Era il responsabile della difesa chimica, nucleare e biologica dell’esercito russo, ed è stato ucciso con un ordigno sistemato su un monopattino. Ora Mosca, per la morte del generale Igor Kirillov, parla già di vendetta nei confronti degli ucraini, magari, spiega Giorgio Battisti, già comandante del Corpo d’armata di reazione rapida (NRDC-ITA) della NATO in Italia e capo di stato maggiore della missione ISAF in Afghanistan, lanciando uno di quei missili Oreshnik di cui Putin parla tanto. Un fatto eclatante, che comunque non dovrebbe cambiare il corso della guerra: sul campo di battaglia i russi avanzano, mentre Trump annuncia che vorrebbe far cessare il fuoco prima del suo insediamento e l’Europa discute su un’eventuale forza di interposizione da inviare in Ucraina. Le nazionalità dei soldati in missione di peacekeeping, tuttavia, devono essere accettate da entrambe le parti in causa: difficile, quindi, che i russi accettino militari NATO, anche se sotto l’egida dell’ONU. Pure l’Italia, che per bocca del ministro della Difesa Guido Crosetto ha dato la disponibilità a far parte della forza di interposizione, deve attendere il placet dei russi, mentre cerca di capire come potrà venire incontro alle richieste USA di aumentare le spese militari addirittura al 2,5% del rapporto con il Pil.



Il generale Kirillov non è una figura di secondo piano. Che significato ha questo attentato?

In diversi blog ucraini è stato accusato di aver fatto ricorso ad armi chimiche. È un’accusa che ha bisogno di conferme. Le armi chimiche sono proibite, in questo caso credo si tratti di lacrimogeni, tipo quelli che venivano usati dalla polizia, fortemente irritanti ma non letali. L’attentato di Mosca dimostra la capacità dell’intelligence ucraina, guidata dal generale Kyrylo Budanov, di agire anche sul territorio russo, come ha già fatto in passato. Lo stesso ufficiale ha affermato che la Russia va colpita là dove ci sono sue truppe, tanto è vero che proprio gli ucraini avrebbero aiutato le forze che hanno fatto cadere Assad (sostenuto dai russi) inviando 20 militari con 120 droni.



L’attentato fa parte di questa guerra parallela degli ucraini?

Sì, una guerra a tutto campo. La Russia, d’altra parte, è presente in Africa, ma ha a che fare anche con la Nord Corea e con il Venezuela. Occasioni per combatterla fuori dai confini ucraini ce ne sono.

L’attentato allontana la pace? O comunque comporterà una reazione pesante da parte russa?

I russi dicono che puniranno questo assassinio. Sicuramente ci sarà una reazione, al di là delle operazioni che conducono con droni e missili. Putin parla spesso dell’uso possibile di questo missile Oreshnik, con sei testate multiple, a capacità nucleare e convenzionale, sottolineando che la Russia ne produce 20 al mese e che è in grado di superare tutte le difese ucraine e occidentali. Questa potrebbe essere l’occasione per utilizzarlo. L’attentato serve a Kiev per far vedere che è capace di reagire alla pressione di Mosca al fronte e di colpire sul territorio russo. Quanto al processo di pace, non credo che questo episodio possa condizionare i contatti per una soluzione negoziale del conflitto. Il Cremlino dice che non è il momento di trattare, ma che comunque si può farlo se Crimea e altri quattro oblast vengono riconosciuti alla Russia.



Trump e Macron pensano già a una forza di interposizione europea in Ucraina per mantenere il cessate il fuoco. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha riferito che l’Italia è disponibile a farne parte. Davvero gli europei che aderiscono alla NATO potrebbero fornire i militari per una missione di peacekeeping?

Le nazioni che potrebbero fornire le truppe per una forza di interposizione devono essere accettate dai due contendenti. Si tratta di una regola ONU. Un intervento che avrebbe più peso se ci fosse una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove però Cina, USA, Francia, Gran Bretagna e Russia hanno diritto di veto. Putin considera il mondo occidentale e la NATO come nemico, bisogna vedere se accetterà militari di nazioni che ne fanno parte.

Nei confronti dell’Italia però il capo del Cremlino aveva fatto dei distinguo: potrebbe accettare le nostre truppe?

Potrebbe farlo anche per cercare di dividere il fronte avversario. I soldati della forza di interposizione, comunque, devono avere il requisito dell’imparzialità e la NATO ha già indicato la Russia come suo nemico, supportando in termini finanziari, oltre che di armi e consiglieri, l’Ucraina. Potrebbe esserci anche una missione che non sia sotto l’egida dell’ONU, ma la vedo difficile.

Crosetto, in un’intervista a Repubblica, sostiene che Trump potrebbe chiedere ai Paesi NATO di portare al 2,5% la loro spesa militare in rapporto al Pil, ipotizzando di lasciar fuori dall’Alleanza Atlantica chi non si adeguerà. Un bel problema per l’Italia.

Nello statuto dell’Alleanza Atlantica non c’è un meccanismo per far uscire un Paese. Noi, con Spagna e Belgio, siamo tra quelli che contribuiscono di meno. Potremmo avere meno peso politico, meno ruoli di rilievo. Ci sono Paesi come la Turchia, che a volte assume comportamenti non in linea con la NATO, ma nessuno ha mai sollevato il problema di escluderla. L’Italia, anche per il ruolo strategico che ha nel Mediterraneo, non può essere estromessa. Le critiche di Trump ai Paesi che non finanziano a sufficienza l’Alleanza non sono nuove: molti, tuttavia, hanno superato il 2%.

Che scenario si può prospettare per i prossimi mesi in relazione alla guerra in Ucraina?

Putin sta perseguendo un’offensiva molto costosa per le sue truppe in modo tale che, quando si insedierà Trump, sarà avanzato il più possibile a Ovest, chiudendo la sacca di Kursk, dove sono presenti forze ucraine. Non arretrerà dalle sue richieste sulla Crimea, sugli altri quattro oblast che si è annesso e sulla neutralità di Kiev.

Trump dice che vuole definire un cessate il fuoco prima del suo insediamento. Possibile?

Vuole fare di tutto per accelerare il processo di pace, bisogna vedere come riuscirà a farlo. Putin è disposto a smettere di combattere, ma solo se vengono accettate le sue condizioni. Una soluzione rapida potrebbe arrivare solo così. I russi, d’altra parte, dicono di non avere problemi a reclutare personale. Nel 2024, secondo il ministro della Difesa russo Belousov, la Russia sarebbe riuscita ad arruolare 427mila volontari, con una media di 1.200 al giorno. Sul fronte ucraino, invece, Biden chiede di abbassare l’età di arruolamento a 18 anni; contemporaneamente, ci sono migliaia di giovani ucraini che sono riparati all’estero per non andare a combattere. Zelensky si sta mostrando più flessibile di prima: ha detto, per esempio, che per la Crimea non c’è bisogno di combattere; per lui potrebbe essere recuperata per via diplomatica.

(Paolo Rossetti)

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