Nonostante il sostegno dell’Occidente, il governo di Kiev sta ancora lottando per organizzare la leadership delle “sue truppe cibernetiche” che ha creato alla fine di agosto. La forma di questo futuro comando dipenderà in gran parte dalla scelta del viceministro della Difesa incaricato della difesa cyber, la cui nomina sta causando grattacapi senza fine al ministro della Difesa Oleksi Reznikov, nominato il 4 novembre, e al presidente Volodymyr Zelenskj.
La mancanza di linearità nel processo decisionale non ha impedito all’Ue di offrire all’apparato di sicurezza informatica dell’Ucraina un significativo impulso con ingenti investimenti. Infatti il 2 dicembre, attraverso il Fondo europeo per la pace (Epf), il Consiglio europeo ha concesso 31 milioni di euro in aiuti alla difesa ucraina in 36 mesi. Ciò include il supporto alla difesa cyber, per il quale Kiev è uno dei soli quattro paesi a ricevere tali aiuti nell’ambito dell’Epf insieme a Georgia, Moldova e Mali.
Anche gli Usa svolgono un ruolo di grande rilevanza, come dimostra il fatto che il programma di sicurezza informatico per le infrastrutture critiche è gestito da una società americana di nome Dai Global dal 2020. Lo scopo è di rafforzare la sua presenza in Ucraina e propio per questo la società americana collabora strettamente con altre società come l’Information Systems Security Partners (Issp), con sede a Cipro, guidato dall’ucraino Roman Sologub.
Questa società di sicurezza informatica ha familiarità con i tipi di guerra ibrida praticati da Mosca in quanto ha una vasta presenza in Ucraina, Georgia e Kazakistan. Dai fa inoltre appello all’esperienza delle aziende statunitensi Catalisto, Schweitzer Engineering Laboratories e Veterans First Initiative, Florida International University e l’Ong ucraina SocialBoost. Questa organizzazione è coinvolta in numerosi programmi di aiuto internazionale nel paese, essendo partner dell’equivalente britannico di Usaid, Uk Aid e del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Per quanto concerne nello specifico il programma Usaid per l’Ucraina questo è guidato da un ex dirigente Microsoft, Ihor Malchenyuk.
L’ambizioso programma dell’Usaid comprende vari progetti per migliorare le difese informatiche ucraine e sviluppare l’ecosistema informatico ucraino che gli Stati Uniti hanno già costruito negli ultimi anni. Quest’ultimo aspetto è meritevole di approfondimento. Vediamo in quali termini.
La Cyber Unit Technologies (Cut) ucraina che si occupa sia dell’aspetto offensivo che difensivo è registrata a Tallin, in Estonia, sede guarda caso del Centro di eccellenza cooperativo di difesa informatica della Nato. Ha lavorato nella capitale ucraina con il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina (Nsdcu) e Crdf Global, un’organizzazione senza scopo di lucro statunitense con sede ad Arlington, Virginia. Le due entità hanno organizzato sessioni di formazione sulla protezione delle infrastrutture critiche del governo con finanziamenti del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Il fondatore di Cut Yegor Aushev, che ha anche co-fondato Cyber School Ukraine, conosce bene gli Stati Uniti, avendo lavorato presso il laboratorio di fisica delle particelle del dipartimento energetico degli Stati Uniti Fermilab.
Come mai l’Ucraina attribuisce tutta questa importanza alla protezione delle infrastrutture critiche? La ragione è molto semplice: l’Ucraina è stata presa di mira più volte dalle offensive cyber di provenienza russa come quella denominata NotPetya. Da allora, Washington ha investito molto nella resilienza informatica dell’Ucraina. Negli ultimi anni il Congresso ha stanziato diverse centinaia di milioni di dollari per il paese per riformare il suo apparato di sicurezza e sostenere i suoi sforzi di guerra informatica. A questo proposito è bene ricordare alcuni precedenti storici collocabili fra il 2017 e il 2018. La visita del segretario di Stato americano Rex Tillerson a Kiev a luglio del 2017 seguita dal segretario alla Difesa James Mattis il 24 agosto sono stati segni visibili di una grande rinascita del sostegno americano a Kiev in funzione anti-russa. Un certo numero di disegni di legge – il Department of Defense Appropriations Act 2018, l’Ucraina Security Assistance Initiative, lo State Foreign Operations and Related Programs Appropriations Bill 2018 e il National Defense Authorization Act 2018 – hanno stanziato tra loro quasi 600 milioni di dollari per aiutare l’Ucraina.
Come parte di questi sforzi, secondo i termini dell’Ucraina Security Assistance Initiative (Usai), il Black Box Network Services (Bbns) americano si è aggiudicato un importante contratto dal dipartimento della Difesa per installare un sistema informatico in fibra ottica altamente sicuro per le forze armate e i servizi di intelligence ucraini. L’obiettivo è costruire una rete di computer resistente agli attacchi russi. È stato installato presso il ministero della Difesa, il quartier generale delle forze armate e la sicurezza informatica (Csoc), istituito all’inizio del 2016 e che lavora in collaborazione con la Sbu, il servizio di intelligence ucraino. Il Csoc e la Sbu ricevono fra l’altro molto sostegno dalla Nsa e dalla Cia.
A questo proposito non dobbiamo dimenticare che nel 2014 l’allora direttore della Cia John Brennan ha investito una grande quantità di energia nelle operazioni in Ucraina. L’agenzia infatti ha collaborato – e collabora – con il Sbu, il servizio di intelligence interno dell’Ucraina. Fonti ben informate dicono che un numero considerevole di ufficiali della Cia occupa fin dal 2014 un piano del quartier generale dell’agenzia ucraina in via Volodymyrska a Kiev, un luogo che è una piattaforma ideale per svolgere le operazioni nell’Ucraina orientale e anche oltre.
Brennan era consapevole di avere il sostegno della Casa Bianca sull’Ucraina. L’Intelligence Authorization Act del Congresso, che atterrò sulla scrivania del presidente Barack Obama per la firma il 10 dicembre, afferma infatti che la comunità di intelligence degli Stati Uniti deve rafforzare la sua cooperazione con le autorità ucraine, ufficialmente nel campo della criminalità informatica. Il progetto di legge afferma inoltre che l’amministrazione deve inviare più agenti sul campo e stabilire programmi di rafforzamento delle capacità in settori come la difesa informatica e la manutenzione di leggi e ordini e migliorare le reti di comunicazione tra le agenzie di intelligence statunitensi e ucraine. La Cia insomma è da tempo ben insediata a Kiev.
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