C’è grande confusione sulla liquidazione degli statali, a causa anche della crisi di governo. Lo sblocco dell’anticipo del trattamento di fine servizio potrebbe slittare a fine anno. Chi sperava arrivasse prima dell’autunno rischia di restare deluso. C’è anche chi teme che il provvedimento possa “morire”, possa cioè non essere mai sbloccato. E in questo caso ci sarebbero non poche ripercussioni per i circa 170mila dipendenti pubblici in uscita quest’anno con l’anticipo pensionistico o attraverso le regole ordinarie della Legge Fornero. Ma conseguenze potrebbero esserci anche sugli altri 60mila statali andati in quiescenza l’anno scorso. Il Messaggero cita il regolamento scritto circa tre mesi fa, secondo cui, ad esempio, l’erogazione dell’anticipo deve essere effettuata entro 75 giorni dalla presentazione della domanda. Ma solo nei primi giorni di agosto il Garante della Privacy e l’Antitrust hanno mandato a Palazzo Vidoni il provvedimento, segnalando alcune modifiche con i loro pareri.



STATALI, ANTICIPO LIQUIDAZIONI: RINVIO A FINE ANNO

I dirigenti che lavorano al dicastero della Funzione pubblica sono rientrati in anticipo proprio per inserire le modifiche delle due authority sul Tfs. Il Messaggero fa sapere che dal ministero fanno capire che l’iter non sarò lungo. Eppure dopo l’aggiornamento, il nuovo testo va inviato al ministero del Lavoro e a quello dell’Economia. Ed è qui che emergono i primi problemi. Al Mef infatti hanno un’idea diversa su come va regolato il fondo da 75 milioni da costituire all’Inps per pagare gli interessi sul prestito calmierato ai lavori in uscita. E infatti ha chiesto un’ulteriore relazione tecnica sull’uso di questo fondo. Una volta chiuso questo step, il regolamento poi andrebbe inviato al Consiglio di Stato per l’ultimo parere e poi spedito alla Corte dei Conti affinché venga eseguito il controllo di legittimità. Solo a questo punto non ci sarebbero ostacoli alla firma del ministro e al passaggio al Consiglio dei Ministri per le due convenzioni che mancano ancora, ma parliamo di una svolta dunque tra due-tre mesi.

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