Da una parte c’è un uccellino rosso. Dall’altra un calabrone. E mentre quest’ultimo, sfidando ogni legge della fisica (in questo caso finanziaria) vola a prendere Lukaku, Red Bird non è ancora arrivato e già si trova in cieli tempestosi. Ma cosa è successo al Milan, dove pochi giorni dopo lo scudetto si è rotto tutto?
Per capirlo bisogna andare a qualche mese prima. I vertici milanisti volano a Dubai per accordi commerciali. In quella sede il Ceo Ivan Gazidis incontra gli arabi di Investcorp, sponsorizzati da Mubadala, che hanno intenzione di prendere la squadra rossonera. Gazidis, il cui contratto è in scadenza a novembre 2022, ha da Investcorp la parola che verrà confermato. Un viaggio analogo fa anche Paolo Maldini, Direttore tecnico della squadra rossonera. Quest’ultimo torna a Milano addirittura con la promozione a Presidente, al posto di Paolo Scaroni, interessato a traslocare al vertice del Vicenza Calcio, un ritorno a casa per il manager ex Eni ed Enel.
Gli arabi proseguono nelle trattative e intanto, con l’avallo di Maldini, bloccano Antonio Conte, che non vede l’ora di lasciare il Tottenham.
Poi succede l’imprevisto. Investcorp e Elliott non trovano l’accordo. La trattativa si rompe sul fatto che il fondo di Paul Singer vorrebbe mantenere una quota del Milan per partecipare a una futura rivendita, e chiede anche una valorizzazione del 10% per lo stadio che si farà. Gli arabi dicono di no a entrambi i punti e l’accordo salta. A quel punto Elliott chiama Red Bird, un fondo molto più piccolo ma con capacità sportive, e chiude con loro. Gerry Cardinale, patron dell’uccellino rosso, non ha però la capacità finanziaria di fare l’operazione, e così Elliott rimane a bordo, sia nell’equity che come finanziatore, per approfittare di possibili guadagni futuri.
Elliott sa che Maldini e Gazidis si erano già promessi all’acquirente, e arriva lo showdown. La miccia l’accende l’ex capitano del Milan, che in un’intervista alla Gazzetta rilasciata tre giorni dopo l’inatteso scudetto, accusa Elliott, Red Bird e Gazidis di mancanza di rispetto, perché non hanno ancora confermato il contratto suo e del Direttore sportivo Frédéric Massara.
Un fulmine a ciel sereno che rovina la festa scudetto attesa per 11 anni dai tifosi rossoneri, che subito si spaccano: la maggioranza sta con Maldini, la minoranza con gli azionisti. Cardinale è costretto a incontrare l’ex terzino sinistro per trovare una quadra, che apparentemente si trova. Però Gerry torna negli Usa e Maldini continua a far sapere alla stampa che il suo contratto non è rinnovato, perché lui è Massara contestano il budget ridotto messo a disposizione da Red Bird, che gli impedisce di finalizzare gli acquisti di Renato Sanches e Sven Botman, giovani talenti del Lille.
Maldini sa come manipolare i tifosi, e li usa per combattere la sua vera battaglia: vuole diventare Amministratore delegato della parte sportiva, come il dirimpettaio Beppe Marotta all’Inter, approfittando del fatto che Gazidis lascerà a novembre, per “motivi personali”.
Così, a pochi giorni dal 30 giugno la situazione rimane fluida. Scaroni rimarrà Presidente, con l’obiettivo di chiudere finalmente la partita stadio, così come Stefano Pioli, che nel frattempo ha portato la squadra a vincere il campionato. Del nuovo Amministratore delegato si sa poco, anche se molti indizi portano a Giorgio Furlani, uomo di Elliott già presente nel Cda del Milan.
Maldini e Massara dovrebbero essere confermati, ma con quali deleghe e budget non è dato sapere. E i tifosi? I tifosi guardano sull’altra sponda del Naviglio, dove il calabrone appesantito da conti in rosso e debiti continua a inanellare colpi di mercato. E temono che l’Inter taglierà per prima il traguardo della seconda stella, che dista una lunghezza per entrambe le squadre di Milano.
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