La principale missione dell’FSB si svolge sul territorio della Federazione Russa. È incentrata sul contro-terrorismo ma anche sul controspionaggio. Decine di agenti stranieri vengono arrestati ogni anno insieme alle loro fonti. Questi casi sono generalmente soffocati diplomaticamente. Tutti i Paesi sono coinvolti, ma l’FSB si concentra soprattutto sui Paesi membri della NATO, oltre che naturalmente sui tentativi di spionaggio a suo danno in Russia. Un esempio tra tanti illustrerà questa guerra silenziosa.



Nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013, gli uomini dell’FSB arrestano Ryan C. Fogle, un diplomatico americano. È in servizio come terzo segretario del dipartimento politico dell’ambasciata degli Stati Uniti in Russia dal 2011. È accusato di essersi impegnato in attività di spionaggio incompatibili con il suo status di diplomatico. Il 15 maggio l’ambasciatore, Michael McFaul, viene convocato al ministero degli Esteri russo per spiegarsi. Protetto dall’immunità diplomatica, Ryan C. Fogle viene dichiarato persona non grata sul territorio della Federazione Russa ed espulso.



Fogle è stato arrestato in possesso di materiali altamente compromettenti per un diplomatico in servizio all’estero. Ha con sé un kit necessario per camuffarsi (due parrucche, diversi paia di occhiali da sole e una mappa di Mosca, una bussola, un taccuino di appunti, una bomba a gas, un coltello tascabile, delle mini torce, ecc.). Ancora più grave, detiene una grande somma di denaro in banconote da 500 euro, distribuita in diverse buste bianche e una lettera estremamente curiosa. Questa lettera è una proposta di reclutamento per un agente di intelligence destinato a operare a favore degli Stati Uniti. È scritta in russo, il che non lascia dubbi sul fatto che fosse un cittadino di quella nazionalità a essere preso di mira. Questo costituisce quanto meno un gesto di “inimicizia” nei confronti del Paese ospite.



Ecco il testo.

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Questa missiva suscita diverse osservazioni.

L’obiettivo (che, secondo l’FSB, sarebbe un responsabile della lotta anti-terroristica nel Caucaso russo) è già stato individuato dagli americani: “…una persona che è stata molto impressionata dal tuo professionismo…”. Verosimilmente, da un agente della CIA che ha avuto l’occasione di frequentarlo durante un incontro, forse interservizi. In tal caso, è molto probabile che si tratti del capo stazione in servizio a Mosca. Infatti, è lui che gestisce il monitoraggio degli scambi detti “Totem” con i servizi del Paese ospitante.

Il modo brusco con cui è redatta la lettera: è un vero “dentro fuori” senza fronzoli. Questo lascia pensare che l’obiettivo abbia sicuramente fatto presente agli americani che sarebbe stato ricettivo a un tale approccio. La motivazione è chiara: il denaro.

L’obiettivo probabilmente non conosceva il portatore della lettera (in questo caso Ryan C. Fogle). Il ruolo di quest’ultimo doveva essere puramente logistico: consegnare la missiva e l’anticipo pecuniario. All’agente sarebbe spettato conformarsi successivamente alle istruzioni per ricontattare la CIA.

È verosimile che la CIA sia caduta in una trappola. O l’obiettivo ha avviato una vera operazione di provocazione nei confronti del capo stazione, facendogli capire che avrebbe collaborato in cambio di una remunerazione, o ha informato l’FSB dell’interesse che aveva suscitato presso i servizi americani, tanto più che era stato contattato più volte.

Nel campo della guerra segreta, i professionisti sanno bene che la risposta a qualsiasi approccio è riferire alle autorità. Queste ultime decidono allora se fermarlo o rimandare la manovra contro chi l’ha iniziata. In questo caso specifico, si è deciso di interrompere l’approccio americano arrestando il messaggero (Ryan C. Fogle). L’operazione inoltre getta discredito sugli americani. Infatti, l’equipaggiamento trovato sul messaggero, verosimilmente messo lì da un agente subordinato della CIA posto sotto l’autorità del capo stazione, è ridicolo. Parrucche, occhiali da sole neri e da vista, una bomba a gas, una mappa di Mosca con la bussola attaccata, la lampada penna, il taccuino di appunti, i mazzi di banconote in tagli da 500 euro ben riconoscibili e, dulcis in fundo, il badge d’accesso all’ambasciata americana! Tra l’altro, i diplomatici americani convocati alla Lubjanka per recuperare il loro concittadino sembravano particolarmente contriti.

Non solo. La CIA ha anche oltrepassato alcune regole della guerra clandestina.

Una rappresentanza ufficiale dei servizi che assicura la liaison con i loro omologhi locali non deve in nessun caso condurre operazioni dirette contro gli interessi del Paese ospitante. In questo caso specifico, la cooperazione del FSB era stata richiesta nell’ambito degli attentati di Boston del 15 aprile 2013, quando gli americani cercavano di identificare i contatti eventuali che Tamerlan Tsarnaev, uno dei due terroristi, avrebbe potuto avere durante il suo viaggio effettuato tra gennaio e giugno 2012, nel Daghestan e poi in Cecenia. Va inoltre ricordato che i servizi russi avevano informato gli americani della pericolosità di Tsarnaev già nel marzo 2011, nell’ambito degli scambi di informazioni tra servizi.

È totalmente illusorio per i rappresentanti ufficiali dei servizi, anche se non dichiarati come tali, cercare di sfuggire alla vigilanza del controspionaggio locale, soprattutto quando si tratta della qualità del FSB. Infatti, una delle missioni del controspionaggio è di sorvegliare permanentemente il personale diplomatico, e beninteso, in particolare quelli che dipendono dal capo stazione. Un approccio di un membro dei servizi di sicurezza, a maggior ragione del controspionaggio avverso, è una manovra estremamente complicata che richiede tempo, denaro, precisione e destrezza.

Quest’ultimo punto è stato completamente trascurato, il che rappresenta indubbiamente una colpa professionale maggiore. Il capo della stazione, Stephen Holmes, ha poi visto la sua identità rivelata pubblicamente dalle autorità moscovite. Avrebbero potuto espellerlo. L’ambasciatore McFaul, che era molto sfavorevole a Putin, si è dimesso nel febbraio 2014. È verosimile che i russi non l’abbiano rimpianto. Dal momento che l’OT della CIA ha fallito, e dovrà ora probabilmente intraprendere una carriera nel civile, il suo percorso professionale all’interno della CIA sembra compromesso. Sulla base di tali errori, qualsiasi fonte potenziale non accetterà di lavorare per questo servizio di intelligence.

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