Oltre 60 miliardi di aiuti dal Congresso USA, la maggior parte dei quali finirà in tasche americane. All’Occidente serve che gli ucraini resistano fino alle elezioni europee di giugno e fino alle presidenziali statunitensi di novembre. Dopo di che, spiega Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, è probabile che gli americani si sganceranno dalla guerra tenuta in piedi finora per logorare i russi.
Lo stesso segretario di Stato americano Anthony Blinken, d’altra parte, ha adombrato la possibilità di un negoziato dicendo che, quando Mosca sarà pronta, anche Washington potrebbe sedersi a trattare insieme agli ucraini. Il conflitto russo-ucraino, al di là delle uscite del segretario NATO Stoltenberg, secondo cui Kiev può ancora vincere, sembra segnato: i russi avanzano e potrebbero conquistare Kharkiv e anche i missili in arrivo per aiutare gli ucraini non potranno fare la differenza.
Le operazioni militari russe sembrano puntare su Kharkiv e su Odessa. Qual è la strategia?
Quello di prendere lo spazio marittimo che va da Odessa fino al confine rumeno è sempre stato uno dei supposti obiettivi dei russi. Al di là dei bombardamenti e dei raid che colpiscono tutte le retrovie ucraine, però, non ci sono elementi per dire che Mosca voglia prendere quei territori: occorrerebbe uno sbarco dal mare e non mi pare che ci siano le condizioni per realizzarlo. Grazie all’aiuto angloamericano, gli ucraini riescono a colpire le navi russe. Mi sembra che l’attenzione di Mosca sia concentrata sul Donbass, in particolare la zona di Donetsk, con un’azione che mira a mettere in difficoltà le già traballanti forze ucraine, per esempio cercando di tagliare i rifornimenti al fronte. Su Kharkiv, invece, c’è un’altra valutazione da fare.
Perché è diventata un obiettivo?
I russi controllavano la regione che gli ucraini riconquistarono nel settembre 2022, non la città, credo che vogliano prenderla per controllare tutta l’area. Oltre a conquistare un territorio russofono, metterebbero in sicurezza il confine nella regione di Belgorod, da tempo teatro di incursioni pesanti degli ucraini o di russi antigovernativi che penetrano dalla zona di Kharkiv.
Ma gli ucraini come sono messi? Fonti russe parlano di panico al fronte per la paura di cedere. È così?
Non lo dicono solo i russi ma anche le analisi della stampa americana. Gli ucraini hanno un’inferiorità spaventosa di armi e munizioni: il ministro della Difesa Crosetto ha detto che ogni giorno i russi sparano 10mila munizioni di artiglieria e le forze di Kiev 2mila. Hanno una carenza di truppe addestrate e pochi mezzi. I russi logorano spingendo su tutta la linea del fronte e quindi qualche cedimento è abbastanza naturale che ci sia. Se poi si aggiunge che gli USA hanno tolto agli ucraini i migliori carri armati che avevano, 25 Abrahms, per ragioni commerciali, si fa fatica a dire che li stiamo aiutando. Sì, daremo anche proiettili e missili balistici per colpire la Crimea, però sul campo di battaglia sono stati sottratti i carri armati americani perché le immagini dei mezzi che bruciano non aiutano l’export statunitense.
Gli aiuti votati dal Congresso americano cosa permetteranno di fare?
Dei 61 miliardi per l’Ucraina, 20 vanno all’industria della difesa americana per ripianare i vuoti lasciati dalle armi date a Kiev, 14 vanno alle attività USA nell’Est Europa e in Ucraina, altri 14 serviranno a comprare armamenti americani da consegnare agli ucraini e 8 sono per il governo Zelensky, che li utilizzerà per pagare gli stipendi ai soldati. Una gran parte di questi soldi restano negli Stati Uniti, diventando di fatto un investimento per l’industria della Difesa, che creerà posti di lavoro. Un’operazione che può essere letta in senso elettorale, perché inietta denaro nell’economia prima del voto: così va bene a tutti. Infatti è stata votata pure dai repubblicani.
Si è parlato di fornitura di missili a lungo raggio, anche da parte italiana. Corrisponde a verità? Che tipo di missili sono quelli forniti dall’Occidente?
