Il mondo Rai, accantonato per il momento il grande dilemma di chi condurrà Sanremo 2025, è in agitazione per le nomine con l’avvicinarsi della fatidica scadenza triennale dei vertici aziendali. Giova ricordare che la legge che governa le nomine Rai, riscritta nel 2015 da Renzi, contiene diversi pesi e contrappesi, distinguendo tra ruolo del governo (in particolare del Mef) e i poteri del Parlamento. Dove quasi sempre si annidano manovre sottobanco e le maggiori difficoltà.
Ciò che si legge sui giornali di questi giorni, per ora, è solo il frutto di quello che potremmo chiamare il “clima” che si respira in azienda e di molti “desiderata” di probabili candidati. Si sa come funziona in politica: se non hai i numeri, tenti almeno di creare la “suggestione” di averli. In realtà i giochi sulle nomine Rai non si sono nemmeno aperti. E il tavolo è complicato, perché oltre alla Rai, ci sono da scegliere i vertici di Ferrovie dello Stato, Anas, Cdp, per citare le più importanti, più tutto il resto.
Al netto di quello che appare al momento solo un latente e potenziale conflitto personale tra Rossi e Sergio, che in base all’accordo stipulato oltre un anno fa dovrebbero scambiarsi i ruoli di amministratore delegato e direttore generale, il punto di frizione riguarda la posizione scoperta del presidente, che dovrebbe essere riservata ad una donna, e soprattutto deve ottenere un’ampia maggioranza in commissione vigilanza. È qui che entrano in gioco i problemi interni a Forza Italia.
Come sappiamo la candidatura sponsorizzata da alcuni giornali di Simona Agnes è direttamente espressione del gruppo che fa capo a Gianni Letta. Il vecchio braccio destro del Cavaliere non gode più del prestigio di una volta e prova ad infilarsi nelle nomine Rai dove trova ancora qualche spazio. Ma ormai Forza Italia è di Piersilvio, che vuole fuori tutta la vecchia guardia e punta ad un rinnovamento totale, per ottenere il quale si è affidato a Tajani, che a sua volta non è intenzionato a farsi teleguidare da nessuno.
Marco Pozzoni su TvBlog sembra non avere informazioni dirette da FI. La sua fonte è soprattutto FdI, e si è convinto che Giampaolo Rossi abbia chiuso un accordo in proprio con Letta tempo fa, durante una cena con la Agnes a casa Meloni. Ma non è oro tutto quello che luccica, dice il vecchio proverbio. Anche Mario Ajello sul Messaggero di venerdì scorso dava per scontata l’esistenza di un accordo sulla candidata di Letta. Giova ricordare che egli è tra l’altro l’autore dell’intervista “di lancio” di Simona Agnes, che si è dichiarata a sostegno di un’idea molto tradizionale di “servizio pubblico” e contro ogni ipotesi di privatizzazione. Argomento ridicolizzato da Dagospia, che ha rilevato argutamente il ruolo di bastian contrario di Gasparri in commissione vigilanza, che spingerebbe i sostenitori della Agnes a cercare sostegno tra i 5 Stelle, lasciando fuori il Pd.
Grandi manovre sulle nomine Rai, ma solo all’inizio, quindi. Partita tutta da giocare tra le forze di maggioranza alla vigilia di una tesissima campagna elettorale europea. Al momento nessuno sa come andranno davvero le cose, né per la Rai né per le altre aziende di Stato. Senza sottovalutare nel risiko che si è aperto il ruolo di Matteo Salvini, che vorrebbe mettere qualcuno di fidato in Ferrovie. Fin qui sono solo chiacchiere, diciamo la verità. Il che non significa che i palazzi romani non siano in fermento, e in parecchi si sono affrettati a prendere appuntamento con le nomine Rai per dopo Pasqua.
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