Incrinature all’interno dei servizi di sicurezza ucraina. Zelensky ha personalmente licenziato il procuratore generale dello stato Ivan Bakanov, suo amico di infanzia, e il procuratore generale Iryna Venediktova che svolgeva un ruolo chiave nel perseguimento dei crimini di guerra russi, accusata peraltro di aver proditoriamente ingigantito questi casi. Non sarebbero loro, dunque, benché capri espiatori, al centro dei sospetti di tradimento e collaborazionismo con i russi, ma 651 pubblici ministeri e funzionari delle forze dell’ordine e più di 60 funzionari delle agenzie di Bakanov e Venediktova che stavano lavorando contro l’Ucraina nei territori occupati dalla Russia. Quando un paese è in guerra, un simile provvedimento crea confusione e divisione, tutti si sentono sospettati.
Secondo Stefano Piazza, giornalista, saggista, esperto di terrorismo “Zelensky ha agito in questo modo perché ormai l’infiltrazione dello spionaggio russo in Ucraina era diventata insostenibile. In quanto uomo del Kgb, addestrato e diventato dirigente del temibile e spietato servizio di spionaggio sovietico, “Putin non fa altro che comportarsi nell’unico modo che sa fare e che ha sempre fatto, anche nei confronti dei suoi stessi concittadini: corromperli, minacciarli, ucciderli per costringerli a fare il suo gioco”.
Come mai Zelensky si è sentito costretto a far fuori due dei suoi massimi e più fedeli collaboratori?
Quello che stiamo osservando in queste ore è il modo di agire del regime russo. Bisogna che usciamo da un equivoco che ci portiamo dietro da più di trent’anni. Vladimir Putin non è un uomo di Stato, un politico. È un gangster, lo dico e me ne assumo la responsabilità. Come tutti i gangster usa metodi nascosti come il tentativo di corruzione avvicinando personalità e promettendo soldi o carriera, oppure il cosiddetto Kompromat, la compromissione.
Sarebbe?
È un termine russo derivato dalla contrazione di due parole per indicare un dossier contenente informazioni, documenti, o altri materiali riguardanti un uomo politico, o altro personaggio di rilevanza pubblica, il cui contenuto, se divulgato, è in grado di denigrarne la figura o metterla in cattiva luce. In questo caso vengono sfruttati particolarmente le relazioni extraconiugali o meglio quelle con un altro uomo, questa va per la maggiore, oppure l’uso di stupefacenti, il vizio del gioco. Le persone vengono filmate o registrate e poi ricattate ad agire a favore del regime russo. L’ampio uso del kompromat ha sempre costituito una delle peculiarità più caratterizzanti la politica dell’Unione Sovietica prima e della Russia oggi. C’è anche un terzo sistema, l’uso della forza: ti minacciano e poi ti uccidono se non fai quello che dicono loro.
Quindi Zelensky sarebbe venuto a conoscenza di questa attività?
Certamente, non c’è nulla di nuovo. Zelensky è sfuggito ad almeno sette attentati, Mosca sta cerca di fare il vuoto intorno a lui per riuscire ad ammazzarlo.
D’altro canto, come ex dirigente del Kgb, Putin di queste tattiche deve avere una buona conoscenza.
Putin è cresciuto nel Kgb, nella sua vita ha fatto solo questo. Lo faceva in Germania Est dove aveva un ruolo di primo piano, per cui non ha cambiato nulla dei suoi metodi.
Potrebbe anche essere che, data la situazione difficile, molti uomini del governo ucraino stiano passando dalla parte dei russi, temendo che la loro vittoria sia inevitabile?
Certamente, questo è un pericolo costante, ci sta che qualcuno si sia stancato e blandito dai soldi o da altre promesse decida di mettersi in tasca dei soldi e passare coi russi. Va anche detto che più passa il tempo e anche i russi fanno fatica e cercano di eliminare Zelensky, obbiettivo numero uno. Putin lo vuole morto e metterà in campo ogni tentativo per riuscirci.
Secondo fonti sicure, anche gli uomini della Cia sono presenti in Ucraina da ben prima l’inizio della guerra.
Non c’è dubbio anche perché l’invasione di febbraio era stata ampiamente prevista, se ne parlava già nell’estate precedente. Gli americani erano presenti in Ucraina. Biden disse che Zelensky non aveva voluto ascoltarli quando dissero che i russi avrebbero attaccato. Anche l’intelligence inglese è sempre stata presente. Gli americani erano certi dell’invasione e subito dopo sono iniziati i primi casi di minacce a Zelensky, che era stato invitato a lasciare il Paese, e ad alti funzionari che erano stati minacciati. Quello che accade oggi è nella logica di quanto era stato previsto.
(Paolo Vites)
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