Dopo un mese in carcere, a San Vittore, Stanislav Bahirov è stato scagionato. Alla lettura della sentenza, l’ex attaccante dilettante della Vogherese è scoppiato a piangere: il test del Dna svolto addosso a una 19enne violentata nella notte tra il 22 e il 23 ottobre a Milano, in piazza Caserta, ha dimostrato che le tracce biologiche non erano sue. L’uomo era ritenuto responsabile della violenza e al Corriere della Sera racconta: “Ora penso solo alla mia famiglia. Vorrei anche tornare in campo”. Quella sera “rientravo da una partita. Arrivato a casa, ho parcheggiato la macchina. Sono sceso e ho sentito quella ragazza gridare su una panchina. Le ho chiesto se avesse bisogno. Lì vicino c’erano altri due uomini stranieri”.
In quel momento “ho visto che c’era qualcosa che non andava. E a quel punto me ne sono andato”. Da lì è rientrato in casa dove le telecamere lo hanno ripreso. “Sono sopra l’uscita di casa mia, come ho detto anche alla polizia”, racconta. “Era chiaro mi riprendessero ogni volta che mi spostassi” spiega. Il test del Dna lo ha scagionato ma secondo il giudice il quadro indiziario è “tutt’altro che minimale”. “Cosa devo fare più che portare l’esito negativo del Dna?” si chiede il 25enne. Per chi indaga, però, la negatività delle tracce biologiche esclude un rapporto completo ma non la violenza. Lui ribadisce: “Non c’è stato nulla, non l’ho toccata. Come dico dal primo giorno, sono innocente”.
Stanislav Bahirov: “Io dipinto come un mostro”
Stanislav Bahirov è stato arrestato il 25 gennaio. Al Corriere della Sera ricostruisce quella giornata per lui infernale: “Era mattina presto. È arrivata la polizia in borghese. Ero con la mia famiglia. Dei momenti terribili: uno dei miei figli ora è in cura”. Da lì, un mese di carcere: “Un disastro. Oltre al mio avvocato Daniela Damato, devo ringraziare i miei compagni di cella, eravamo in sei. Mi hanno sostenuto anche quando in tv ero il mostro”. Il trattamento mediatico ha distrutto psicologicamente l’ex attaccante, che racconta: “Mi è dispiaciuto essere dipinto così dal giornali. Da questo momento non riuscirò più a dare una mano a chi ha bisogno”.
Dopo essere uscito dal carcere, Bahirov vuole ricostruire la sua vita, pensare ai suoi figli e magari tornare a giocare in Serie D, come faceva fino a poche settimane fa. Era infatti l’attaccante della Vogherese, società della provincia di Pavia. L’ex giocatore, parlando di quanto vissuto nei mesi scorsi, confessa: “Non ci si rende conto di quello che è stato fatto. È facile rovinare la vita di una persona, ma è molto difficile ricostruirla”.