Alla luce delle indagini di Guido Salvini ma anche a seguito delle ricerche del giornalista investigativo Andrea Sceresini nel saggio Internazionale nera (Chiarelettere, 2017) in relazione al ruolo rilevante che svolse l’Aginter Press fondata ufficialmente – e precisiamo ufficialmente, visto i legami internazionali che questa agenzia stampa fittizia costruì nel corso della sua attività – da Yves Marie Guillou alias Guérin-Sérac, possiamo affermare senza ombra di smentita l’esistenza di alcuni dati di fatto acclarati, ma nello stesso tempo non possiamo esimerci dal formulare ipotesi di natura investigativa che allo stato attuale non possono essere verificate per mancanza di documenti ufficiali, documenti che potrebbero essere trovati o in archivi privati o negli archivi dei servizi di sicurezza (alludiamo a quelli della Pide portoghese, a quelli dei servizi segreti italiani, certamente a quelli dei servizi segreti francesi e a quelli americani).
Vediamo, seppure in breve, di illustrare i dati di fatto acclarati.
In primo luogo è evidente, alla luce dell’inchieste svolte dalla magistratura e dai giornalisti italiani, che l’Aginter Press svolse un ruolo di grande rilevanza nella strategia della tensione in Italia grazie ai legami con Ordine nuovo, ed in particolare con Vincenzo Vinciguerra e Stefano delle Chiaie.
In secondo luogo questa agenzia stampa svolse un ruolo di infiltrazione, intossicazione e destabilizzazione all’interno dei gruppi dell’estrema sinistra sia in Europa che in paesi extraeuropei.
In terzo luogo sono acclarati i legami con la Organizzazione Gehlen, con l’amministrazione Reagan e con quelli dell’organizzazione John Birch Society, una delle più influenti associazioni della destra americana, che fungeva da punto di contatto con i servizi segreti di Washington.
In quarto luogo Guérin-Sérac, il fondatore di questa agenzia stampa, svolse un ruolo di estrema rilevanza nel contrasto della presenza comunista in Africa per conto del Portogallo.
Ma esistono – arrivati a questo punto – domande del tutto legittime e quindi ipotesi investigative altrettanto legittime, alcune delle quali non sono state formulate né in forma implicita né in forma esplicita dai principali studiosi di questo argomento. A cosa stiamo alludendo nello specifico?
Incominciamo dalla prima ipotesi.
Il fondatore di questa agenzia ebbe una lunghissima esperienza all’interno dell’Oas (Organisation de l’armée secrète) e quindi all’interno della guerra di Algeria. Questa esperienza militare si rivela a nostro avviso decisiva nella formazione della strategia della tensione, perché proprio in questo contesto storico verranno apprese le principali tecniche di guerra non ortodosse fra le quali la guerra psicologica. Ciò che stiamo affermando in sede storica è che l’esperienza maturata durante la guerra di Algeria e durante la guerra terroristica posta in essere dall’Oas ha costituito certamente una matrice importante per comprendere la genesi storica e strategica della strategia della tensione. Quanto verrà esplicitato durante il convegno promosso dall’Istituto Pollio nel 1965 è anche frutto di una rielaborazione dell’esperienza in gran parte maturata durante la guerra d’Algeria e durante la guerra non convenzionale dell’Oas contro il generale De Gaulle.
Passiamo alla seconda ipotesi.
Un’altra ipotesi verosimile sotto il profilo investigativo e che risulta evidente – diremo verosimile – è l’esistenza di legami, non dimostrabili allo stato attuale in sede storica per mancanza di documentazione ufficiale, tra questa agenzia stampa e i servizi segreti francesi che, al pari di quelli degli altri Paesi europei, svolsero un ruolo nella strategia della tensione tutto quanto da chiarire.
Una terza ipotesi è relativa al ruolo – tutto da dimostrare naturalmente in sede storica – che svolse la Pide di Salazar nella strategia della tensione in Europa.
Passiamo alla quarta ipotesi. Le indagini della magistratura, come quelle dei giornalisti investigativi e degli storici, hanno sottolineato l’importanza che la Svizzera ebbe come luogo per stabilire i contatti fra questa agenzia stampa e uomini dei servizi di sicurezza ed estremisti europei, ma anche come luogo per organizzare i campi di addestramento per le azioni di destabilizzazione. Ora ci domandiamo: è possibile che i servizi segreti svizzeri non abbiano avuto sentore di queste attività? O le hanno invece coperte? E se lo hanno fatto dietro mandato di chi?
Quinta ipotesi. Quali rapporti ci sono stati tra questa agenzia di stampa e l’Uar (Ufficio affari riservati) di Federico Umberto D’Amato, personaggio chiave per comprendere la strategia della tensione in Italia? Da quello che possiamo desumere certamente di collaborazione. Ma anche di coordinamento? Ma soprattutto – e di conseguenza – ci sono stati legami diretti o indiretti tra questa agenzia stampa e la P2 di Licio Gelli?
Sesta ipotesi. Attraverso quali canali, banche o società di copertura, veniva erogato il denaro a quest’agenzia di stampa? Ma soprattutto, quali furono le fonti di finanziamento di quest’agenzia a parte quelle ormai acclarate che provenivano dal Portogallo?
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