Come sottolineava Von Clausewitz, la guerra è un camaleonte e la disinformazione riveste un ruolo determinante nel contesto della guerra psicologica, potendo assumere diversi volti.

Uno di questi è la disinformazione contro-offensiva, che fu praticata e attuata dal servizio segreto interno francese negli anni 80. Essa consiste nel disturbare, persino mettere in discussione il dispositivo difensivo o offensivo avversario, rivelando compromissioni di cui i suoi ufficiali si sarebbero resi colpevoli.



Proprio nel periodo citato il direttore della DST (Direction de la Surveillance du Territoire) Yves Bonnet si servirà dell’abilità di Jean-Pierre Pochon, commissario divisionale precedentemente direttore regionale dei Servizi generali alle Antille-Guyana, creando la sotto-direzione B di un servizio di disinformazione.



Pochon ha alle spalle un passato di grande poliziotto, illustrato dall’arresto di Jean-Marc Rouillan e Nathalie Ménigon, i fanatici animatori di Action directe, che, sfortunatamente, il nuovo governo socialista del 1981 beneficia dell’amnistia e rilascia in libertà. I nuovi Bonnie e Clyde degli anni 80 manifesteranno il loro riconoscimento assassinando l’ingegnere generale René Audran nel 1985 e Georges Besse nel 1986.

Pochon conosce i meccanismi della manipolazione, sa giocare con i sentimenti e le reazioni. E dimostrerà la sua capacità di fronte a un’offensiva di disinformazione lanciata dal KGB contro il servizio interno francese.



Stiamo parlando del caso Yuri Blankov. È nel corso del 1984 che i servizi francesi entrano in relazione con un curioso personaggio. È sovietico, si presenta come il protetto di un generale del KGB e si dichiara disposto a fornire informazioni; una sorta di “remake” del caso Vladimir Vetrov. La prima reazione è la diffidenza. Questo agente del KGB riceverà il soprannome di Cormeilles e fornirà presto informazioni su sé stesso ed altri difficilmente verificabili, per esempio su personalità attenzionate dal KGB, un collaboratore di Pierre Mauroy, un membro del gabinetto di Charles Hernu, un prefetto, un sotto-prefetto. Proporrà al direttore del servizio segreto interno francese di inviare a Mosca una brava signora, Madame Bernard, che incontra un misterioso personaggio, circolando in una Volga nera sulla corsia di sinistra delle autostrade, riservata alle alte personalità. Il servizio segreto francese avrà anche modo di conoscere una finlandese che si sposta frequentemente da Helsinki a Leningrado.

Fino a quando arriva una svolta importante: grazie alla confidenza di un amico della CIA, il direttore dell’intelligence francese accerterà che Blankov ha un parente ben introdotto a Mosca e dei mezzi finanziari importanti messi a sua disposizione dal KGB. Non sarà di questo parere invece l’intelligence britannica, che riterrà Blankov un “falsificatore” con lo scopo di monetizzare informazioni prive di rilevanza. Per questioni di prudenza il direttore del servizio segreto francese non procederà oltre e il dossier di Blankov sarà chiuso con un punto di domanda: vero collaboratore o mistificatore?

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