L’impianto costitutivo di ITA e impostato d’allora capo del dicastero del Mise Stefano Patuanelli di comune accordo con Paola De Micheli, allora ministro dei Trasporti, non era stato concepito per fare soldi o per contenere i costi della compagnia aerea dello Stato, ma per fare degli ingenti investimenti nel settore aeronautico che avrebbero dovuto nel medio lungo periodo generare un profitto. Lo svantaggio di vedersi dimezzare la dotazione economica necessaria (da 3 miliardi a 1,25 miliardi di euro) e di essere partita in un momento molto particolare, cioè quello di aver incontrato sulla pista di decollo il Covid-19, è stato poi il momento più critico per ITA anche se alla conta dei fatti il taglio della dotazione a seguito delle note traversie che stanno attanagliando la nostra compagnia di bandiera impegnata su vari fronti giudiziari, da quello civile a quello penale, è una questione che l’attuale Governo sta sfruttando per accorciare i tempi di questa privatizzazione.
Partiamo parlando delle cause che gli ex dipendenti Alitalia hanno intentato contro ITA. Attualmente ci sono circa una ventina di circoscrizioni giudiziarie, con altrettanti Giudici, che sono impegnate a valutare i ricorsi che gli ex dipendenti di Alitalia hanno promosso contro ITA. Le cause sono state intraprese per vedersi riconoscere il famoso articolo 2112 del codice civile sulla continuità aziendale, quindi con l’espressa richiesta da parte di questi ex dipendenti oggi in cassa integrazione di essere “re-integrati” in ITA con l’applicazione del vecchio contratto di lavoro, quello appunto della ex Alitalia. Nessuna di queste cause, però, al momento li vede vincitori. Infatti, le prime sentenze che arrivano proprio dal Tribunale di Roma vedono il respingimento di tutti i ricorsi presentati.
E veniamo alla questione più spinosa che vede l’attuale presidente di ITA Alfredo Altavilla in rotta di collisione con l’azienda. Questo affaire, infatti, è diventata una vera e propria spy story. Ma ripercorriamo gli eventi. Nel febbraio di quest’anno il Governo Draghi vara un decreto che autorizza la privatizzazione della compagnia di bandiera indicando i termini della privatizzazione stessa.
A marzo di quest’anno si fanno avanti vari pretendenti, di questi rimangono in pista il gruppo Msc-Lufthansa, il fondo/consorzio americano Certares e il gruppo Indigo proprietario di Wizzaair. Intanto i media apprendono da fonti interne a ITA che in pole position per l’aggiudicazione della gara a trattare in via esclusiva con il Governo ci sarebbe il gruppo guidato dal magnate dei container Luigi Aponte, patron di MSC insieme al Gruppo Lufthansa di Carsten Spohr. Ma tutta questa attenzione verso il gruppo MSC-Lufthansa successivamente risulterà solo essere una campagna mediatica creata ad arte per generare una sorta di immagine positiva a favore della cordata italo-tedesca. Quando poi a luglio cade il Governo Draghi tutti i nodi vengono al pettine.
Con un blitz dell’ultimo minuto e grazie alla collaborazione di un manager di esperienza come Paolo Scaroni, Certares riesce ad aggiudicarsi la trattativa con il Governo per privatizzare ITA, grazie anche alla partnership sottoscritta con Delta e Air France-KLM. Solo a fine settembre verranno avviati i colloqui tra ITA e Certares per l’accesso alla virtual data room per visionare i dati sensibili della compagnia.
Il Prof. Francesco Giavazzi, deus ex machina delle nomine governative, dopo la caduta del Governo Draghi perde la propria influenza e quindi Alfredo Altavilla, Presidente di ITA che fino al quel momento aveva avuto sostanzialmente carta bianca, si ritrova senza sponsor e senza privatizzazione e cade in disgrazia.
Ed è proprio da qui che la spy story prende corpo. Certares a un certo punto denuncia al Tesoro di avere difficoltà ad accedere alla data room di ITA, e successivamente si viene a scoprire che un gruppo i dirigenti di ITA avrebbe cercato di compromettere la trattativa tra ITA e il fondo Certares per favorire il Gruppo MSC-Lufthansa. Viene aperta una indagine interna e si passano al setaccio le e-mail, i tabulati telefonici e gli sms di vari dirigenti e collaboratori coinvolti nelle operazioni di privatizzazione e si scoprono i contatti diretti tra un alto dirigente di ITA e il gruppo guidato da Carsten Spohr.
Il dirigente viene immediatamente licenziato in tronco, ma la storia è appena agli inizi. Nella spy story sarebbero coinvolti anche altri dirigenti e dipendenti di ITA: infatti, è difficile immaginare che questo giochino sia stato pensato e ordito da una sola persona. Ecco quindi che ai primi di settembre il Mef, informato della vicenda, scrive al Cda di ITA chiedendo più trasparenza sulle operazioni di privatizzazione e punta il dito contro Altavilla. Il primo atto ufficiale è proprio quello di sfiducia verso Altavilla da parte di sei consiglieri del Cda e che viene immediatamente avvallato dal Direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, il quale i ben informati descrivono furibondo con Altavilla reo di avere cercato di mettere il suo dipartimento in cattiva luce.
Verso la metà di ottobre, dopo due Cda di fuoco, quattro pareri pro veritate e due relazioni del collegio dei revisori, ad Altavilla vengono revocate tutte le deleghe operative ed è a Fabio Lazzerini che “tocca” prendere in mano le redini della compagnia e consentire a Certares e soci il pieno accesso ai dati della virtual data room. Di lì a poco Altavilla, che non si arrende alla decisone della maggioranza del Cda, intenterà causa ai sei consiglieri che lo hanno defenestrato.
