I legami che uniscono Berezovsky a Litvinenko sono forti: il miliardario russo ha persino comprato una casa al suo “protetto” nel nord di Londra. Informazioni non confermate lasciano intendere che paghi mensilmente Litvinenko.

Ma ci sono altre interessanti relazioni da prendere in considerazione: quella con Alexander Goldfarb, medico e consulente legale di Berezovsky, che ha aiutato la famiglia Litvinenko a ottenere l’asilo politico nel 2001. Avendo conosciuto Litvinenko in prigione in Russia, è forse stato lui a organizzare la sua defezione; Akhmed Zakaïev, “ministro” degli Esteri degli indipendentisti ceceni in esilio a Londra, grande “amico” di Berezovsky; Oleg Gordievski, ex residente del KGB a Londra nel 1982, è sospettato di tradimento dai suoi datori di lavoro e arrestato durante uno dei suoi soggiorni in Russia. Il MI6 organizza allora una formidabile missione di esfiltrazione che lo riporta a Londra nel 1985. Il colonnello Gordievski è considerato il più alto grado del KGB passato all’Occidente durante la Guerra fredda. Infine il brigadiere generale Oleg Kalugin, che fu uno dei superiori gerarchici di Litvinenko nel KGB. Condannato a 15 anni di prigione da Mosca per aver criticato il KGB, si rifugia negli Stati Uniti.



Il 1° novembre 2006, Litvinenko si ammala. Ricoverato dapprima all’Ospedale Barnet, è trasferito il 17 a quello dell’University College di Londra. A questa data, i medici diagnosticano un avvelenamento da tallio, ma scopriranno più tardi che si tratta di polonio 210. Il giorno in cui ha iniziato a sentirsi male, Litvinenko ha incontrato verso le 15 Mario Scaramella, un ex consulente italiano, il quale aveva richiesto un incontro tramite e-mail poco tempo prima. Voleva fargli prendere conoscenza di un messaggio di quattro pagine in cui si parlava dell’assassinio, il 7 ottobre 2006, della giornalista russa Anna Politkovskaia e in cui erano presenti i nomi di agenti del FSB.



Litvinenko ha dichiarato agli investigatori di essersi stupito che il suo corrispondente italiano avesse fatto il viaggio solo per sottoporgli un documento che avrebbe potuto facilmente inviargli per e-mail. Scaramella è stato consulente della commissione parlamentare italiana “Mitrokhin” che indaga sulle attività del KGB in Italia durante la Guerra fredda ed ha avuto contatti con i servizi segreti italiani (SISMI), con il FSB e con la CIA. Quanto ai dettagli, è Litvinenko che ha condotto Scaramella al ristorante giapponese Itsu di Piccadilly Circus. Scaramella è stato il solo a consumare, mostrando nervosismo. È possibile che non sia stato in quel momento che è stato avvelenato. In effetti, secondo le parole del consulente italiano – ma come crederci –, Litvinenko ha iniziato a non sentirsi bene durante quell’incontro.



Litvinenko ha poi incontrato all’Hotel Millennium, situato nel quartiere di Mayfair, nel centro di Londra, due russi con i quali avrebbe preso un tè. Uno di loro è un vecchio conoscente di Litvinenko: Andreï Lugovoy, che ha servito nel KGB nel 9° direttorato (protezione delle personalità) prima di diventare agente di sicurezza e poi imprenditore. Lugovoy è sempre accompagnato da Dmitri Kovtun, anch’egli ex del KGB. I due uomini sono descritti come guardie del corpo, accompagnatori o uomini d’affari. Quel giorno, a Litvinenko viene servito del tè, che non beve perché troppo caldo, e un sorso di acqua minerale. È in questo momento che è stato probabilmente avvelenato.

Dopo aver lasciato l’hotel, Litvinenko si sente sempre peggio e il suo stato di salute si deteriora rapidamente. Viene ricoverato d’urgenza il 1° novembre 2006. I sintomi sono gravi: caduta dei capelli, problemi gastrointestinali, dolori addominali intensi. Inizialmente si pensa a un avvelenamento da tallio, ma l’analisi delle urine rivela un’altra verità: la presenza di polonio 210, una sostanza radioattiva altamente tossica. Litvinenko dichiara di essere stato avvelenato dal governo russo, specificando che è stata una vendetta del presidente Putin. La notizia si diffonde rapidamente e diventa un caso internazionale. Litvinenko muore il 23 novembre 2006.

Le indagini si concentrano su Lugovoy e Kovtun, i due russi incontrati al Millennium Hotel. Le tracce di polonio 210 vengono trovate in vari luoghi visitati dai due uomini a Londra e lungo il loro itinerario di viaggio. Entrambi negano ogni coinvolgimento e tornano in Russia, dove il governo rifiuta di estradarli. La relazione tra Litvinenko e Berezovsky, noto oppositore del governo russo, viene esaminata attentamente. Si sospetta che quest’ultimo possa aver avuto un ruolo nell’operazione, ma non emergono prove concrete.

Il caso Litvinenko solleva numerosi interrogativi sulla politica russa e sulle modalità utilizzate dai servizi segreti. La sua morte diventerà un simbolo della lotta contro il potere autoritario e della pericolosità di opporsi al regime di Putin.

(2 – fine)

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