Sergiy Stakhovsky, noto tennista famoso in tutto il mondo, soprattutto per la vittoria su Roger Federer a Wimbledon nel 2013,  proprio qualche mese fa, a gennaio, ha appeso la racchetta al chiodo. Dopo aver detto addio al mondo del tennis, il giocatore è tornato nella sua Ucraina per combattere contro l’invasione russa in prima persona: è diventato infatti un soldato. Una scelta ben pensata e ragionata quella del campione ucraino, ma molto coraggiosa, soprattutto alla luce del fatto che il 36enne ha una moglie e tre figli che lo attendono a casa.



Al portale australiano Whooska, il tennista ha spiegato: “È stata una decisione molto difficile, ho una moglie e tre figli che adoro. Dover dire loro che papà sta partendo e non sa quando tornerà. A volte è difficile dormire con tutto questo in testa. Ma ora che sono a Kiev mi sento sollevato, perché vedo molta energia negli occhi della gente. Io non sono un soldato, non ho mai impugnato una pistola, non ho mai sparato a nessuno. Ma se devo, lo farò. Paura? Certo che c’è paura, solo gli idioti non provano paura in questa situazione”. Parole piene di coraggio e di amore per il proprio Paese, ma a fare il giro del mondo sono state soprattutto dichiarazioni su un paragone – in un altro intervento – sull’esercito italiano.



Stakhovsky e il paragone con l’esercito italiano

Stakhovsky è stato intervistato anche da Lili Gruber su La7. Il tennista ha spiegato: “Non c’è giusto o sbagliato nella mia scelta. Se non mi fossi arruolato mi sarei sentito in colpa, qui a Kiev ci sono mio padre e mio fratello. Ma mi sento ugualmente in colpa ad aver lasciato mia moglie ed i miei tre figli. Non ho nessuna esperienza nel combattimento, la maggior parte di noi non è stato addestrato ma abbiamo un ideale comune. Questa è l’ultima spiaggia… Bisogna comprendere che se l’Ucraina cadrà nelle mani dei russi, poi toccherà ad altre nazioni. Torneremmo al 1945 con le nazioni satellite rispetto a Mosca: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, il Baltico. Putin minaccia con il nucleare e la Nato ha paura. Lui ha usato questa carta e la userà ancora. L’unica speranza è che muoia, altrimenti farà come Hitler quando stava dividendo l’Europa“.



Il tennista ha poi fatto un paragone che ha fatto il giro del web: “L’Italia e l’esercito italiano, per quanto ne so io, non durerebbe un giorno contro l’esercito russo. Noi ucraini non vogliamo rinunciare a nulla. Capiamo che questa è la nostra guerra e non quella dell’Europa, stiamo solo chiedendo aiuto e assistenza. Il mondo è dalla parte dell’Ucraina e penso che tutte le sanzioni contro la Russia abbiano aiutato, anche se ci metteranno tempo ad arrivare”.