Recentemente apparso davanti alla nazione con un breve discorso, il primo ministro inglese Keir Starmer ha annunciato – senza mezzi termini – una profonda stretta sui migranti che sarà operativa già a partire dalle prossime settimane e che mira a risolvere i profondi problemi che imputa ai suoi predecessori, partendo – non a caso – dal ricordare quel “buco da 22 milioni di sterline che abbiamo trovato nelle finanze pubbliche” che ricollega in larga parte al vertiginoso aumento dei dati sull’immigrazione con “quasi un milione di arrivi lo scorso anno” dovuto – spiega e accusa sempre Starmer – ad “un esperimento di frontiere aperte“.
“Un fallimento di questa portata – spiega Starmer – non è solo sfortuna, non è una tendenza globale, non succede perché ti distrai; ma è accaduto per scelta” sottolineando che dalle indagini condotte dall’indipendente Ufficio nazionale di statistica è emerso che “le politiche sono state riformate per liberalizzare l’immigrazione: la Brexit – accusa il primo ministro – è stata usata per questo scopo, per trasformare il Regno Unito in un esperimento di nazione con confini aperti” che ora non può essere “liquidato con un semplice ‘abbiamo sbagliato'”.
Cosa prevede la stretta sui migranti di Starmer: “Collaboreremo con l’Iraq per distruggere i contrabbandieri”
Entrando nel vivo del suo discorso, il primo ministro Starmer promette che “questo governo volterà pagina iniziando dall’economia perché – spiega – non possiamo separare questo fallimento dal loro rifiuto di impegnarsi duramente sulle competenze, sul welfare e sulle opportunità per i giovani” preferendo cercare manodopera all’estero piuttosto che “colmare le lacune nella nostra forza lavoro”; rendendo complessivamente “la nostra nazione profondamente dipendente dall’immigrazione” con dati preoccupanti sull’occupazione e sull’economia che si sono accompagnati ad un innegabile “raddoppio dei visti rilasciati”.
“Adotteremo – continua Starmer – un approccio diverso: stiamo per pubblicare un white paper che definisce un piano per ridurre l’immigrazione” che partirà dall’individuare “i settori che dipendono eccessivamente dall’immigrazione” per riformarli in profondità “assicurando che le domande per i visti arrivino con nuove aspettative sulla formazione delle persone”; promettendo poi un impegno per contro “gli eventuali abusi” nel sistema di rilascio dei visti sottolineando in particolare che “ad ogni datore di lavoro che si rifiuta di collaborare sarà vietato assumere manodopera dall’estero“; concludendo poi con l’annuncio di un già stipulato “accordo di sicurezza con l’Iraq che ci aiuterà a distruggere i contrabbandieri e a proteggere i confini, finanziando le forze di polizia irachene per affrontare il problema”, mentre si lavorerà anche per “aumentare gli espatri”.