La storia, ricostruita in anni di indagini dal quotidiano Repubblica insieme ai colleghi tedeschi di Der Spiegel, a quelli inglesi di The Insider e al sito investigativo Bellingcat, della spia russa “Maria Adela”, che per anni, fino al 2018, si è infiltrata tra il personale della base Nato e della VI Flotta statunitense a Napoli (il vertice militare occidentale in Europa), è talmente banale che sembra la sceneggiatura di un brutto film di spionaggio.
Non è uno scoop, in realtà, perché era già nota a chi si occupa di spionaggio, come ci ha detto Stefano Piazza, analista, esperto di sicurezza e terrorismo da noi intervistato. Ma nella sua banalità questa storia ci dice di come le ombre lunghe dello spionaggio siano sempre in grado di far breccia: una donna, giovane, carina, che attira le simpatie di alti ufficiali e uomini di potere, una Mata Hari del Terzo millennio. Il problema, come ci ha spiegato Piazza, è che “l’Italia è il ventre molle del dispositivo politico e militare occidentale, qui i russi hanno fatto per anni quello che volevano, anche grazie ad amicizie altolocate, come quella tra Berlusconi e Putin. Abbiamo aperto loro i cancelli e ogni tipo di porta e questo è il risultato”.
Questa storia comincia in Sudamerica, dove alla ragazza, che si scoprirà essere figlia di un ex ufficiale dell’esercito russo, viene costruita una falsa identità: in Perù le vengono forniti un certificato di nascita e un attestato di battesimo in una parrocchia che all’epoca dei fatti non esisteva neppure. Questo ci dice come quel continente, dopo aver accolto i gerarchi nazisti, continui a essere una zona grigia del mondo dove si può far di tutto?
Assolutamente sì. In America Latina ci sono paesi come la Colombia, la Bolivia, il Venezuela in particolare, e Cuba dove russi e iraniani fanno quello che vogliono. Pensiamo alla presenza iraniana in Venezuela e ai rapporti stretti da Teheran con Chavez prima e Maduro dopo. Molti rapimenti di dissidenti iraniani in Sudamerica hanno come tappa intermedia il Venezuela, con il consenso del regime. Il fatto che ci siano attività di spionaggio non deve stupire, lì accade di tutto: traffici di ogni tipo di droga, di armi e anche di esseri umani. La ’ndrangheta ha uomini che vivono e soggiornano al sicuro in quei Paesi. Se si vuole costruire l’identità di una spia, in America Latina lo si può fare comodamente.
Non è la prima volta che scopriamo qualcosa del genere. Ricordiamo il caso del capitano di fregata Walter Biot: arrestato nel 2021 mentre intascava il denaro degli 007 russi, era in servizio allo Stato maggiore della Difesa, dove fotografava dossier delicati in cambio di soldi. Che spessore ha questa ragnatela e che ruolo hanno i paesi “ospiti”, in questo caso il nostro?
Tutti i casi di cronaca di questi ultimi anni ci dimostrano che l’Italia è il ventre molle per queste attività. Negli scorsi anni Putin e i suoi collaboratori più stretti hanno potuto godere di grandi amicizie. Uno come Dugin è venuto da noi accolto con tutti gli onori un sacco di volte.
Si riferisce ad amicizie come quella tra Berlusconi e Putin?
Non dico certo che Berlusconi passasse a Putin segreti di Stato, ma ha agito certamente in modo superficiale, permettendogli di “mettere le tende” da noi. Putin in Italia può contare su amicizie solide, rapporti molto forti, decine di associazioni che operano per lui, partiti politici che hanno stretto accordi con il suo partito, rapporti privilegiati. Ricordiamo che Salvini nel giugno scorso voleva andare a Mosca, o i rapporti di certi leghisti (Gianluca Savoini, ndr) con affaristi ambigui a Mosca. Le infiltrazioni sono rese possibili da un Paese che è stato a lungo, fino all’arrivo di Draghi, una porta aperta.
C’è poi il caso dell’invio in Italia di medici russi.
Esatto, non dimentichiamo quella che rimane la più clamorosa operazione di intelligence a cielo aperto che è stata Dalla Russia con amore al tempo della pandemia, grazie al governo Conte. Decine di finti medici che girarono per mesi nel nostro Paese e nessuno che sappia esattamente che contributo abbiano dato. Sappiamo tutti che la sanità russa è un disastro, il loro vaccino ancora peggio, cosa hanno fatto costoro Conte si è dimenticato di spiegarcelo. Dimostrazione classica di quello che è stato in grado di fare Putin. Sono cose che arrivano non casualmente: gli anni in cui operò in Italia questa donna erano quelli in cui la pressione russa era fortissima.
Secondo Repubblica, “nessun agente russo era mai riuscito a penetrare così in profondità il vertice dell’Alleanza atlantica”. È davvero così?
Mi sembra una definizione un po’ ottimistica. Credo sia ottimistico dire che è la prima volta che accade, piuttosto direi che questo caso è solo la punta dell’iceberg.
Ma in realtà questi personaggi cosa ottengono? Non sembra che la Nato sia stata seriamente danneggiata grazie al loro spionaggio.
Riescono comunque a ottenere informazioni, fotografare piani, magari non ottengono i risultati sperati, però riescono a infiltrarsi. Pensiamo a cosa c’è a Bruxelles: non si contano più le spie russe, iraniane e turche.
C’è un modo per contrastare queste infiltrazioni?
Il grande problema sono le ambasciate e i consolati. Fino a quando non si andrà a verificare cosa fanno esattamente queste dozzine di impiegati che fingono di lavorare al loro interno e non si procederà finalmente a vagliarle ed espellerle, ci troveremo sempre personaggi ambigui in giro.
Anche l’Occidente ha spie che agiscono a Mosca?
Tutti spiano tutti. La differenza è che noi non cerchiamo di sovvertire il voto di libere elezioni come invece cerca di fare la Russia da anni.
(Paolo Vites)
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