Ferragosto porta notizie e molti si chiedono quando la privatizzazione di ITA entrerà nel vivo, e cioè quando ci sarà l’effettivo passaggio del 41% a Lufthansa. Senza ulteriormente dover illustrare le tappe che dovrebbero portare nelle mani dei tedeschi un pezzettino della nostra compagnia di bandiera, è bene spiegare alcuni retroscena dell’ultimo mese che hanno portato il Presidente di ITA, Antonino Turicchi, a essere l’indiscusso capo della nostra compagnia di bandiera.



A metà luglio di quest’anno Lega e Fratelli d’Italia sembrano trovare una quadra sui grandi temi del Governo e sulla spartizione dei dossier più scottanti. In questa spartizione il dossier di ITA esce dalla mani della presidenza del Consiglio e viene messo a piene mani nel Mef e con la cogestione del ministero dei Trasporti, ergo nelle mani del duo Giorgetti-Salvini, che senza perdere più di tanto tempo predispongono immediatamente la riduzione del Cda da 5 a 3 membri e mettono nuovamente sullo scranno più alto del podio Antonino Turicchi che resterà ben saldo alla cloche di comando della neo compagnia di bandiera.



Ma perché una azione così repentina? Cosa ci sarebbe secondo i leghisti, da proteggere con così tanta preoccupazione?

Facciamo due passi indietro.

Più di qualcuno ha riferito di aver notato la presenza del patron del Gruppo MSC, il miliardario Gianluigi Aponte, ad alcune manifestazioni della Lega, così come Matteo Salvini, leader della Lega, non avrebbe quasi mai disertato il varo delle navi da crociera del gruppo svizzero/partenopeo. Non è passato inosservato neanche il fatto che lo stesso Ministro Giancarlo Giorgetti a luglio di quest’anno ha rilanciato il ruolo di Malpensa, che vedrebbe lo scalo varesino sempre più impegnato ad attrarre passeggeri anziché merci.



Ecco quindi di pochi giorni fa, la notizia che era già nell’aria e cioè l’acquisizione di Alis Cargo da parte della famiglia Aponte, che segna un percorso ben delineato da parte del patron di MSC che potrebbe mettersi di traverso sulla via dell’acquisizione del 41% da parte di Lufthansa di ITA Airways.

Gianluigi Aponte, con questa acquisizione, con molta probabilità potrebbe essere un’alternativa al progetto di acquisizione di Lufthansa del vettore di bandiera italiano. Infatti, nel caso in cui l’operazione con il vettore tedesco per qualsivoglia motivo non dovesse andare in porto, Aponte potrebbe proprio con Alis Cargo intervenire prontamente per acquisire la compagnia di bandiera italiana a un prezzo probabilmente nettamente superiore a quello offerto dai tedeschi. Insomma, il Governo si sarebbe creato un vero e proprio salvagente nel caso dovesse naufragare l’operazione con Lufthansa.

E se prima il Gruppo MSC avrebbe dovuto farsi accompagnare da un altro vettore per partecipare a un’eventuale gara o bando publico, così come previsto dal decreto di privatizzazione di ITA emanato dal Governo a febbraio di quest’anno, ora Aponte non sarebbe più legato ad alcun gruppo o compagnia aerea e sarebbe libero di poter presentare delle offerte di acquisizione della neo compagnia di bandiera senza dover rispondere a niente e a nessuno.

Non solo, le voci che corrono riportano che Aponte all’epoca non fosse soddisfatto della partnership con Lufthansa (non gli avrebbe garantito alcuna autonomia gestionale), con la quale avrebbe comunque dovuto condividere la gestione aziendale. Quindi, meglio soli.

L’operazione di Aponte, quindi, si potrebbe presentare come una novità assoluta nel panorama aeronautico italiano, ma non sarebbe l’unica ipotesi che il Governo avrebbe messo in pista. Sembra, infatti, che negli ultimi giorni siano ripresi fattivamente i contatti tra il nostro governo ed Air France. È evidente che la Lega non avrebbe gradito l’abbandono di Malpensa da parte dei tedeschi, e che stia cercando un partner più confacente sia alla visione che alle necessità di campagna elettorale del gruppo politico del carroccio, proprio in vista delle prossime elezioni europee, e Malpensa rappresenta un vecchio ma sempre in auge cavallo di battaglia. Secondo gli esperti, Lufthansa, inoltre, sembra non essere in grado di garantire nel piano industriale un numero di voli adeguato a poter sviluppare gli aeroporti italiani, almeno i più importanti, neanche con il supporto dell’algoritmo del Ministro del Made in Italy Adolfo Urso che rimetterebbe in discussione le tariffe e farebbe allontanare più di qualche low cost lasciando spazi liberi, che ITA potrebbe facilmente colmare se già potesse disporre di una flotta più consistente e adeguata.

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