Quando fu nominato, l’attuale direttore della Cia William Burns era persuaso che il focus principale dell’agenzia e della politica estera americana fosse la Cina. Ma la situazione in Ucraina è diventata di vitale importanza e quindi l’agenzia si è dovuta mobilitare. Alla fine di ottobre 2021 risalgono i primi avvertimenti americani, avvertimenti fondati anche sulla stretta collaborazione e condivisione con il servizio di intelligence interno dell’Ucraina, lo Sbu, e l’intelligence militare, la Gur.
Di fronte all’imminente attacco russo la postura della Cia è stata ovviamente offensiva, anche se prima di questo conflitto uno dei suoi scopi era di occuparsi della contro-proliferazione, operazione questa che richiedeva un’intesa cordiale con il servizio segreto russo.
Anche se il focus principale è diventato la Russia invece che la Cina come era stato preventivato, non dobbiamo dimenticare che Burns è stato ambasciatore a Mosca dal 2005 2008 e almeno fino al 2020 la Russia lo considerava un buon interlocutore, cioè un diplomatico con cui era possibile intavolare trattative e trovare accordi ragionevoli. Ma le competenze di Burns vanno ben oltre la Russia e fanno riferimento al Medio oriente, in modo particolare alla Giordania. Infatti l’attuale direttore della Cia, quando era assistente segretario di Stato in Medio oriente, fu anche assistente speciale del presidente e direttore degli affari del Vicino oriente e dell’Asia meridionale per il Consiglio di sicurezza nazionale americano. Fu infatti proprio Burns a svolgere un ruolo importantissimo in relazione all’accordo nucleare iraniano del 2015.
La sua profonda conoscenza del Medio oriente gli ha consentito di instaurare un dialogo diretto con il principe ereditario Mohammed bin Salman che ha avuto come scopo quello di cercare di riavvicinare il presidente Biden al principe ereditario. Analogamente il direttore della Cia è riuscito a creare buoni rapporti anche con il suo omologo libanese Abbas Ibrahim.
A differenza dei suoi predecessori, Burns ha quasi trent’anni di servizio diplomatico alle spalle e le sue analisi degli scenari non costituiscono un ribaltamento di quelle proposte dal dipartimento di Stato, con il quale ha strettamente collaborato per lungo tempo. Ciò è tanto più significativo se pensiamo che da un punto di vista strettamente storico, soprattutto durante la Guerra fredda e l’emergenza terrorismo in Europa, vi furono molte divergenze tra il dipartimento di Stato e la Cia, determinate da pesanti ipoteche ideologiche. Lo documenta bene il recente saggio di Giovanni Mario Ceci La Cia e il terrorismo italiano. Dalla strage di piazza fontana agli anni 80 (1969-1986) (Carocci 2022).
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