In ITA intanto, l’indagine prosegue e si analizzano i vari documenti trovati, a un certo punto però vi è una svolta, viene coinvolta in questa indagine una nota società di investigazioni forensi di Bologna la Bit4law.
Dall’analisi dei documenti, infatti, erano emersi dei fatti molto preoccupanti. Viene alla luce un documento sotto forma di preventivo molto dettagliato e redatto da una nota agenzia di comunicazione che avrebbe dovuto costruire e poi pubblicare notizie false contro i detrattori del progetto ITA-Lufthansa, si parla di un vero e proprio dossieraggio contro chiunque si fosse messo di traverso al progetto MSC-Lufthansa. E a quel punto partono le denunce alla Procura della Repubblica così come è facile ipotizzare che qualora venissero accertati i coinvolgimenti diretti dei manager di ITA, oltre alle denunce per tentata turbativa d’asta, si aggiungerebbero quelle per corruzione e abuso di ufficio. Insomma, un vero e proprio terremoto.
Sicuramente nei prossimi giorni la Procura di Roma, che vorrà fare piena luce su cosa è effettivamente accaduto in ITA, del perché di questi incroci di rapporti nel momento più delicato della vita della compagnia di bandiera, e di altri fatti che molto probabilmente emergeranno più avanti in sede di indagine, vorrà sentire le persone coinvolte a vario titolo in questa vicenda, è non escluso che la Procura all’esito delle audizioni possa emettere qualche provvedimento di conseguenza.
Mettiamo in pausa per un istante la spy story, perché nel frattempo Certares ha cominciato a fare scouting per reclutare i membri da inserire nel Cda e a quanto ci risulta la stessa cosa la sta facendo il Mef. Dalle prime indiscrezioni emerge che il Governo abbia pensato di mettere al timone di ITA Luigi Gubitosi, già Commissario straordinario in Alitalia. Ma si fanno anche altri nomi. Contestualmente sono al lavoro anche i vari pontieri che hanno immediatamente aperto un canale di comunicazione con lo staff del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La nostra Primo ministro sembrava avesse dato un avvallo al consorzio americano Certares per cedere le quote di maggioranza della compagnia di bandiera, salvo poi, con l’investitura di Giancarlo Giorgetti al Mef, fare una retromarcia quando pochi giorni or sono non viene rinnovata a Certares l’opzione di trattare in via esclusiva.
Ma Giorgetti, che è un uomo che conosce bene i meccanismi e le pieghe della macchina politica e burocratica, avrebbe invece lanciato un messaggio molto chiaro a Certares: se volete chiudere l’accordo in tempi rapidi basta che versiate i soldi entro la data fissata per l’assemblea, di fatto l’11 novembre 2022. E sono proprio queste in sintesi le volontà di Giorgetti che nella seduta che si terrà in seconda convocazione l’11 novembre prossimo ha fatto inserire all’ordine del giorno della adunanza anche la revoca del Presidente e la modifica allo statuto per ridurre il numero dei consiglieri per la gestione della compagnia aerea.
In ultimo, ma non meno importante, è bene raccontare cosa sarebbe successo prima che Certares si aggiudicasse la trattativa in via esclusiva con lo Stato. Dall’ indagine interna di ITA vengono a galla anche alcune indiscrezioni su alcuni incontri e contatti diretti tra i vertici di Air France e Gianluigi Aponte, proprio durante le trattative per aggiudicarsi la gara voluta dal Governo per la privatizzazione di ITA. Sono contatti molto irrituali dove Air France avrebbe chiesto ad Aponte di saltare sul cargo di Certares lasciando a terra Lufthansa. Il tutto all’insaputa sia di Delta che di Certares stessa.
Ma perché Air France avrebbe chiesto ad Aponte una cosa simile? Innanzitutto per una questione economica e di impegni economici, in secondo luogo è bene sottolineare che la guerra per il controllo degli spazi europei si sta facendo molto cruenta, soprattutto in questo momento dove le compagnie aeree low cost hanno cominciato ad aumentare i prezzi dei biglietti a causa della guerra in Ucraina e del caro prezzi dell’energia e del carburante. Questo ha consentito alle major di rivedere le proprie stime al rialzo, potenziando certe direttrici e tagliandone altre proprio per accaparrarsi maggiori quote di mercato.
Le low cost, infatti, con il caro carburante non possono più permettersi di offrire un prezzo per i biglietti a 5 o 9 euro e questo ha determinato un generale innalzamento del prezzo medio per ogni singola tratta, in certi casi anche del 700-900%, quindi con prezzi molto vicini oseremmo dire quasi allineati a quelli delle compagnie cosiddette Full Service Carrier. L’occasione di potersi liberare delle low cost, soprattutto su destinazioni ad alto valore di traffico, è un fattore importantissimo per i vettori come Air France e Lufthansa alla costante ricerca di quote di mercato.
Ecco quindi che la partita su ITA riveste un fattore strategico non solo per sviluppare le potenzialità di ITA, ma per qualsiasi compagnia che vuole gestire il traffico sulle maggiori direttrici europee, in quanto l’aggiudicazione di ITA a uno piuttosto che a un altro vettore comporterebbe l’acquisizione non solo di quella specifica quota di mercato, ma la possibilità di creare una sorta di perimetro di protezione verso i competitor più aggressivi, con il risultato di avere un generale incremento del fatturato proprio sui voli domestici dove c’è molta concorrenza e un progressivo ma costante aumento dei volumi di traffico anche sulle destinazioni di lungo raggio, che è la vera cassaforte di tutte o quasi le compagnie aeree mondiali.
E c’è da scommettere che la spy story non sia finita qui.
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