«Sul fisco, non possiamo operare restando in attesa per oltre 60 mesi in media della regolazione da parte dello Stato dei crediti #IVA alle #imprese, quando nei Paesi concorrenti europei avviene in meno di 6 mesi» scrive ancora Carlo Bonomi sui social presentando il piano “Servire Italia” che si “contrappone” al “Progettiamo il Rilancio” del Governo Conte. Continua insomma la sfida interna agli Stati generali dell’economia con Confindustria che non ci sta ai piani finora presentati dal0’esecutivo e porta alcune proposte immediate per una rapida inversione: dopo le critiche su Cig e imprese “dimenticate”, Bonomi aggiunge «Confindustria non crede in uno Stato cattivo contrapposto al privato buono. Ciò che chiediamo è una democrazia moderna con istituzioni efficienti e funzionanti, cioè con una #PA “buona”, come già indicato e chiesto da Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco».
Intervenendo anche davanti alle altre categorie e imprese rappresentate a Villa Doria, il Presidente del Consiglio prova a rispondere punto su punto alle critiche degli industriali: «Ammetto i ritardi, ma non rispondo delle carenze strutturali. Ci siamo trovati a fare interventi – penso alla Cassa integrazione – che normalmente facevamo nell’arco di cinque o sei anni. Stesso discorso anche per le necessità delle imprese, dove c’erano aspettative di pochi giorni e poche settimane». Non solo, aggiunge Conte, «Facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando e abbiamo l’umiltà di ammettere ritardi ed errori. Fermo restando che certo non possiamo essere chiamati a rispondere di carenze strutturali che il sistema Italia si porta dietro da circa 20 anni». Per il Premier Conte il sostegno alle imprese è e deve rimanere «una priorità, un caposaldo della nostra società […] Nessun pregiudizio da parte del governo, possiamo avere diversità di opinioni e valutazioni, ci sta, ma qui non c’è nessun pregiudizio ideologico. Preservare l’impresa e metterle in condizione di poter affrontare vigorosamente e in modo resiliente uno shock come questo è una priorità del nostro Paese, altrimenti non andiamo da nessuna parte».
LE TRE (PESANTI) CRITICHE DI BONOMI AL GOVERNO
Tempesta doveva essere e tempesta, pare, sia stata: l’incontro tra Confindustria e Governo Conte agli Stati generali a giudicare da quanto fatto trapelare da Carlo Bonomi sui social al termine del colloquio non sembra aver visto piena condivisione tra i piani del Premier e quelli degli industriali. In primo luogo, Bonomi ha richiesto l’immediato rispetto della recente sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro in accise energia «impropriamente pagate da imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione». Alla frecciata lanciata al Governo, Bonomi prosegue con due tweet ancora più duri: nel primo spiega come l’impegno di tutti, Stato e Imprese, ora deve essere orientato ad evitare la dolorosa recessione ma questo può avvenire solo «se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni. Ora si onorino i contratti / debiti verso le imprese».
Infine, il punto forse più dolente che colpisce nel fulcro del piano-rilancio economico di questi primi mesi di crisi Covid: scrive il leader di Confindustria uscito dagli Stati generali, «la Cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane», dopo il Decreto incardinato dal Governo. «Gravi ritardi», conclude Bonomi, «anche per le procedure annunciate a sostegno della liquidità. Le misure economiche dell’Italia si sono rivelate più problematiche di quelle europee». Secondo quanto fatto filtrare dalle fonti di Governo all’esterno degli Stati generali, pare che il Premier Conte abbia replica «abbiamo idee e proposte diverse, ma il nostro sforzo è stato teso sempre a sostenere l’attività produttiva del Paese e non per contrastarla».
LE RICETTE DI GUALTIERI PER L’ECONOMIA
Sul tavolo degli Stati generali nel giorno dell’incontro con Confindustria non arrivano buone notizie dal settore industriale in Italia: l’effetto Covid fa crollare ad aprile il fatturato e gli ordinativi dell’industria al livello peggiore di sempre. –29,4% su mese e -46,9% su anno per il fatturato, ma anche -32,1% su mese e -49% su anno per gli ordini: sono i dati dell’Istat pubblicati stamattina con i «peggiori risultati per entrambe le serie storiche (disponibili da gennaio 2000), in termini sia congiunturali sia tendenziali Ad aprile si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca del 29,4% rispetto al mese di marzo e del 23,9% nella media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi precedenti», commenta l’istituto.
