Un lungo mese di attenzioni. 30 giorni di ossessioni. Questo è ciò che è accaduto a Sonia Onelli, ballerina e protagonista di Temptation Island nei panni di corteggiatrice single. La ragazza è stata vittima dell’incessante interesse di un uomo, figlio del titolare di un famoso ristorante di Roma. Un avvenimento particolarmente delicato, degenerato in maniera piuttosto rapita, nel giro di un paio di settimane. Un incremento che ha immediatamente spinto la procura a imporre il divieto di avvicinamento del giovane di 26 anni alla ragazza e ad iscriverlo subito nel registro degli indagati con l’accusa di stalking. Facendo un passo indietro, Giuseppe Scarpa per “il Messaggero” ricostruisce i fatti in maniera precisa e dettagliata: “E pensare che il primo incontro era iniziato sotto i migliori auspici: una cena in compagnia di altri amici a Terracina. È qui che si conoscono i due, è il sei luglio. Decidono di vedersi una prima volta, sempre in comitiva. Poi escono da soli. Si conoscono meglio, e infine la Onelli, 29 anni, decide di interrompere la frequentazione. La reazione del ragazzo è però pessima. A partire dal 22 luglio la vita della ballerina precipita in un incubo”.
Fermato stalker di Sonia Onelli, ex Temptation Island
Il 26enne dopo il rifiuto, cambia immediatamente atteggiamento diventando ossessivo e bombardandola di messaggi volgari: “Rispondi o faccio danno, sei una m…. Sonia, o mi rispondi o vengo sotto casa tua”. E ancora: “La galera me la faccio con la sigaretta”, lasciando intendere di non avere paura di nulla. Sonia Onelli ha sempre più paura ma la storia prosegue. Il ragazzo crea un profilo Instagram condividendo due foto: una sotto casa sua e l’altra fuori dalla palestra dove lavora. Poi compra pure una nuova scheda telefonica ed inizia a tempestarla di chiamate. La ballerina quindi, decide di denunciarlo. Nel frattempo lui, il 26 luglio si presenta sotto casa sua, le citofona senza interruzione e lei chiama la polizia. Qualche giorno fa la notifica: divieto di avvicinamento. Il gip, che ha imposto al giovane l’obbligo di non recarsi nei posti frequentati dalla vittima, ha spiegato in questo modo la sua decisione: “La sequenza di atti persecutori posti in essere dall’indagato ai danni di una donna che frequentava, la persistenza nel proposito criminoso che ha dimostrato e che non si limitava a bestemmiare o minacciare, si era presentato sotto casa della parte offesa, e la voleva costringere a parlare con lui e l’uso di continue pressioni, rendono sussistente il rischio di una reiterazione del reato”.