La data fatidica per la chiusura dell’accordo con Lufthansa potrebbe essere il 21 aprile 2023. In quel giorno, infatti, il Cda di ITA dovrebbe riunirsi per prendere atto della volontà del Governo di cedere una quota azionaria a Lufthansa e quindi deliberare sulla proposta di aumento di capitale riservato dedicato proprio al colosso tedesco dei cieli. Poi la palla passerà all’Unione europea che molto probabilmente, entro due mesi dalla data dell’accordo, dovrebbe autorizzare l’operazione.



Il condizionale comunque è d’obbligo, dato che al momento non ci sarebbero conferme ufficiali. Negli ultimi giorni, infatti, le parti avrebbero lavorato incessantemente alla stesura dell’accordo che prevede per Lufthansa un ingresso “condizionato”.

Le condizioni poste da Lufthansa per la chiusura della trattativa sarebbero almeno 5 e il dossier si sarebbe sbloccato proprio in queste ultime ore.



1) Lufthansa non vuole detenere in questa fase più del 40% del capitale di ITA;

2) Una manleva sulle cause degli ex dipendenti di Alitalia;

3) La flotta non dovrà essere di più di 100 aeroplani nei prossimi 5 anni;

4) Lufthansa avrà mano libera sulla gestione della compagnia;

5) Lufthansa potrà acquisire il 100% di ITA, dopo che andrà in utile, quindi dal 2026.

Lufthansa, infatti, avrebbe fatto sapere al Governo che tutte le pregiudiziali inizialmente poste sulla trattativa, una volta ottenuta la manleva, sarebbero decadute e quindi non ci sarebbe più nessun ostacolo che potrebbe compromettere l’accordo.



In queste ore sarebbero anche emersi dei dettagli sulle cause degli ex Alitalia attualmente pendenti preso i vari Tribunali del lavoro. Da fonti riservate siamo venuti a conoscenza che solo uno degli avvocati coinvolti nelle varie cause avrebbe avuto accesso al contenuto del contratto di cessione degli assets di Alitalia a ITA.

Alcuni esperti indicano che la valutazione sul contenuto del documento sarebbe stata sorprendente: infatti, riferiscono che se ITA avesse reso pubblico quel contratto fin da subito, avrebbe reso la questione giudiziaria meno complicata e più semplice per l’azienda, mentre l’accanimento con il quale la compagnia di bandiera, che lo ricordiamo è stata dichiarata dal Consiglio di Stato a controllo pubblico e quindi obbligata all’accesso agli atti, avrebbe cercato di tenere segreto il documento a tutti i costi, lo avrebbe reso sostanzialmente una mina vagante insomma, un boomerang giudiziario, che molto probabilmente determinerà la soccombenza di ITA in almeno tre sessioni di primo di grado nelle cause attualmente in corso.

Un dato su tutti però determinerebbe questa soccombenza: e cioè il passaggio degli slot e cioè delle bande orarie di accesso agli aeroporti. Infatti, sarebbe proprio questo il problema principale per ITA e che determinerebbe la continuità aziendale, in quanto per una norma internazionale, e che anche l’Italia ha fatto propria, le bande orarie si possono ottenere in quattro modi: 1) richiedendoli direttamente al gestore/coordinatore che in Italia è Assoclearance; 2) attraverso lo scambio in sede di Conference Iata, che è una sessione mondiale dedicata allo scambio degli slot tra compagnie aeree; 3) attraverso il metodo dell’affitto dietro pagamento di un corrispettivo di locazione; 4) attraverso la cessione del un ramo di azienda in continuità aziendale. Ce ne sarebbe anche un quinto che però non è previsto dalla norma e cioè la vendita/cessione diretta, che attualmente non è sanzionabile e che comunque si configura come cessione di ramo di azienda.

Tutto ciò però non avrebbe scoraggiato Lufthansa, che a conti fatti e con l’aumento della flotta a quasi 100 unità entro il 2027, dovrebbe assumere circa 1.500 persone nei prossimi 5 anni e, quindi, andrebbe a risolvere gran parte delle diatribe in corso.

Ed è proprio qui che la partita si farà interessante. È molto probabile che Lufthansa cercherà di trovare una soluzione al problema molto prima di eventuali ricorsi in appello, dato che è nell’interesse del colosso tedesco dare sostegno allo Stato per evitare il perdurare della cassa integrazione agli ex Alitalia.

Lufthansa, inoltre, vorrebbe anche finalizzare il proprio know-how e le proprie competenze diplomatiche per evitare situazioni spiacevoli come quella che si sta verificando in Sicilia, dove la Regione ha recentemente inviato un esposto alla Procura di Roma, firmata dal presidente Renato Schifani, denunciando la “violazione delle norme sulla concorrenza e conseguente abuso di diritto da parte delle compagnie aeree”. Nell’esposto viene anche aggiunta l’ipotesi di abuso d’ufficio da parte di ITA che, essendo la compagnia aerea di proprietà del ministero dell’Economia e dunque esercente un pubblico servizio, avrebbe “arrecato ingiusti vantaggi patrimoniali al proprio bilancio ed ingiusti svantaggi patrimoniali ai viaggiatori”. L’esposto è stato inviato per conoscenza anche al ministero delle Infrastrutture, all’Enac e all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato.

Ma non sarebbe finita qui. Lufthansa avrebbe intenzione non solo di ridurre sensibilmente il contenzioso, ma di cancellare fin da subito la clausola dell’accordo sindacale che prevede per i nuovi ingressi degli ex Alitalia un periodo di 15 mesi a stipendio ridotto.

Per fare tutto ciò servirà un nuovo Cda in totale discontinuità con le gestioni passate ed ecco quindi che la data del 12 maggio 2023 indicata per la seconda convocazione dell’Assemblea di ITA a norma di statuto vedrà decadere gli attuali consiglieri in carica e la nomina di quelli nuovi già concordati tra il Governo e il partner tedesco.

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