Lo Sri Lanka, per decisione diretta presa dal Presidente Maithripala Sisirsena, ha ufficialmente vietato l’uso in pubblico del velo islamico integrale dopo gli attentati di Pasqua che hanno devastato il Paese con 8 stragi simultanee in chiese e hotel turistici: la rivendicazione di gruppi vicini all’Isis e la “vendetta” islamista dopo le stragi alle moschee in Nuova Zelanda, lo Sri Lanka ha deciso di prendere direttive immediate per provare a frenare il forte rischio “emulazione” che è tutt’ora in corso a Colombo e in tutte le altre città più importanti del Paese. Dimessi il Ministro della Difesa e il Capo della Polizia (per le allerta terrorismo ignorate prima di Pasqua), ora l’importante e discusso provvedimento contro il velo totale islamico: «è una misura di emergenza presa dopo gli attentati di Pasqua che hanno causato oltre 250 morti» ha fatto sapere il Presidente cingalese, aggiungendo che «Ogni indumento che ostacoli l’identificazione verrà messo al bando».



007 SRI LANKA, “RISCHIO NUOVI ATTENTATI”

Nella legge d’emergenza non si parla espressamente di burqa o niqab eppure il riferimento è scontato nel Paese dove la presenza musulmana (e anche quella cristiana) è in minoranza e il terrore scatenato dagli attacchi jihadisti di questi giorni ha fatto scattare misure improvvise ai vertici dello Sri Lanka. Non solo veli però, secondo l’intelligence cingalese gli islamisti dietro gli attentati suicidi di Pasqua avrebbero utilizzato kamikaze in uniformi militari per mimetizzarsi nella folla. «Le informazioni rilevanti sottolineano che le persone che indossano uniformi dell’esercito e che usano un furgone potrebbero essere coinvolti in una nuova ondata di attacchi», si legge nell’avvertimento lanciato ieri sera dal Capo della Divisione di Sicurezza Ministeriale (MSD). Secondo i servizi segreti, da ultimo, ci sarebbero in preparazione nuove stragi messe a punto dal gruppo fondamentalista islamico locale Thawheeth Jamaath (NTJ) contro i templi buddisti sull’isola. Secondo mons. Indunil Janaka Kodithuwakku – sacerdote srilankese e Sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso intervistato dal Fides – in Sri Lanka la preoccupazione anti-islamista prosegue «Il motivo di questi attentati sembra che sia stato quello di colpire l’economia e creare una divisione fra le diverse comunità. Lo Stato Islamico sta puntando a una strategia per provocare un’insurrezione anche in altri paesi. Questo tipo di tensioni creano un clima fertile per tali movimenti».

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