Intervenendo in videoconferenza al Festival dell’Economia di Trento, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ribadisce che al netto della crisi la nuova fase 3 rappresenta «opportunità straordinarie per il rilancio del Paese. Ora siamo concentratissimi sull’implementazione delle misure della Fase 1, sul capire come gestire e governare la transizione della Fase 2 e stiamo predisponendo la Fase 3 che quella del rilancio del Paese e dell’Europa».
Il piano “ambizioso”, conclude Gualtieri in attesa del vertice Conte-Bonomi, prevederà anche l’utilizzo degli aiuti europei: in particolare sul Mes, il n.1 dell’Economia afferma «Avere prestiti a tasso zero è attraente perché fa risparmiare su interessi: il governo valuterà con grande attenzione tutti gli strumenti offerti dall’Europa, come il Mes, e appena il negoziato si sara’ concluso e ci sarà un quadro completo sulla loro natura prenderà le decisioni più adeguate».
CASTELLI “TAGLIO IVA, NO SCONTRO CON CONFINDUSTRIA”
La quarta giornata degli Stati generali vede per il Premier Conte un autentico “esame di maturità” davanti al leader degli industriali Carlo Bonomi che finora non ha lesinato che critiche all’operato del Governo sulla gestione economica dell’emergenza coronavirus. «Con la Confindustria di Carlo Bonomi non è una sfida: il confronto di oggi agli Stati generali è un modo per prendersi insieme la responsabilità di scegliere la direzione migliore e farlo con le risorse che sono in campo», ha spiegato la viceministra dell’Economia Laura Castelli intervenendo a Radio Anch’io su Rai Radio1 stamattina.
«Abbiamo in corso una programmazione su più anni per un Paese che deve ripartire e può farlo solo se si accorda, come fosse uno strumento musicale, e cammina insieme. Avevamo già lavorato in questa direzione di riduzione dell’Iva per dare una spinta ai consumi, la Germania lo sta già facendo. Per qualche anno si può fare insieme a quella strategia già messa in campo dal presidente del consiglio a favore dei pagamenti elettronici», annuncia sempre la Castelli in merito a quanto verrà discusso proprio con Confindustria e le altre sigle delle imprese che verranno incontrate nel pomeriggio dopo la doppia informativa al Parlamento che lo stesso Conte sta tenendo in questi minuti. La Castelli inquadra la strada del confronto-scontro tra Conte e Bonomi: «L’aiuto deve essere quello di scrivere insieme lo sblocco di molte risorse e poi programmare gli investimenti».
STATI GENERALI, LA QUARTA GIORNATA
Nel giorno in cui gli Stati generali vengono “dimezzati” per il duplice intervento di stamane del Premier Giuseppe Conte in Parlamento sui prossimi impegni europei, si assisterà forse al tavolo più complicato per il Governo giallorosso: primo nella lista di ospiti per il ciclo di incontri sul “Progettiamo il Rilancio” sarà nientemeno che Carlo Bonomi di Confindustria, dopo gli attriti delle scorse settimane e gli attacchi diretti ancora ieri sul piano-Conte considerato «fallimentare» sulla fase 3. Dopo i vertici internazionali, le linee presentate dai sindacati sul rilancio del lavoro e ancor ieri la terza giornata dedicata a Abi, Confartigianato e Confcommercio, gli Stati generali vedono oggi l’incontro-scontro con la sigla che più di tutte ha sollevato critiche fin dall’inizio dell’emergenza economica causata da lockdown e misure anti-Covid.
