Una delle nuove frontiere della nuova guerra fredda tra Cina e Stati Uniti si gioca – come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte – sul fronte dell’intelligenza artificiale (Ai). In questo contesto un ruolo di grande rilievo è svolto dall’ex direttore di Google Eric Schmidt.

In primo luogo dirige il Defense Innovation Council ed è membro della Commissione per la sicurezza nazionale sulle nuove biotecnologie (Nsceb). In secondo luogo, come abbiamo già visto, negli Stati Uniti l’intreccio tra il pubblico e privato o – se si preferisce – la politica delle porte girevoli è una costante e costituisce un elemento chiave per capire il ruolo svolto da Schmidt.



Egli infatti dirige un fondo di venture capital chiamato Innovation Endeavors che finanzia numerose start up americane nel settore dell’intelligenza artificiale militare. L’aspetto significativo dal punto di vista politico è il fatto che l’ex direttore di Google e i suoi collaboratori hanno finora investito certamente più di 2 miliardi di dollari in società americane che si occupano di Ai, ma nello stesso tempo Schmidt dirige i lavori di una commissione governativa che sta cercando di dare più denaro pubblico proprio alle stesse aziende alle quali collabora lui. Un evidente conflitto di interessi.



Ma l’intricata rete di interessi di Schmidt non finisce qui, come dimostra il fatto che ha creato una fondazione filantropica che invece è una vera e propria fondazione a scopo di lucro e cioè la Schmidt Futures. Lo dimostra il fatto che tramite quella società finanziava gli stipendi di una ventina di dipendenti appartenenti al governo americano, funzionari che guarda caso lavorano proprio nel settore dell’Ai. Anche questa è una significativa coincidenza.

In terzo luogo l’ex direttore di Google conta fra i suoi amici Henry Kissinger, il promuove l’Ai considerandola la nuova frontiera della guerra fredda. Ma la collaborazione fra i due si è spinta fino alla pubblicazione di un breve saggio nel quale, da un punto di vista strettamente strategico, i due sottolineano come la competizione tra Cina e Stati Uniti nel settore della guerra dell’Ai sia paragonabile a tutti gli effetti a quello che ci fu fra l’Urss e l’America nel contesto degli armamenti nucleari (Henry A. Kissinger, Eric Schmidt, Daniel Huttenlocher, The Age of AI: And Our Human Future, Little, Brown and Company, New York, 2021).



Entrambi infatti sono persuasi che, nell’eventualità di una guerra tra gli Stati Uniti e la Cina, la superiorità dipenderà dai sensori, dalle reti, dai software, dall’interfaccia uomo–macchina e soprattutto da quei sistemi che sono in grado di interconnettere tutti questi aspetti.

Insomma per Schmidt la sicurezza nazionale e la leadership economica degli Stati Uniti dipendono da un software più intelligente, dalla necessità di rafforzare la ricerca sull’Ai e costruire un pool di talenti informatici del Paese. Non a caso Schmidt presiede la National Security Commission on Artificial Intelligence (Nscai). Grazie a questo organismo è riuscito a fare varare una legge e cioè il National Defense Authorization Act del 2023, che determina la spesa per la difesa del Governo, contiene emendamenti che fanno riferimento a raccomandazioni specifiche del rapporto finale Nscai. Se approvato, autorizzerebbe 95 milioni di dollari in più di quanto richiesto (e un totale di 368,3 milioni di dollari) per finanziare le attività del nuovo direttore di intelligenza digitale e artificiale, Craig Martell, scelto proprio da Schmidt.

Per combattere l’abilità dell’Ai cinese, l’Nscai ha invitato il governo federale a dare la priorità all’Ai e ad altre tecnologie emergenti presso il Dipartimento della Difesa e a raddoppiare i finanziamenti annuali per la ricerca e lo sviluppo dell’Ai a 32 miliardi di dollari l’anno entro il 2026.

La società di venture capital di Schmidt, Innovation Endeavors, si è unita a round di finanziamento nel 2019 e nel 2021 per un valore di almeno 150 milioni di dollari per il fornitore di software di intelligenza artificiale militare Rebellion Defense. Mentre Schmidt ha guidato la Nscai nel 2020, Rebellion è stata scelta per ricevere fino a 950 milioni di dollari in contratti dagli Stati Uniti. Ma la società ha contribuito a creare, per l’Air Force, Advanced Battle Management System, un sistema che incorpora l’Ai cloud e l’analisi avanzata dei dati per fornire informazioni su misura alle forze sul campo di battaglia.

In più la Innovation Endeavors ha partecipato al round di finanziamento per un totale di quasi 40 milioni di dollari nel 2016, 2019 e 2020 per Citrine Informatics, una società che utilizza l’Ai per perseguire la scoperta di nuove sostanze chimiche e materiali. Citrine ha ottenuto contratti del Dipartimento dell’Energia nel 2015 e all’inizio di quest’anno per un importo di 3,6 milioni di dollari per sviluppare materiali di stoccaggio sicuri per i rifiuti derivanti dalla produzione di energia nucleare.

Ma Schmidt siede anche nel consiglio di amministrazione della società di Ai e calcolo quantistico SandboxAQ, uno spin-off di Alphabet che ha ricevuto finanziamenti dal braccio di investimento tecnologico della Cia, In-Q-Tel. Sandbox e la società di sicurezza crittografica Cryptosense, una società recentemente acquisita, sono entrambi in una breve lista di fornitori che lavorano a un progetto del National Institute of Standards and Technology.

Sempre la Innovation Endeavors ha anche legami con la società di Ai di crittografia Duality Technologies, che si è aggiudicata contratti dalla Defense Advanced Research Projects Agency.

Ma Schmidt possiede ancora azioni della società madre di Google Alphabet e ha investito nei suoi spin-off relativi all’Ai. Come importante fornitore di potenza di cloud computing e strumenti di intelligenza artificiale, Google Cloud beneficerà guarda caso degli investimenti federali che alimentano l’Ai.

I legami che Schmidt nel corso del tempo ha stretto con i politici americani sono molto stretti: ha dato 1,15 milioni di dollari ai candidati democratici e alle organizzazioni di partito, tra cui 365mila dollari al Comitato nazionale democratico, 250mila dollari al Senate Majority Pac e 50mila dollari al Nancy Pelosi Victory Fund, secondo i dati della Commissione elettorale federale.

Alcune delle donazioni politiche di Schmidt sono arrivate sotto forma di tecnologia e servizi di dati e analisi piuttosto che in contanti.

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