Metà degli statali in vacanza a causa del Coronavirus. Ma non sono ferie piacevoli, visto che l’Italia è in piena emergenza. Il decreto del Governo con le misure anti Coronavirus prevede che i servizi al pubblico della Pubblica amministrazione vengano forniti con i canali telematici e telefonici, laddove possibile. Le attività che non possono essere svolte da remoto saranno sospese, quindi le amministrazioni pubbliche ricorrono a congedi, ferie pregresse, turnazioni e banca delle ore per lasciare a casa i dipendenti pubblici che non possono espletare da casa le loro mansioni. Come funziona però per quegli statali che invece hanno esaurito le ferie? In questo caso si viene esentati dal lavoro, quindi si ha diritto ad un permesso retribuito finché non viene dichiarata la fine dell’emergenza. Ne parla Il Messaggero, spiegando che le difficoltà attuali della Pubblica amministrazione sono legate anche al mancato potenziamento dello smart working, nonostante l’esperimento cominciato tre anni fa dall’ex ministra Marianna Madia, che aveva invitato a testare il “lavoro agile” su almeno il 10% dei lavoratori. In pochi l’hanno ascoltata, ora invece lo smart working è diventato prioritario.



CORONAVIRUS E STATALI, QUANDO SCATTA PERMESSO RETRIBUITO

Fino alla settimana scorsa, la percentuale di dipendenti passati al “lavoro agile” per il Coronavirus era al 20 per cento nel settore pubblico. Venerdì scorso si è arrivati al 50 per cento, anche a causa dell’aumento dei contagi. Ma i sindacati avvertono che lo smart working può essere utilizzato solo dalla metà dei dipendenti pubblici, visto che mancano linee guida chiare sulle attività che possono essere eseguite da remoto. E poi, evidenzia Il Messaggero, c’è carenza di dotazioni informatiche, senza cui è impossibile fare fronte a questo tipo di rivoluzione. C’è quindi il rischio che si blocchi la “macchina dello Stato”. La situazione nelle Regioni non è così complessa, perché si è arrivati all’80 per cento di dipendenti passati al “lavoro agile”. Ma con l’Inps al 10 per cento del totale e l’Agenzia delle Entrate che parte da zero il rischio confusione è altissimo. Senza linee guida c’è anche il rischio che i dirigenti periferici non concedano ferie, congedi o straordinari. Chi ha esaurito le ferie del 2019 e deve accontentarsi di quelle maturate finora, ha solo una settimana da “spendere”. Poi si passa al permesso retribuito.

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