Standard & Poor’s ha confermato il rating dell’Italia BBB. L’agenzia ha affermato che la crescita economica rallenterà nel 2023, seguendo il trend dell’inflazione elevata e dell’inasprimento delle condizioni del credito. Si riprenderà però nel 2024 anche grazie agli investimenti dell’UE. Come spiegato in una nota, “L’outlook stabile riflette la nostra aspettativa che il debito pubblico dell’Italia in rapporto al PIL diminuirà nel 2023-2026 con la ripresa della crescita economica il prossimo anno, sostenuta dagli investimenti dell’UE, dalla domanda esterna e dalla stabilizzazione delle ragioni di scambio”.



“Questa valutazione è controbilanciata dal rischio di un’inversione nell’attuazione delle riforme fondamentali, comprese quelle integrate nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dell’Italia, con conseguente ritardo del sostegno dell’UE”, si legge ancora nel rapporto di Standard & Poor’s.



“Approccio moderato e pragmatico del Governo”

Secondo Standard & Poor’s, non serve l’austerità per abbattere il debito pubblico ma lo sviluppo in rapporto al Pil. In Italia, il rapporto debito-Pil è sceso dal 145,9 per cento al 144 per cento rispetto al trimestre precedente: si tratta di uno dei cali più significativi nell’Unione europea, come spiega invece Eurostat riferendosi al periodo tra ottobre e dicembre del 2022. Non è sceso, invece, il costo del debito.

Nell’analisi di S&P, si parla poi delle scelte di Governo. Viene infatti sottolineato come “Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia finora perseguito un approccio moderato e pragmatico in relazione all’Europa e alla politica di bilancio”, come si percepisce proprio dalla Legge di Bilancio 2023. La prudenza fiscale è palese nella manovra, “in linea con il suo predecessore Mario Daghi”. Attesa per la Manovra del prossimo anno: “Sarà importante nel valutare l’impegno del governo a questa prudenza”. In Italia il consolidamento fiscale “sarà graduale e contingente alla crescita e alle pressioni politiche”.