Non c’è stato Beppe Grillo e nemmeno Davide Casaleggio, Di Battista ha “litigato” ma non strappato, Di Maio ha mantenuto l’aurea di “leader in pectore” del Movimento 5 Stelle: si chiudono con più ‘ombre’ che conferme gli Stati Generali del M5s, anche se Vito Crimi prova a tirare le fila in conclusione al dibattito in streaming «Non ci sarà alcuna deroga al limite dei due mandati per le istituzioni regionali, nazionali ed europee, valorizzando l’esperienza maturata nelle elezioni amministrative comunali». Non solo, è emersa tra gli iscritti e i delegati intervenuti «la necessità di una guida politica collegiale e di un organo ad ampia rappresentatività». Resta ancora al M5s ora capire come e in che modo eleggere questo organo direttivo, con Di Battista che chiede ufficialmente che non ve ne facciano parti membri del Governo (non accolta finora l’istanza né da Di Maio, né da Crimi e Bonafede): il Presidente della Camera Roberto Fico ha invece mandato un indiretto messaggio tutt’altro che distensivo a Davide Casaleggio sulla polemica della piattaforma Rousseau, «Gli strumenti di cui il Movimento si avvale devono essere del Movimento. Ciò significa una responsabilità in più ma anche maggiore autodeterminazione. Dobbiamo evolverci, crescere, ma ricordando sempre chi siamo. Le persone si identificano nelle radici del MoVimento, nelle sue regole, che possono anche evolversi ma se diventiamo un partito le persone sceglieranno un partito vero o addirittura sceglieranno di non seguire più la politica», ha spiegato Fico. Non ci dovranno essere alleanze strutturali con il Pd, anche se si afferma l’intenzione di non precisate “alleanze strategiche territoriali”. (agg. di Niccolò Magnani)
IL BOTTA E RISPOSTA DI MAIO-DI BATTISTA
«Venga scritto nero su bianco che non ci sarà nessuna deroga al doppio mandato», spiega il leader della “base” M5s Alessandro Di Battista intervenendo prima dell’ex sodale Di Maio agli Stati Generali. Pochi punti programmatici ma tutti, di fatto, contro un’alleanza perdurata con il Partito Democratico: attacca Padoan a capo di Unicredit, vuole i Benetton via definitivamente da Autostrade e soprattutto vuole che la prossima segreteria – con annesse regole da scrivere per nomine e candidature – non veda ministri o membri del Governo nell’organo direttivo. «Io non vedo l’ora di tornare in prima linea con il M5S, vedremo in che ruolo. Sono pronto a rimettermi in giorno ma chiedo garanzie», spiega Di Battista prima di lanciare quello che è parso come un attacco diretto a Di Maio: «La più grande ricchezza di un forza politica è il voto di opinione. Si può perdere, ma mantenendo la propria identità si forza la possibilità di ottenere il voto di opinione. Deve poi rimanere fuori dall’organo collegiale chi ha ruoli di governo» e infine «Qualunque legge elettorale ci sarà, il Movimento si presenterà alle prossime elezioni da solo. E il Movimento non appoggerà mai una legge elettorale senza preferenze». Più diplomatico ed “ecumenico” Luigi Di Maio intervenuto subito dopo: «Io voglio un Movimento autonomo, forte e protagonista e che si deve far valere di più nel governo e quini deve cambiare passo, non basta dire solo che siamo il terzo polo: quella è una posizione, non un’identità, che si costruisce con i temi». Di Maio poi apre a rinnovare Rousseau con Casaleggio, “sposa” la linea Dibba sul secondo mandato ma si toglie anche qualche sassolino di troppo: «Per rafforzarci credo che il M5S debba anche superare le ambiguità in ambito internazionale, entrare in una grande famiglia europea […] Basta attaccare chi al Governo per poi celebrare i risultati portati da noi». (agg. di Niccolò Magnani)
L’INTERVENTO DEL PREMIER CONTE
Non senza difficoltà tecniche l’intervento del premier Giuseppe Conte agli Stati Generali del Movimento 5 Stelle. «Questo confronto interno ha riflessi anche esterni», ha dichiarato il presidente del Consiglio, che ha citato poi il lavoro dei ministri M5s e dei loro leader, da Luigi Di Maio a Vito Crimi. «La vostra sfida è preservare questa carica innovativa, facendo tesoro del passato ma con lo sguardo volto al futuro», ha spiegato Conte. Non è mancata una riflessione sugli inizi: «Siete una comunità che 11 anni fa partendo dai territori si è costantemente confrontata e messa in gioco, assumendosi una grande responsabilità, offrire il proprio contributo al Paese. Siete una comunità tosta, avete affrontato scelte laceranti, ma non avete mai mollato». Conte ha citato anche Beppe Grillo: «Ci sentiamo, rimane la mente più giovane e curiosa del MoVimento 5 Stelle». E quindi ha aggiunto: «Siete nati da un’intuizione, un progetto visionario che costituisce la più grande novità politica degli ultimi anni».
