Il capo del governo Mario Draghi autorizza l’ingresso del 25% del pubblico alla cerimonia inaugurale del campionato europeo di calcio allo Stadio Olimpico di Roma e alle altre partite che si terranno nel nostro paese (come si sa gli Europei del 2021 saranno “itineranti”, si giocheranno in diversi paesi europei). Una decisione quelli degli stadi aperti per il calcio che è un insulto per tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, dai cinema ai teatri ai concerti all’aperto, costretti all’obbligo dello stop da oltre un anno. E’ infatti intervenuto immediatamente Enzo Mazza, Ceo della Federazione dell’industria musicale italiana: “E’ evidente che siamo di fronte a una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS per consentire questa estate eventi musicali con mille o più persone all’aperto e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16mila persone all’Olimpico?”. E’ intervenuto anche il ministro della cultura Dario Franceschini che ha detto che nel caso vengano autorizzati eventi sportivi con pubblico, le stesse regole debbano riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi. Finalmente una presa di posizione giusta e coraggiosa. Perché il calcio sì e i concerti no?
Perché il popolo del calcio si arrabbierebbe, oltre agli interessi economici certamente maggiori che girano attorno al calcio piuttosto che ai concerti. Da parte sua, Claudio Trotta, fondatore di una delle più longeve e grandi agenzie di concerti, Barley Arts, nonché tra i fondatori di “Slow Music” e Portavoce di #Ricominciamo (Protocollo operativo per la riapertura di tutti gli spazi dello spettacolo dal vivo e degli eventi) ha reso noto un comunicato stampa in cui chiede finalmente la liberalizzazione del settore spettacoli, sottolineando le parole del ministro che ha anche equiparato il mondo dello spettacolo a quello della scuola, definendoli entrambi “essenziali” (“nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi”).
MONDO SPETTACOLO ESSENZIALE COME SCUOLA
In sostanza, dice Claudio Trotta, “il mondo dello stare insieme, il teatro, la danza, il cinema, la musica, le maestranze è un mondo fermo su un pregiudizio quello di creare assembramento. Invece è un mondo che ha già leggi precisi sulla sicurezza”. Non è d’accordo Trotta che il numero degli spettatori venga deciso “a prescindere”: “Il nostro protocollo dice che la capienza degli spazi non è determinata aprioristicamente ma dalle dimensioni degli spazi, di assegnazione posti, sanificazione, flussi di entrata e uscita, una modalità decisa territorialmente sul luogo applicando un protocollo molto semplice ma molto rigoroso che mette in sicurezza pubblico e maestranze”. Spiega che non è mai stato fatto un protocollo di sicurezza nelle fabbriche o nei supermercati, sui mezzi pubblici, nessun esperimento, eppure per lo spettacolo si vogliono fare sperimentazioni”.
Un altro passo importante, dice ancora, è abbandonare la logica dei colori regionali, perché un evento musicale va programmato con largo anticipo, non si può convivere con decisioni che cambiano di settimana in settimana. Infine la questione ristori: da decidere, dice in base all’effettivo parametro di lavoro creato e non solo alla mera riapertura, sostenendo poi comparti che non potranno ripartire anche con parametri allargati come i piccoli live club, i dancing, i piccoli teatri che hanno sempre dato lavoro a migliaia di persone.