«Potrebbe esserci la proroga dello stato di emergenza almeno fino a dicembre. Le regioni si stanno orientando verso questa opinione che speriamo sia condivisa dal governo»: lo ha detto il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, in relazione alle voci sempre più insistenti da Palazzo Chigi che parlano di una proroga fino alla fine del 2021. Le reazioni provocate dal primo “passo in avanti” di Speranza e la successiva frenata del Premier sono bipartisan e schierate su versioni differenti: «tutti vorremmo evitare lo Stato di Emergenza, come italiana auspico che se ne possa fare a meno quanto prima – ha spiegato la ministra per le Autonomie Maria Stella Gelmini – ma dall’altro lato non possiamo correre rischi. La valutazione sulla proroga la farà il Governo con il supporto dei tecnici e del Cts: non si deve abusare della proroga perché sono poteri speciali utilizzati solo dove strettamente necessario, ma la variante Delta non deve essere sottovalutata. Errore che il Governo non farà».
Contrario invece Matteo Salvini che segue per una volta la linea del suo Ministro alla Salute, «non ci sono i presupposti per trascinare lo stato di emergenza. Credo sarebbe un bel messaggio, come dire che il peggio è passato»; con il leader della Lega anche l’alleata nel Centrodestra Giorgia Meloni che su Facebook scrive «Un’ipotesi che, se confermata, sarebbe folle». Sulla linea Draghi invece l’ex Ministro degli Affari Regionali «Lo stato di emergenza sarà prorogato fino a quando il Covid-19 non sarà sconfitto definitivamente. È da ipocriti pensare di cancellarlo – ha detto l’esponente Pd – proprio in questa fase. A chi ancora utilizza lo stato di emergenza come arma politica, voglio ricordare che serve per le procedure amministrative delle Regioni e dello stesso Commissario all’emergenza».
DRAGHI ‘SMENTISCE’ SPERANZA
Solo ieri il Ministro della Salute Roberto Speranza dava lo stato d’emergenza – in scadenza il 31 luglio prossimo – come possibilmente archiviabile, ma da Palazzo Chigi filtra non poca irritazione per la “fuga in avanti” dell’esponente LeU: secondo quanto riportato dalle fonti del Governo a Repubblica, il Premier Mario Draghi è tutt’ora restio a sospendere il regime di stato d’emergenza in vigore da gennaio 2020 (per decisione dell’allora Governo Conte) e potrebbe concedere un’ulteriore proroga addirittura fino a fine anno.
Più che sul fronte Dpcm, archiviati dopo l’affollamento di interventi dell’ex Premier Conte, lo stato d’emergenza servirebbe a mantenere una struttura “agile” per quanto riguarda la vigilanza sulla pandemia Covid-19: Cts, commissario Figliuolo, campagna vaccini, eccetera. Diverso invece il legame con le regole anti-coronavirus: l’uso di mascherine e le misure anti-contagio potranno comunque essere ridotte/eliminate anche rimanendo nello stato d’emergenza, non sono affatto strettamente legati.
LO STATO DI EMERGENZA RESTA: COSA POTREBBE CAMBIARE
«Non abbiamo ancora deciso, ci sarà una valutazione, 45 giorni durante una pandemia sono un tempo notevole per poter fare previsioni. Ma sarebbe bello chiudere con lo stato di emergenza, dare un segnale positivo al Paese», queste parole dette ieri dal Ministro Speranza a “La Stampa” potrebbero dunque essere superate dalla volontà di Palazzo Chigi di prendere tempo per evitare problemi con il prosieguo della campagna vaccinale (specie dopo il “caos” AstraZeneca che potrebbe comportare alcuni ritardi sull’immunità di gregge) e soprattutto con l’arrivo della variante “Delta” (indiana) che in Regno Unito sta provocando rialzo dei contagi nonostante l’alta copertura dei vaccini. «Abbiamo dato supporto nelle riprenotazioni andando a bilanciare in 11 Regioni con la riserva strategica», ha spiegato ieri il commissario all’emergenza Figliuolo dopo la protesta di alcune Regioni per la scarsa presenza di vaccini a mRna in seguito alla circolare del Ministero della Salute che pone il mix vaccinale come nuovo mantra da seguire nella campagna nazionale. Il generale proverà a chiedere più vaccini per l’estate, da non escludere anche un anticipo delle consegne da parte delle case farmaceutiche: «comunque il piano italiano resta sostenibile».