Ma Conte ha parlato anche dei momenti di difficoltà del M5s: «Ci sono stati momenti in cui siete apparsi disorientati e si sono create incomprensioni. La coerenza delle proprie idee è un valore, ma quando si è al governo si affronta la complessità, quindi bisogna avere intelligenza e coraggio per cambiare le proprie idee, quando ci si accorge che le nuove sono migliori di quelle che si avevano. E bisogna spiegarle». Infine, ha indicato quelle che sono le sfide del MoVimento: «È normale avere posizioni diverse, ma questo non deve spaventarvi. È una ricchezza. Ma ci sono tre sfide importanti: mai perdere il contatto con la gente, che non è un’entità astratta; l’uomo va rimesso al centro delle politiche economiche e sociali; vi siete battuti contro la logica dei privilegi, ottenendo risultati importanti, quindi bisogna continuare così». (agg. di Silvana Palazzo)
STATI GENERALI M5S, DI BATTISTA: “MI HANNO DIFFAMATO MA…”
Durante la mattinata che precede il “congresso” finale degli Stati Generali M5s, i 300 rappresentanti regionali hanno concluso il lavoro su regole, organizzazione e agenda politica che attende il Movimento 5 Stelle in vista della prossima “dirigenza” dai prossimi mesi. A partire dalle 15.30 scatterà infine la diretta streaming su Blog delle Stelle e Pagina Facebook del M5s con tutti gli interventi dei 30 delegati ammessi al dibattito pubblico: il tutto verrà preceduto dall’apertura dei lavori del capo politico Vito Crimi, del Premier Giuseppe Conte e del capo delegazione al Governo Alfonso Bonafede. Dalle 16 gli interventi cadenzati e seguenti di: Azzolina, Bernini, Brambilla, Buffagni, Caramiello, Corrado, Di Battista, Di Maio, Di Stefano, Ferrara. Alle 17 intervengono invece: Ferrara, Fico, Floridia, Gallo, Gianotti, Giarrusso, Grillo, Gubitosa, Iovino, Laricchia; dalle 18 invece concludono Mazzoni, Muto, Presutto, Quartini, Taverna, Tofalo, Toninelli, Torto, Trenta, Trevisi. Nel corso del dibattito sono previsti i contributi di due ospiti: il sindaco di Marino Carlo Colizza che ci racconterà la sua esperienza, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro che parlerà del Superbonus. Al termine dei 30 interventi gli Stati Generali si concluderanno con l’intervento del capo politico Crimi. La vigilia viene però stravolta dall’intervento su Facebook del leader “dissidente” Alessandro Di Battista che si scaglia contro la direzione attuale del M5s: «Da quando sono uscito – per mia scelta – dal Parlamento hanno, costantemente, provato a denigrarmi. Mi hanno diffamato, hanno screditato il mio lavoro abituati evidentemente a ex-parlamentari che si fanno piazzare nelle partecipate di Stato. Hanno provato a irridere le posizioni politiche che io e migliaia di altre persone abbiamo preso e l’hanno fatto coloro che l’unica posizione che conoscono è la genuflessione davanti ai loro padroni. Non ho fatto altro che fare proposte e denunce, ho parlato solo di temi, di identità. Ho fatto auto-critica, ho espresso le mie idee e ho lavorato, da attivista, a progetti che ritengo siano utili per affrontare il dramma occupazionale del post-covid».
IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Oggi e domani gli Stati generali M5s, l’appuntamento atteso da tempo per tentare di rilanciare un Movimento sempre più in crisi. Ma le premesse non sono delle migliori, considerando il clima rovente tra esponenti di spicco. In questo weekend prenderanno la parola i 30 delegati scelti dagli attivisti, tra questi troviamo Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Roberto Fico. Il reggente Vito Crimi ha reso noto che non verranno comunicati i voti presi dai quasi 1.000 candidati al “congresso”, scatenando la furia di Di Battista: secondo quanto riportato da Repubblica, la sua “ala” sta tempestando di telefonate l’attuale leader pentastellato. I numeri saranno molto importanti infatti: da una parte troviamo Di Battista e dall’altra quasi tutto il gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle, a partire da Luigi Di Maio.
STATI GENERALI M5S, NODO LEADERSHIP E ALLEANZE
Sono due i dossier destinati ad accendere il dibattito agli Stati generali M5s: leadership e alleanze, seconda dimenticare la “grana” del vincolo di mandato. Per quanto riguarda quest’ultimo tema, Repubblica spiega che ci sono tra le opzioni degli aggiustamenti, a partire da un terzo mandato per «meriti speciali previa votazione favorevole su Rousseau». Ci sono ovviamente delle sensibilità diverse all’interno del Movimento 5 Stelle per quanto riguarda leadership e alleanze, in particolare in questo periodo delicato per il governo portato avanti con il Partito Democratico. A proposito del possibile organo collegiale, Stefano Buffagni, viceministro al Mise, ha evidenziato a Repubblica: «Può avere senso in questa fase, ma non voglio che si tratti solo di show comunicativi o rendite di posizione. Qualunque scelta si faccia deve garantire l’assunzione di responsabilità e di decisioni. Come dovrebbe essere votato? Sicuramente su Rousseau. Per me sarebbe meglio con proposte di squadre alternative».
STATI GENERALI M5S, CAOS CASALEGGIO
In attesa di capire se Beppe Grillo ci sarà o meno, Davide Casaleggio ha già annunciato la sua assenza agli Stati generali M5s. E il numero uno della Casaleggio Associati non ci è andato leggero, sottolineando in un post pubblicato sui social network: «Alcuni giornali si interrogano sulla mia eventuale presenza agli Stati Generali del Movimento 5 Stelle. Ho ricevuto ieri l’invito a partecipare nella discussione di domenica. Ho deciso di declinare perché ritengo che se ci sono delle regole di ingaggio, queste debbano essere rispettate». Casaleggio ha poi rimarcato: «Leggendo il documento di guida della discussione del primo giorno, registro che molte decisioni sono già state date per acquisite e si chiedono solo i dettagli. Su altre, come la questione sul vincolo dei due mandati l’indicazione dai territori è stata chiara, ossia che rimanga intoccabile, ma al primo punto del documento guida si indica esplicitamente di dibattere su eventuali deroghe da adottare».