COSTITUZIONALISTI CONTRO IL “TRIAGE ETICO”

Aveva fatto scalpore la proposta partorita ieri dal dottor Mario Riccio, capo del reparto di terapia intensiva all’ospedale di Casalmaggiore (Cremona) – già medico di Piergiorgio Welby, accompagnandolo all’eutanasia finale – di condurre una sorta di “triage etico” per far decadere i non vaccinati dalla priorità delle cure in ospedale (qualora ne necessitassero). Ecco, passano 24 ore e il no secco arriva tanto dal presidente dell’Associazione Italiana Costituzionalisti Sandro Staiano quando dal presidente della fondazione dei medici italiani (Fnomceo) Filippo Anelli.



«La scelta di non vaccinarsi faccia perdere la precedenza nelle cure», aveva spiegato ieri a “La Repubblica’ il professor Riccio : secondo i costituzionalisti l’opzione non solo è eticamente sbagliata ma anche a livello giuridico. «Non si possono confondere due piani di giudizio così diverso», spiega a “Il Dubbio” Staiano. Scegliere di dare precedenza ai vaccinati in ospedale è una punizione eccessiva e non commisurata: per il direttore del dipartimento di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, «un conto è il protocollo sanitario che prevede di privilegiare, se la scelta è inevitabile, chi ha più chances di esito favorevole nelle cure». Un altro invece, prosegue Staiano, «è ibridare una valutazione del genere già drammatica con il giudizio morale sui no vax e con una sanzione inflitta nei loro confronti in termini di mancato soccorso». Se il costituzionalista non si dice contrario a sanzioni pecuniarie legate all’obbligo vaccinale, pensare invece ad un rifiuto della precedenza alla terapia è «eccessivo e non applicabile dal punto di giusta giuridico».



ANELLI (MEDICI): “RIVEDERE NUMERI LETTI COVID”

Una scelta etica e costituzionale del tutto antidemocratica: così Staiano, non dissimile dal giudizio dato sempre a “Il Dubbio” dal presidente Anelli. «Più che chiederci se davvero si debba dare precedenza nelle cure a un paziente che ha scelto di vaccinarsi rispetto a chi si ammala di covid in seguito al rifiuto del vaccino, dobbiamo cambiare prospettiva e porci ancora un’altra domanda». Secondo il presidente dei medici italiani è davvero è possibile, anche in un momento cosi delicato, «legare le scelte della politica alla sola ripresa economica? O non è forse il caso», si chiede Anelli,  «di ripensare il livello delle restrizioni sociali, in modo da poterci permettere un minore sbilanciamento dei posti letto, oggi orientato alla terapia per i contagiati dal covid, col sacrificio degli spazi destinati, ad esempio, ai malati oncologici?». Non siamo al momento terribile della primavera 2020 dove nei reparti occorre scegliere drammaticamente chi curare e chi dare per “spacciato”: «Quella è un’esperienza che ci ha segnati per sempre, e comprendo come ancora oggi pesi sul nostro modo di valutare la situazione. Ma siamo ancora distanti da un quadro simile e se si ripresentasse di nuovo, d’altra parte, sarebbe un gravissimo fallimento per tutti noi. Ci troveremmo di fronte al franare di tutto quanto si è costruito in questi  due anni».

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