altavilla) e ponendo degli argomenti a difesa del suo operato, che invece sarebbe stato messo in forte discussione proprio dall’audit interno.
Ma sulle dichiarazioni di Lazzerini ci viene in aiuto anche Tie, che per il tramite del suo Ad Maurizio Rota sulle pagine di Dagospia ha dichiarato: “…. A questo occorre poi aggiungere che utilizzando il progetto Tie, ITA Airways ha già siglato il primo contratto di promozione e marketing territoriale Tie con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per l’importo di 1,6 milioni di euro e sta discutendo con la Regione Calabria una proposta triennale di promozione del territorio del valore di 6 milioni di euro”.
In realtà questi soldi, che lo ricordiamo vanno direttamente a ITA non arrivano grazie a Tie, servirebbero per incrementare i voli nelle rispettive regioni aderenti al piano di marketing territoriale affidato a Tie. Ad esempio, in Friuli Venezia-Giulia coincidenza vuole che a breve ripartirà il volo di ITA verso Milano Linate, e quindi è ipotizzabile che anche in Calabria il tema sia sostanzialmente lo stesso dato che su Reggio Calabria i voli di ITA sono operati veramente con il contagocce.
Come riporta la giornalista Fiorina Capozzi del quotidiano La Verità che si sta occupando dell’inchiesta su Tie, l’intesa tra la compagnia guidata da Lazzerini e Tie prevede la concessione di una licenza in esclusiva di Tie a favore di ITA fino alla fine 2025. Questa licenza ha per oggetto non solo l’acquisto dell’esclusiva da parte di ITA su Tie, ma anche l’acquisto della licenza di utilizzo della piattaforma e dei marchi di proprietà di Tie, oltre ai contenuti, format, video e dati come spiegato da Tie nella lettera di precisazione inviata ai vari organi di stampa. Secondo le stime di Tie, 36,4 milioni di ricavi di ITA, sarebbero derivanti da 106.547 passeggeri/tratta, e che sarebbero direttamente collegabili all’intesa tra le due società. Su questo dato ci ritorneremo a breve, ma va tenuto bene a mente.
Se analizziamo correttamente i dati di Tie e delle società collegate o controllanti scopriamo con nostra immensa sorpresa che l’attività on-line di Tie che avrebbe portato nelle casse di ITA 36,4 milioni di euro attraverso 106 mila passeggeri/tratta è semplicemente ridotta allo zero (vedi foto). E quindi come hanno fatto a procacciare tutti questi utenti?
Per questa analisi abbiamo estrapolato dei dati da Similarweb che è una piattaforma utilizzata dai maggiori rilevatori di accesso ai siti internet delle aziende italiane e straniere e viene utilizzata prevalentemente per controllare quanti accessi mensili vengono effettuati dal pubblico sui vari siti internet.
Noi abbiamo utilizzato Similarweb non solo per analizzare gli accessi di Tie, ma di tutto il gruppo che fa capo ad Assist Group e abbiamo fatto una scoperta che è a dir poco incredibile. Il sito web di Tie, secondo i dati di Similarweb.com, avrebbe registrato al massimo 950 accessi al sito nel periodo di marzo 2023, mentre precedentemente i dati riportano gli ultimi sei mesi di accessi al sito Tie pari a poco meno di 1.200 tra ottobre 2022, e gennaio 2023, e come già detto poco meno di mille accessi in marzo. (vedi foto).
Se continuiamo con l’analisi notiamo che più del 35% dei visitatori del sito dopo una sola pagina visualizzata, abbandona il sito (Bounce rate). Le durate medie delle visite vedono gli utenti stazionare per circa 3 minuti e le pagine visualizzate sono mediamente tra le 6 e le 7 unità.
Per l’intero periodo di gennaio-marzo 2023 tutte le visite risultano provenire da un computer desktop, mentre nessuna visita arriva dai dispositivi mobili (cosa molto curiosa), mentre appare molto interessante la modalità con cui i visitatori arrivano alla pagina di Tie.
Infatti sino a gennaio 2023 l’unica modalità è quella di “organic search”, ovvero attraverso la digitazione di parole chiave (ad esempio: “how to spend a weekend” e così via). In febbraio invece compare da zero una seconda modalità: quella cosiddetta “direct”, ovvero attraverso una ricerca volta ad identificare il nome del sito. Infine, a marzo 2023 compare per la prima volta una terza modalità quella “referrals”, ovvero tramite rimando da un sito differente, principalmente quello di ITA.
Quindi ricapitoliamo: Tie dichiara di aver fatto incassare a ITA 36, 4 milioni di euro attraverso 106 mila passeggeri, ma ha raccolto in meno di 6 mesi circa 2.000 visite complessive ossia 6 visite al giorno fino a febbraio ’23 e poi circa 30 visite al giorno a marzo ’23.
Se analizziamo il sito web di ITA vediamo che gli accessi al sito mensilmente sono più di 3 milioni. Quindi Tie nel periodo in questione ha realizzato lo 0,001% di accessi al proprio sito rispetto a ITA, e quindi la domanda sorge spontanea: ma com’è possibile che dal sito di ITA almeno l’1% e quindi le 106 mila persone che Tie dice di aver portato a ITA non siano andate nel sito di Tie quantomeno per curiosità?
Ammesso e non concesso che Tie di fatto sia una società che non opera attraverso i canali web perché ha registrato pochissimi accessi al sito, ma allora che cosa fa? E come’è possibile che abbia fatto incassare a ITA 36,4 milioni di euro con 106 mila utenti?
Il seguito di questa vicenda che riserverà delle incredibili sorprese alla prossima puntata.
(1- continua)
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