Il ministro della Difesa britannico ha detto che Francia, Italia e Regno Unito hanno fornito agli ucraini i missili da crociera Storm Shadow, che hanno una gettata teorica di 500 chilometri, anche se quelli che ha l’Ucraina forse ce l’hanno dimezzata. Ha citato gli italiani per criticare i tedeschi, che hanno missili di quel tipo, i Taurus, ma non li vogliono fornire. In questa occasione sono state rivelate notizie sulle nostre forniture, che di solito restano segrete, una circostanza che ha creato qualche imbarazzo. Il ministero della Difesa italiano, comunque, non ha commentato. I missili da crociera sono armi offensive, li hanno usati per colpire la Crimea, ma le condizioni a cui vengono dati sono di evitare di usarli contro il territorio della Federazione Russa: si possono usare solo sui territori occupati dai russi in Ucraina.
Il segretario di Stato USA Anthony Blinken ha sottolineato che l’Europa è diventata indipendente dalle risorse energetiche russe in soli due anni e che, quando la Russia sarà disposta sinceramente a negoziare, americani e ucraini saranno lì. Comincia a pensare che è ora di trattare?
In realtà l’Europa non è riuscita a fare a meno del gas russo: la Francia è il più grande acquirente di gas liquido, l’Austria dipende per il 90% da Mosca. Diciamo che l’Europa è in gravi difficoltà economiche da quando non ha il gas russo a buon mercato. Ha ridotto i consumi perché la deindustrializzazione ha diminuito il fabbisogno. Che poi l’obiettivo degli USA fosse quello di indebolire economicamente e militarmente l’Europa non ci sono dubbi. Per quanto riguarda il negoziato NATO e USA non avevano detto che era l’Ucraina a dover liberamente scegliere quando e a che condizioni negoziare? “Noi ci siamo” cosa vuol dire, che l’Ucraina ha sovranità zero?
Resta il fatto che ha adombrato la possibilità di un negoziato:, è l’inizio di una svolta?
Gli americani hanno la necessità di non perdere la guerra prima delle presidenziali di novembre, così come gli europei hanno interesse che non si perda prima di giugno: si vota nella UE e l’opinione pubblica si è resa conto della marea di fandonie che ci hanno raccontato i nostri leader. I due candidati più gettonati a guidare la prossima Commissione europea, la Von der Leyen e Draghi, sono quelli che dicevano che le sanzioni avrebbero messo in ginocchio l’economia russa e distrutto la loro macchina bellica. Se gli americani maturano la consapevolezza delle possibilità di un negoziato vuol dire che cominciano a pensare che l’Ucraina non riesca a tenere botta fino all’autunno. Il rischio di un cedimento in un settore ampio del fronte ucraino può avere un effetto domino. Gli ucraini non hanno più voglia di combattere, lo si vede ogni giorno: c’è gente che viene arrestata o muore mentre cerca di scappare fuori dal confine per non farsi arruolare.
Il segretario NATO Stoltenberg, però, ha detto che l’Ucraina può ancora vincere la guerra. Una previsione fuori dalla realtà?
Ha detto anche che agli occidentali conviene sostenere l’Ucraina, perché costa meno armare gli ucraini che combattere i russi direttamente. Si parla, naturalmente, anche di costi in termini di vite umane. Volendo apprezzare la schiettezza della dichiarazione, diciamo che l’Occidente continua a perseguire lo slogan in voga quando gli angloamericani fecero saltare la trattativa mediata dai turchi nel 2022: “La guerra deve continuare perché logorerà la Russia”. Ma ha logorato anche noi e soprattutto gli ucraini.
Alla fine gli ucraini, quando faranno il bilancio della guerra, si accorgeranno che anche l’Occidente non ha fatto proprio solo i loro interessi?
Credo, come diceva Kissinger, che essere nemici degli americani è pericoloso, ma non quanto essere amico loro. Gli USA hanno sempre mollato i loro alleati: i vietnamiti, gli iracheni, i curdi tre volte, gli afghani. Credo che da questa guerra si sganceranno qualunque sarà l’esito delle elezioni presidenziali.
(Paolo Rossetti)
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