Le tensioni crescenti nel centrodestra stanno per concentrarsi come un fulmine sulla Rai. E a loro volta tutti in Rai – si respira un assordante silenzio da quelle parti – si preparano ad accogliere il dardo lanciato da Palazzo Chigi. Per “tutti in Rai” intendiamo quel variegato mondo di professionisti del salto in lungo (o in largo) – da uno schieramento ad un altro, da un partito di sinistra a quello di destra – con l’unico obiettivo di conservare un posto, conquistare una trasmissione, portare a casa quell’agognato passaggio di livello.
I primi mesi del governo hanno fino ad oggi prodotto molto poco per i seguaci del centrodestra. Da anni osteggiati e tenuti ai margini del potere “vero”, gli uomini e le donne che hanno atteso anni per vedere la vittoria della destra sono però fiduciosi che il momento in cui le cose cominceranno a cambiare sta per arrivare. E infatti quel giorno non sembra dover tardare ancora molto. La premier ha messo a punto la sua “mossa del cavallo”, la decisione che da sola ribalterà gli equilibri interni all’azienda.
La Meloni non vuole affrontare la questione troppo alla lontana, né vuole perdere tempo a mediare con alleati e poteri forti. Da donna politica esperta ha infatti sin dal primo momento colto il punto, ha cercato e ha individuato la scelta che da sola modifica gli equilibri nel Cda e al tempo stesso cambia la guida, la leadership aziendale e la gestione quotidiana. E la decisione consiste nel mandare a casa subito l’amministratore delegato Carlo Fuortes. Che a sua volta sa benissimo che deve accettare il diktat di Palazzo Chigi, non può tirare troppo la corda se vuole ottenere una concreta contropartita (come ad esempio la direzione di un grande ente lirico).
A giorni tutto questo accadrà. E da sola questa “mossa” riporterà la maggioranza del Cda a favore del centrodestra e soprattutto assegnerà un ruolo di comando a Fratelli d’Italia che – è bene ricordarlo – è l’unico partito a essere stato escluso in occasione delle nomine fatte da Draghi. Il cambio della maggioranza e l’individuazione di un nuovo amministratore delegato di diretta emanazione della Meloni determinerà a cascata la grande rivoluzione che tutti attendono.
Anche la Lega e Forza Italia sono ora costrette ad accettare che a condurre le danze siano Palazzo Chigi e la premier. Brucia ancora il tradimento perpetrato ai danni di Fratelli d’Italia per assecondare gli interessi economici del gruppo di famiglia del leader storico di Forza Italia. E nessuno può negare che la premier ha tutto il diritto di rivendicare ora il ruolo di comando.
La prima che uscirà dai giochi è già da qualche settimana sull’uscio con le valigie pronte: la prima testa a cadere sarà quella della direttrice del Tg1 Monica Maggioni. Il suo schierarsi apertamente in questi mesi a favore di Draghi e del centrosinistra è servito solo in parte a coprire i clamori insuccessi. Nonostante i tentativi di presentarsi come volto nuovo del telegiornale della prima rete, gli ascolti sono peggiorati inesorabilmente. Pesano oggi i suoi dissapori con tutti gli altri volti noti di Rai1 – da Bruno Vespa a Francesco Giorgino – che ora non aspettano altro che assaporare la vendetta e vederla ritornare in qualche ufficetto di Saxa Rubra.
Tra i tanti errori dell’autoritaria direttrice c’è anche da annoverare la ridicola reazione messa in scena contro Fiorello, che aveva chiesto per il suo nuovo programma del mattino una fascia oraria a disposizione del Tg1. Sappiamo tutti come è finita: Fiorello è passato a Rai2, la sua trasmissione ha battuto tutti i record di ascolto e il secondo canale è risorto, facendo fare alla Maggioni l’ultima pessima figura.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.