Dormire nell’Overlook Hotel di “Shining” oggi è possibile perché questo luogo esiste anche se non tutti sanno che la struttura che ha ispirato Stephen King per uno dei suoi romanzi maggiormente conosciuti si trova nel Colorado e inoltre che questo stesso albergo, che inizialmente doveva essere il set per le riprese dell’omonimo film di Stanley Kubrick, alla fine non venne utilizzato perché il maestro americano scelse per gli esterni il Timberline Lodger in Oregon e per le scene al chiuso il suggestivo Ahwahnee Hotel che sorge nello Yosemite National Park. È stato invece lo Stanley Hotel, struttura in stile neoclassico che si affaccia sul Rocky Mountain National Park nella Contea di Larimer, a dare origine a uno degli incubi più celebri non solo della storia del cinema ma pure della letteratura: e, pur non essendo per nulla legato alla realizzazione del film di “Shining” (1980), oggi questo hotel è diventato una sorta di luogo leggendario in cui gli stessi proprietari strizzano l’occhio alle invenzioni visive di Kubrick e hanno addirittura dato ampio risalto alla stanza 217 che nei primi Anni Settanta ebbe un illustre (anche se all’epoca ancora non famoso…) ospite. Andiamo a scoprire cos’ha di così speciale e perché oggi è diventato una sorta di “cult” tra gli amanti del genere…
LO STANLEY HOTEL IN COLORADO (USA)
La storia dello Stanley Hotel, intesa come il momento in cui il destino ha voluto che ispirasse due capisaldi della letteratura e del cinema horror contemporanei, comincia infatti nel 1973 quando Stephen King e consorte vi trascorsero alcuni giorni in vacanza nella room 217 (numero che poi Kubrick cambiò rispetto al romanzo dato che li avviene l’omicidio delle due gemelle e i proprietari del Timberline Lodge temevano una pubblicità negativa) nella notte che precedeva proprio la chiusura invernale dell’albergo: l’esperienza fu a suo modo surreale per lo scrittore e sua moglie Tabitha dato che erano gli unici ospiti e da quel brevissimo soggiorno -nonché da un incubo- nascerà “The Shining” (1977), terzo romanzo assoluto per il Re dell’Orrore e ancora oggi una delle sue prove più amate. Oggi, come detto, è possibile rivivere una esperienza simile perché lo Stanley Hotel in stile neo-georgiano che sorge a Estes Park tra le Montagne Rocciose viene oramai identificato col mefistofelico Overlook e quindi è meta degli amanti del genere perché qualcuno lo crede davvero infestato, senza dimenticare che in Colorado maledizioni e fantasmi (sono tante anche le cittadine abbandonate nello Stato…) sono all’ordine del giorno. “Eravamo in saloni vuoti e sembrava che Dio mi avesse messo lì per sentire quelle cose” ha ricordato King, svelando che quella notte sognò suo figlio di tre anni che correva per i corridoi dello Stanley mentre urlava e che da lì nacque lo spunto del romanzo.
L’ISPIRAZIONE PER “SHINING” E QUELLA VOLTA CHE STEPHEN KING…
Lo Stanley Hotel, inaugurato oltre 110 anni fa nel 1909 dalla Stanley Steamer -un tempo casa automobilistica di vetture a vapore- era già tornato a fare notizia qualche anno fa quando fu annunciato che nei suoi pressi sarebbe stato realizzato un cimitero per animali, circostanza curiosa se si pensa che un altro dei titoli di maggior successo di King fu proprio “Pet Sematary” (1983) dove si parla di un antico luogo in cui gli animali sepolti possono risorgere. Ad ogni modo non tutti sanno che sul canale 42 dei televisori installati nelle stanze dell’albergo viene mandato in onda, in una sorta di “loop” ipnotico il film di Kubrick, mentre da qualche tempo vengono organizzati veri e propri “ghost tour” dedicati agli appassionati dal momento che le leggende attorno a questo luogo, anche se non si sa bene perché, sono cresciute a dismisura e ben oltre il legame che ha col noto libro di King. Secondo alcuni rumors, infatti, lo Stanley Hotel sarebbe infestato e sono diverse le testimonianze, da parte degli ospiti e dello stesso personale, che parlano di echi sinistri e voci che risuonano in stanze e saloni deserti; addirittura qualcuno, forse suggestionato dalla pellicola, ha sentito i tipici suoni di una festa da ballo in una hall però vuota o anche le note di un pianoforte che qualcuno ricollega alla passione della consorte del fondatore dello Stanley, anch’ella amante di questo strumento. Secondo i più avveduti, invece, gli attuali proprietari dell’albergo hanno saputo “giocare” (anche in modo intelligente) con questi episodi costruendoci attorno una mitologia e strizzando l’occhio al fenomeno delle presenze malefiche. Basti pensare solo al fatto che, di recente, uno degli ultimi arrivi all’hotel è stato un gigantesco labirinto che rimanda a quello del film ma che King non citava nel suo romanzo: realizzato con piante e cespugli, è stato il risultato di un contest lanciato dai proprietari e ha fruttato al progetto vincitore due notti di pernottamento gratuite. Con buona pace di fantasmi e dell’alone di Jack Torrance che vaga per i corridoi del dedalo verde…