Lo Stadio della Roma a Tor di Valle rischia di rimanere una di quelle opere in stile Ponte sullo Stretto o peggio ancora, Salerno-Reggio Calabria: “si fa, si fa, si fa”, ma nel frattempo non si fa niente. Prima i problemi di ordine strutturale, poi economici, poi le promesse di Comune e AS Roma e purtroppo poi anche l’ondata di arresti (Luca Parnasi e “affiliati”) che hanno portato la stessa sindaca di Roma Virginia Raggi ad essere indagata con decisione ancora pendente da parte dei pm. Insomma, un gran caos attorno al quale gravita una delle opere strategiche per il futuro di Roma, non solo a livello sportivo come lo Juventus Stadium di Torino sta dimostrando ormai da anni. Ebbene, ieri sera al termine di una giornata dove già la prima cittadina M5s del Campidoglio aveva sbattuto i pugni sul tavolo per la possibilità concreta che il Decreto Salva Roma non passi alla prova del Parlamento (con Di Maio che avrebbe “desistito” davanti al pressing di Salvini per motivi di stabilità del Governo), è arrivato l’ennesimo strappo sul caso Tor di Valle: «Basta chiacchiere, domani (oggi, ndr) è in programma un tavolo tecnico sullo stadio tra il Campidoglio e il club. Il mio unico interesse è che la Roma mantenga gli impegni presi con la città: prima le opere pubbliche per i cittadini, poi lo stadio».
STADIO ROMA, RAGGI VS PALLOTTA “MANTENGA PROMESSE”
Il nodo è sempre tecnico, con la AS Roma che si è impegnata a unificare via del Mare con via Ostiense rilevando i capannoni che stanno nello spicchio di terra compresa: non solo, la società giallorossa – che già di suo vive momenti di forte tensione per lo scollamento Pallotta-tifosi dopo il caso De Rossi – dovrebbe anche potenziare la Roma-Lido con la stazione Tor di Valle per permettere una ampia struttura di opere pubbliche che accompagni la nascita del nuovo Stadio. Ecco, solo a quel punto il Comune darà il via libera alla costruzione dell’impianto nuovo: ma ovviamente non è tutto così semplice visto che le carenze strutturali della Capitale (non imputabili o risolvibili certo alla società giallorossa) rendono le tempistiche della Pubblica Amministrazione di una lentezza “pachidermica”. La Roma vorrebbe molta meno burocrazia ma finora la Raggi ha risposto “picche” con la Convenzione urbanistica – contratto che regola il rapporto tra il Campidoglio e la Roma – che sta creando più problemi che risoluzioni. La strategia è chiara: dal M5s la spinta è sempre stata quella di dire No allo Stadio e la Raggi vuole uscire dalla pretendete strategia “silenziosa” e lanciare nell’angolo la società AS Roma: o accetta tutti i termini del Comune altrimenti saranno stati loro a non volere lo Stadio di Tor di Valle, “scaricando la colpa” fuori dal Campidoglio.