Nella giornata del 29 settembre la Chiesa cattolica romana celebra i Santissimi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ognuno con riferimento individuale e mansione specifica, un giorno nel quale ricordare gli Arcangeli, il posto più alto e vicino a Dio tra le sfere celesti. Analizziamo quindi specificamente ognuno dei tre arcangeli, fondamentali sia nella simbologia liturgica come nelle profezie, protagonisti diretti della lotta tra bene e male come inviati del Signore nello sconfiggere i demoni e indirizzare i profeti sulla corretta via. Ognuno dei tre riceve da molte città e comuni d’Italia attenzioni attraverso processioni e messe solenni: per San Gabriele, ad esempio, è celebre la festa celebrata nel santuario omonimo ai piedi del Gran Sasso in Abruzzo.



Tra l’altro, proprio un anno fa, si è celebrato il centenario della canonizzazione del santo e ogni anno da un secolo la processione e la festa correlata è importante, seguita, sentita da migliaia di fedeli. Raffaele è celebrato in particolare a Cellamare, ma anche in alcuni villaggi del Monferrato piemontese si ricorda il santo con momenti conviviali e popolari, nonché religiosi. Nello stesso giorno ricordiamo anche: San Maurizio di Langonnet, abate; Beato Nicola da Forca Palena, sacerdote e Beato Francisco de Paula Castello y Aleu, martire.



Ss. Michele, Gabriele e Raffaele, la vita

Ora soffermiamoci sulla vita e tutto quello che c’è da sapere su Ss. Michele, Gabriele e Raffaele. San Michele, il cui nome deriva dall’ebraico e si traduce più o meno con la dicitura ‘Chi è come Dio?’, è Arcangelo comune alle tre grandi religioni monoteiste, quindi ebraismo, islam, cattolicesimo. É considerato in ogni ramificazione del cristianesimo: cattolici, protestanti luterani, anglicani e ortodossi venerano l’Arcangelo assoluto, per questo motivo chiamato anche ‘San Michele l’Arcangelo’, nominativo che tributa l’essenza celeste di Michele. Non in tutte le confessioni elencate Michele riceve il titolo di santo, ma per ognuna di esse è riconosciuto il suo titolo di Arcangelo, motivo per il quale lo spessore culturale e teologico di questa figura è di assoluto e indiscusso valore. Nelle antiche scritture il culto di Michele si manifesta da subito, nel momento stesso in cui, prima al fianco di Satana e di tutti gli angelo, pronto immediatamente alla scissione quando si palesa la volontà di parte degli angeli di votarsi ad altro culto non devoto a Dio. In quel momento la divisione è netta e Michele guida eserciti di angeli contro i demoni, fedele da sempre al Signore, pronto a precipitare negli inferi gli eretici celesti da quel momento divisi espressamente nel concetto di Bene e Male in quanto dogma indiscutibile. Michele sceglie Dio e il Bene, Satana diviene il portavoce dell’anticristo e questa lotta pone davanti ad ogni uomo e donna in terra la necessità di scegliere quale percorso esistenziale scegliere.



Per questo motivo, fondamentale nella storia della religione monoteistica, Michele diviene sin dalle antiche scritture guida del Popolo di Israele e nel libro di Daniele è ben chiara la protezione del popolo abramitico sotto la custodia celeste dell’Arcangelo.
Nella Bibbia, sin dalla Genesi, Michele è figura fondamentale, ad esempio nell’insegnamento ad Adamo di tecniche di coltivazione della terra, custode delle chiavi del Paradiso e riferimento per i primi uomini biblici nel percorso da seguire sulla via di Dio.
La simbologia relativa alla figura di Michele Arcangelo è un profondo studio tra religione e psicologia, simbologia culturale e allegorie di riferimento. Michele porta tra le mani la bilancia in quanto simbolo di equilibrio esistenziale e cosmico: si dice infatti che l’Arcangelo governa le leggi del Cosmo e mantiene in equilibrio perfetto i pianeti attorno al Sole, ma anche la spada è divenuta segno di lotta e giustizia nei culti anche non cristiani. Michele soggioga il drago (che in quanto tale è una forma di serpente, quindi allegoria biblica riferita al male, alla tentazione, come lo fu nell’Eden la serpe che portò Adamo ed Eva verso l’albero della conoscenza del bene e del male). Soggiogare non è uccidere, la differenza è sottile ma fondamentale, infatti per Michele il drago non deve soccombere per rimanere come esempio di scelta, termine di paragone per rendere semplice agli uomini quale via seguire, verso Dio o verso Satana: il libero arbitrio.

Nel cattolicesimo è il primo tra i Santi accanto alla Vergine Maria, per questo motivo diverse sono le preghiere rivolte a lui scritte da papi e teologi, diffuse in tutte le liturgie cattoliche come richiesta di protezione, di guida verso Dio, di scelta verso il bene: la paura di cadere in tentazione che non avviene per sua diretta intercessione. Molte sono le Chiese e le Basiliche a lui dedicate in tutta Italia, soprattutto centrale: per questo motivo le celebrazioni del 29 settembre, che comprendono il trittico di Arcangeli, in molti contesti sono rivolte soprattutto a San Michele. Anche Gabriele è Arcangelo, amorevole portavoce del Signore nell’annunciare a Maria l’Immacolata Concezione del figlio di Dio, Gesù il Nazzareno. Non solo: San Gabriele Arcangelo annunzia anche la gravidanza Immacolata di Elisabetta al marito Zaccaria. Ricordiamo Elisabetta, cugina della Madonna e madre di San Giovanni il Battista, il primo ebreo che riconoscerà Gesù Cristo ufficializzandolo durante il battesimo davanti al popolo d’Israele come il Messia giunto in Terra. L’Angelo Gabriele è citato anche nel libro di Daniele e nominato come ‘mano sinistra di Dio’ un ruolo fondamentale, non secondario rispetto a Michele Arcangelo, considerato però, quest’ultimo, Arcangelo assoluto.

Riconosciuto anche dagli ebrei, per l’Islam Gabriele è messaggero diretto di Dio. Nella sua figura di annunciatore di liete notizie, Gabriele è protettore assoluto dei postini, degli ambasciatori, delle comunicazioni mediatiche come cinema, televisione, radio, dei corrieri e dei soldati addetti alle comunicazioni. Nella giornata del 29 settembre celebriamo anche Raffaele, Arcangelo sempre accanto a Dio, per questo motivo la traduzione ebraica del suo nome significa ‘Dio guarisce’. La liturgia e i sacramentari e martirologi non vedono la figura di Raffaele sino all’XI secolo, momento nel quale la Chiesa romana decide di unire alla figura di Gabriele e Michele anche questo Angelo guida di Tobia. Da quel momento la figura del Santo si diffonde sia in Spagna che in Italia e molte diocesi iniziano a celebrare il culto di questo Arcangelo. La sua capacità di essere creatura di guarigione è citata anche nel Corano e forse proprio l’angelo islamico Israfil potrebbe, ciò è frutto di ricerche teologiche, essere Raffaele cristiano.
Molte città celebrano questo Santo, come Cellamare in provincia di Bari o Sindia, in provincia di Nuoro. In quale momento la Chiesa decide di raggruppare i tre santi per celebrarli assieme nello stesso giorno del 29 settembre? Fu nel 1969 la decisione di ricordare anche Gabriele e Raffaele nella giornata nella quale si celebrava il solo San Michele Arcangelo, in questo modo ogni diocesi può celebrare in quel giorno il santo di riferimento locale e popolare.