Il New Straits Times, periodico della Malesia, ha riferito che un uomo palestinese è stato rapito in un’operazione del Mossad di “snatch and grab” (rapimento lampo) a Kuala Lumpur. Entriamo nel dettaglio.
Si ritiene che l’agenzia di intelligence israeliana Mossad sia dietro il rapimento di un palestinese che è stato prelevato da una strada nella capitale Kuala Lumpur e interrogato prima di essere liberato dalla polizia. Il New Straits Times ha riferito martedì che il programmatore di computer palestinese è stato “impacchettato” in una delle due auto in attesa da quattro uomini coinvolti nell’operazione “snatch-and-grab” la notte del 28 settembre. L’uomo rapito – la cui identità non è stata rivelata – è stato picchiato mentre veniva condotto in una casa alla periferia della capitale dove, bendato e legato a una sedia, è stato interrogato durante una videochiamata su questioni relative all’organizzazione politica palestinese Hamas e alla sua fazione armata, le Brigate Al-Qassam.
Gli israeliani volevano conoscere la sua esperienza nello sviluppo di applicazioni per computer, le competenze di Hamas nello sviluppo di software e volevano conoscere i punti di forza dei membri della Brigata Al-Qassam.
La fonte ha anche affermato che la squadra di rapitori – identificati come malesi – aveva “pasticciato” l’operazione, poiché aveva lasciato scappare un secondo palestinese. Inoltre gli agenti malesi non si erano coperti il viso e non avevano apposto false targhe di immatricolazione sui loro veicoli. Il secondo uomo, descritto come “la preda più pregiata”, ha potuto lanciare l’allarme alla polizia che ha rintracciato le targhe delle auto in una casa dove sono stati arrestati i rapitori e l’uomo liberato. Una “fonte malese ben informata” ha riferito che un’indagine aveva scoperto una “cellula del Mossad” nel Paese coinvolta nello spionaggio di siti importanti, compresi gli aeroporti, e nel tentativo di penetrare “compagnie elettroniche governative”.
La fonte ha affermato che il Mossad aveva impiegato agenti malesi addestrati in Europa per portare a termine l’operazione. Nello specifico il Mossad ha reclutato una cellula di almeno 11 malesi con lo scopo di individuare gli attivisti palestinesi.
A proposito del presunto ruolo del Mossad nel rapimento in Malesia, il Jerusalem Post ha affermato martedì che durante il conflitto Israele-Hamas nel 2021 – che ha ucciso più di 230 persone a Gaza e 12 in Israele – l’agenzia israeliana ha affermato che era “la loro politica prendere di mira attivisti di Hamas ovunque”.
Non è la prima volta che le cronache riportano un’operazione del Mossad in Malesia. Il servizio segreto israeliano era stato precedentemente collegato all’assassinio nel 2018 dell’accademico palestinese Fadi al-Batsh, 35 anni, ucciso a colpi di arma da fuoco mentre si recava alla preghiera del mattino a Kuala Lumpur. Ahmad Zahid Hamidi, l’allora vice primo ministro della Malesia, aveva affermato all’epoca che si credeva che i sospetti fossero europei con legami con un’agenzia di intelligence straniera. La polizia ha riferito che i due aggressori avevano aspettato al-Batsh, un membro di Hamas, davanti a un edificio residenziale nel distretto di Setapak di Kuala Lumpur per quasi 20 minuti, sparando almeno 10 proiettili, quattro dei quali lo hanno ucciso all’istante.
Tre osservazioni per concludere. La prima: non dobbiamo dimenticare che Israele è in guerra con la Palestina e in modo particolare con Hamas e Hezbollah. Dovunque si trovino cellule di queste organizzazioni, che Israele considera terroristiche, l’intelligence israeliana ritiene necessario individuarle e neutralizzarle. Seconda osservazione: l’intelligence israeliana non solo collabora con il MIT turco in funzione anti-Hamas, ma attraverso Pegasus ha posto in essere ampie e articolate operazioni di spionaggio elettronico. L’ultima osservazione infine: gli omicidi mirati rientrano nelle facoltà di tutti i servizi di sicurezza, sia che appartengano a paesi democratici sia che appartengono a paesi autocratici.
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