Stanley Fish filosofo, critico letterario e professore statunitense è grande esperto di linguistica e dei diversi utilizzi letterari dei linguaggi e di come questi vengono interpretati psicologicamente. In uno dei libri che più rappresentano le sue teorie “C’è un testo in questa classe? L’interpretazione nella critica letteraria e nell’insegnamento“, Fish attribuisce esclusivamente al lettore la produzione del significato interpretativo letterario, una visione che può rappresentare una lezione utile in un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale e dalla cancel culture.



E proprio su questi temi che il filosofo si esprime in un intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, nella quale chiarisce anche il concetto di “post-verità“, anche questa relativa sempre ad una interpretazione ” in quanto i fatti e le certezze che affermiamo ci giungono attraverso la mediazione di storie, tradizioni, valori assunti e mete prefissate da tempo. Non c’è mai un confronto diretto con il mondo al di fuori di qualsiasi comunità interpretativa“. Per questo motivo la stessa cancel culture è una cosa molto antica, perchè “ogni cultura nella storia include un senso di ciò che dovrebbe e non dovrebbe essere detto e meccanismi per far rispettare quel senso“.



Stanley Fish “I testi prodotti da AI sono privi di significato”

Sul linguaggio, uno tra i più importanti libri scritti da Stanley Fish è “come scrivere una frase e come leggerne una“, il professore spiega che “il modo migliore per comporre una frase è imitare frasi complesse, aggiungendo nuovi contenuti nei modelli“, allenandosi quindi ad una pratica che alla fine diventerà “naturale come salire le scale o giocare a tennis“, un esercizio “fluido più che gravoso”.

L’intelligenza artificiale ormai è sviluppata a tal punto da riuscire a sviluppare e scrivere un intero testo letterario, Fish sostiene che “qualsiasi contenuto prodotto da AI è privo di significato“, questo perchè è stato elaborato da una macchina che non ha coscienza di ciò che sta facendo. Quindi concludendo “Un testo prodotto da un programma di intelligenza artificiale è soltanto un incidente statistico; non ha significato di per sé, e il significato può essergli attribuito immaginando che i dati osservati siano stati prodotti da un essere intenzionale. Ma non è così“.