«Hanno il grande demerito di essere state decise senza prestare alcun orecchio alle esigenze delle imprese. Non è una grande idea chiedere alle imprese d’indebitarsi mentre devono continuare a pagare le imposte e mentre lo Stato non rende immediatamente disponibili in liquidità pronta cassa gli oltre 50 miliardi di euro di debiti commerciali che deve ai suoi fornitori», scrive Carlo Bonomi nel libro-pacchetto di proposte che Confindustria presenterà oggi al Governo Conte dal titolo “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”. Dopo aver criticato e non poco la mancanza di «metodo» nella fase 2, gli industriali puntano il dito an che su questa iniziale fase 3: «E’ mancata finora una qualunque visione sulla Fase 3, da far seguire a chiusure e riaperture. La fase cioè in cui definire sostegni immediati alla ripresa di investimenti per il futuro, riprendendo e potenziando in toto l’impianto d’Industria 4.0” e “affiancandovi un grande piano Fintech 4.0».
STATI GENERALI: IL PROGRAMMA DI OGGI
Immediata è stata la replica ieri del Premier Conte anticipando un braccio di ferro che inevitabilmente oggi ci sarà nelle sale di Villa Doria Pamphilj: intervistato da Fanpage, il Presidente del Consiglio a domanda diretta sulle critiche lanciate da Bonomi ha replicato «Mi dicono che quando c’è un nuovo insediamento c’è una certa ansia da prestazione politica. Io dal dottor Bonomi e da tutti gli associati mi aspetto un’ansia da prestazione imprenditoriale, è questo il loro scopo». Si vedrà poi oggi cosa uscirà dal dibattito dove – ribadiscono essendo almeno su questo d’accordo Confindustria e Conte – l’unico obiettivo resta il bene del Paese e una ripresa il più rapida possibile. Il programma degli Stati generali di oggi vede alle ore 14,30 subito l’incontro con Confindustria, Ance e Anfia: seguiranno nel corso del pomeriggio altri ospiti e altre sigle, tra cui Confapi, Confimi, Unimpresa, Confimpreseitalia, Confetra, Confservizi, Conflavoro Pmi, Ucid – Unione cristiana imprenditori dirigenti, Finco – Opere specialistiche per le costruzioni e la manutenzione, Cepi – Confederazione europea piccole imprese.
IL PUNTO DEL PREMIER CONTE SULLA TERZA GIORNATA
«L’Italia sta faticosamente uscendo da uno choc senza precedenti che ha comportato e sta comportando altissimi costi umani, sociali ed economici. Adesso bisogna però guardare al futuro», ha spiegato ieri il Premier Giuseppe Conte aprendo la terza giornata di Stati generali dell’economia a Villa Doria Pamphilj. Dal cashless alla transizione digitale, fino agli effetti della crisi ancora tutti da attendere nei prossimi cruciali mesi: così agli ospiti delle imprese e al Governo riunito sottolinea «Come sapete noi scontavamo delle difficoltà e se guardiamo al prodotto interno lordo e alla produttività ci collocavamo sempre al di sotto della media europea negli ultimi anni. Siamo però consapevoli che gli effetti completi della crisi devono ancora dispiegarsi. Nella diagnosi e nelle valutazioni scambiate con autorevoli economisti sabato e anche con altre interlocuzioni che abbiamo avuto con le massime autorità economiche è chiaro che l’incertezza c’è e peserà ancora. Quindi non è sufficiente sbloccare il lockdown, riaprire le attività perché venga meno questa incertezza».
Per questo motivo, conclude il suo discorso che racchiude la giornata di ieri, Conte insiste sulla necessità di surplus da parte di tutti per uscire dal guado: «A gestire un’emergenza e sicuramente, non avendo potuto programmare interventi del genere, ci stiamo misurando anche con delle difficoltà oggettive del Paese: apparati burocratici, mentalità radicate, strategie dei vari uffici pubblici e dei partner privati di questi progetti. Dobbiamo scontare tutte queste novità». Raggiunto dal direttore di Fanpage Piccinini, ancora Conte annuncia (e non è la prima volta) la revisione dei decreti sicurezza per uscire dalla contraddizione di un Pd che chiede da tempo di poterli cambiare senza però mai arrivare a porlo come punto in Cdm: «ci stiamo già lavorando anche se non credo che ce la faremo questa settimana perché siamo molto impegnati. Ma la ministra Lamorgese sta lavorando per mettere a punto le modifiche, e spero possano arrivare in Consiglio dei ministri».