Nuovo capitolo del caso Stamina: si è concluso con quattro assoluzioni il processo d’Appello a Torino per il cosiddetto filone bresciano legato alla vicenda della controversa terapia di Davide Vannoni. Gli imputati sono stati infatti quattro medici degli Spedali Civili di Brescia i quali sono stati chiamati a difendersi dall’accusa di aver somministrato farmaci imperfetti durante il periodo in cui la terapia di Vannoni fu sperimentata nell’ospedale della città. In primo grado i quattro professionisti furono condannati a due anni di reclusione e ad una multa di 30mila euro. Sentenza ribaltata in Appello dove, secondo il giudice, il fatto non sussiste, procedendo quindi alla loro assoluzione. Il tribunale di Torino, spiega Corriere.it, non li aveva ritenuti responsabili dei reati di Stamina, assolti i 4 medici del Civile di Brescia/ “Ridata dignità a noi coinvolti”. Per i giudici della Corte d’Appello, il fatto non sussiste. I quattro assolti, accusati dalla procura di aver somministrato farmaci guasti per la sperimentazione della cosiddetta terapia Stamina sono: la ex direttrice sanitaria degli Spedali civili di Brescia, Ermanna Derelli, l’ex dirigente e referente del comitato etico Carmen Terraroli, la biologa Arnalda Lanfranchi e il pediatra Fulvio Porta.



CASO STAMINA, ASSOLTI 4 MEDICI DEL CIVILE DI BRESCIA: LE REAZIONI

Dopo l’assoluzione dei quattro medici nell’ambito del processo sul caso Stamina, non si sono fatte attendere le reazioni dei diretti interessati. L’ex direttore sanitario del Civile di Brescia, Derelli, ha commentato: “Finalmente è arrivato il momento di ridare dignità a noi coinvolti e all’Ospedale civile. Sono stati anni durissimi”. A suo dire, fino ad oggi loro tutti erano stati travolti da infamie, “ma sapevamo di avere la coscienza pulita. Dalle carte processuali abbiamo scoperto tanto. Finalmente emerge la verità e garantisco che non è stato facile reggere in questi anni di indagini e processi”. A commentare la sentenza della Corte d’Appello di Torino è stato anche l’avvocato Massimo Bonvicini, uno dei difensori dell’ex direttore sanitario, che l’ha definita come “il giusto epilogo di una vicenda giudiziaria che dimostra come i dirigenti e i medici degli Spedali Civili di Brescia abbiano sempre agito in assoluta buona fede con l’unico scopo della salute dei pazienti”. Anche a detta del legale questa sentenza “riconsegna dignità e onore a persone perbene”.

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