Sul piano operativo un ufficiale che svolse un ruolo determinante nel contrastare la presenza del Fronte di liberazione in Algeria applicando le tecniche di tortura fu Paul Aussaresses. Come ricorda l’autrice Marie Monique Robin nel suo saggio, l’ufficiale francese sarà uno dei migliori agenti del Servizio di documentazione esterna e di controspionaggio francese e uno dei maggiori esponenti dell’unità speciale dei paracadutisti denominata battaglione 11º Choc. Un altro esponente di grande rilevanza fu il colonnello Roger Trinquier, autore nel 1961 de La guerra moderna, vero e proprio saggio della lotta antisovversiva cioè anticomunista.
Un altro passaggio fondamentale è costituito dall’anno 1957 quando in Francia una delle più prestigiose riviste militari, e cioè la Rivista militare di informazione, pubblicò le riflessioni proprio sulla guerra rivoluzionaria raggiungendo in breve tempo una tiratura di 52mila esemplari, segno questo che ormai in Francia la riflessione su quell’esperienza era diventata centrale per lo stato maggiore francese. Lo dimostra d’altra parte il fatto che nel 1955 il generale francese Libermann invierà al ministero della Difesa un saggio proprio sulla guerra rivoluzionaria e che l’ufficiale Louis Pichon pubblicherà un articolo intitolato Caratteri generali della guerra insurrezionale proprio sulla Revue militaire générale nel giugno del 1957, rivista ufficiale della Nato in lingua francese. Sul piano operativo uno dei maggiori contributi è certamente quello fornito da Marcel Bigeard con la fondazione nel 1958 del Centro sulla guerra sovversiva. Un altro autore di grande rilevanza è certamente Jacques Hogard, che in un breve articolo intitolato Tattica e strategia della guerra rivoluzionaria trae le implicazioni politiche sulla guerra rivoluzionaria arrivando esplicitamente ad affermarne le implicazioni totalitarie.
Per quanto concerne l’influenza che la riflessione francese ebbe a livello globale, la Robin sottolinea come presso la Scuola di guerra francese negli anni 50 passarono moltissimi ufficiali dell’America latina, oltre che degli Stati Uniti e dell’Europa. In totale furono 35 le nazionalità che si formarono all’interno della Scuola di guerra francese. Ma certamente anche il Centro di istruzione alla pacificazione e alla controguerriglia di Arzew ebbe modo di influenzare profondamente numerosi ufficiali provenienti dai più diversi continenti. Un esempio – opportunamente citato dall’autrice – è la formazione ricevuta dagli ufficiali che provenivano dal Congo belga. Inoltre questo centro era frequentato regolarmente da ufficiali che provenivano dal Portogallo e che poi avranno modo di applicare sul piano operativo la riflessione sulla guerra rivoluzionaria sia in Angola che in Mozambico.
Per quanto riguarda l’Argentina, la riflessione sulla guerra rivoluzionaria prenderà piede verso la fine degli anni 50 grazie al colonnello Carlos Rosas. La sua influenza sarà di tale importanza che, presso la Scuola di guerra argentina, verrà realizzato un ciclo di studi intitolato La guerra rivoluzionaria comunista. L’importanza di questa riflessione sarà tale che nel febbraio del 1960 verrà creato un accordo tra il governo francese e quello argentino, accordo che prevedeva la realizzazione di una missione permanente di ufficiali militari francesi che si recherà in Argentina per addestrare gli ufficiali argentini alla guerra rivoluzionaria.
Un altro ufficiale francese che svolgerà un ruolo fondamentale nella formazione di ufficiali argentini sarà certamente il generale Robert Bentresque. Proprio questo ufficiale avrà modo di dimostrare a più riprese la dottrina della guerra rivoluzionaria francese, sia presso la Scuola superiore di guerra, sia presso la Scuola superiore di meccanica della marina, che, come sappiamo, diventerà uno dei principali centri di tortura della dittatura militare di Videla. E sarà sempre il generale francese a tenere un ciclo di conferenze sulla guerra sovversiva presso la Scuola di guerra di Montevideo in Uruguay. Ad ogni modo le riflessioni di Bentresque troveranno modo di essere rielaborate in un manuale teorico e pratico argentino pubblicato nel 1962 dal titolo eloquente Istruzioni per la lotta contro la sovversione. Sempre negli anni 60 – e più precisamente nel 1963 – sarà tradotto in Argentina il saggio sulla guerra moderna di Trinquier. Tuttavia, colui che certamente ha maggiormente influenzato gli uomini d’arme argentini, secondo l’autrice, è stato Georges Grasset, guida spirituale dell’Oas. Per quanto riguarda il Congo belga il generale de Gaulle – grazie all’azione clandestina di Jacques Foccart – sostenne il colonnello Mobutu e per placare le truppe ribelli si servirà proprio di Roger Trinquier.
Ma certamente una parte del saggio di grande rilevanza è quella relativa agli Stati Uniti. Dietro sollecitazione di Robert McNamara, il ministro della Difesa francese Pierre Messner inviò alcuni ufficiali a Fort Bragg, dove si trova il centro delle forze speciali, per addestrarle a contrastare i Vietcong. Guarda caso tra questi vi sarà Paul Aussaresses, che avrà modo di illustrare le sue riflessioni nel 1961. L’esito concreto di questa influenza sarà l’operazione Phoenix contro i Vietcong, che da un punto di vista strategico è modellata proprio sulla battaglia di Algeri.
Ritornando alla presenza francese in America, Paul Aussaresses era stato preceduto nel 1955 da Larechoy, che dietro invito del segretario della Difesa fu invitato a tenere un ciclo di conferenze a Fort Bragg, dove addestrerà una cinquantina di ufficiali all’interno del Centro di guerra psicologico. Ma certamente il maggiore diffusore delle idee francesi negli Stati Uniti sarà Bernard Fall, considerato uno dei più influenti storici militari del suo tempo e collaboratore del New York Times. Per quanto riguarda l’elaborazione teorica della guerra rivoluzionaria, l’esponente di maggiore spicco sarà David Galula, che pubblicherà negli anni 60 certamente il saggio di maggiore spessore teorico sulla guerra rivoluzionaria grazie ai finanziamenti della Rand Corporation, uno dei maggiori pensatoi americani. Stiamo alludendo a Pacificazione in Algeria.
Naturalmente nel saggio della Robin non poteva mancare un ampio riferimento all’Oas, il cui modus operandi anticipa a tutti gli effetti gli squadroni della morte presenti in molte dittature militari dell’America latina. Guarda caso proprio un esponente di questa organizzazione – stretto collaboratore della polizia politica portoghese e cioè della Pide sotto Salazar – sarà Guérin-Sérac. Difficile non constatare le numerose coincidenze.
(2 – fine)
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